Franco Forte e il suo ultimo bestseller “Caligola”

Franco Forte e il suo ultimo bestseller “Caligola”

YVdZ0T22_400x400Questa settimana ho incontrato con grande piacere Franco Forte (presto ospite della trasmissione Quantestorievuoi su TV9 condotta da Francesca Ciardiello ed alla quale partecipo come ospite fissa) uno dei più noti, eclettici ed apprezzati protagonisti del panorama letterario italiano.
In questa intervista ha parlato di sé e di come è nato Caligola – Impero e follia (Mondadori, 2015), un romanzo storico straordinario che intriga e inchioda alle pagine come uno dei migliori thriller.

Dopo una lunga esperienza come scrittore di vari generi, Franco Forte è infatti approdato al romanzo storico ed alla Mondadori diventando in breve tempo, un punto di riferimento per tutti gli amanti del genere e sfornando un bestseller dietro un altro.

Oltre a questo ha pubblicato i romanzi Carthago (Mondadori, 2009), La Compagnia della Morte (Mondadori, 2009), Operazione Copernico (Mondadori, 2009), i cui diritti di traduzione cinematografica sono stati acquistati da Dino De Laurentiis, La stretta del Pitone (Mursia, 2005), Il figlio del cielo e L’orda d’oro (Mondadori, 2000) – da cui ha tratto uno sceneggiato TV su Gengis Khan prodotto da Mediaset – China killer (Marco Tropea/Il Saggiatore, 2000).

Come molti di voi sapranno, oltre che scrittore, è anche giornalista professionista, sceneggiatore e consulente editoriale. Dal 2011 è Direttore Editoriale delle collane da Edicola Mondadori (I Gialli Mondadori, Segretissimo, Urania, ecc)

Per Mediaset è autore per le serie TV Distretto di Polizia e RIS: Delitti imperfetti, e ha scritto la sceneggiatura del filmfranco forte distretto polizia TV Giulio Cesare.
Come giornalista collabora a diverse importanti testate, ha una rubrica settimanale di opinione sul quotidiano Il Cittadino ed è direttore responsabile delle riviste Writers Magazine Italia, Robot e Delos Network, il network di siti di Delos Books.

Scrivere romanzi storici: la sua è stata una scelta oppure un’esigenza più intima?

Un’esigenza che avevo da sempre, e che ho cominciato a esplicare solo dopo un lungo percorso narrativo che mi ha fatto attaversare diversi generi letterari, dalla fantascienza all’horror al thriller e al noir, passando persino per il romance. Una palestra narrativa molto importante, che mi ha dato gli strumenti per governare quella che ritengo l’impresa più difficile per un narratore: mettere insieme un romanzo storico solido, coerente e ben fatto

In genere, quanto spazio dedica alla realtà storica e quanto invece alla storia romanzata?

Si tratta di un mix molto stretto, difficile da identificare nel dettaglio. Tutto quello che scrivo affonda nella verità storica, ma dato che un romanzo tratta soprattutto delle emozioni vissute dai personaggi, è chiaro che il processo di trasmissione di queste emozioni non può che essere deputato alla fantasia narrativa. Un libro diventa un buon romanzo storico quando il lettore, alla fine, non riesce a percepire la differenza tra ciò che è vero e ciò che è coerente con ciò che è storicamente accaduto.

Immagino che, nell’affrontare un romanzo di questo genere, lei si documenti in maniera accurata. Quanto è importante, al fine della buona riuscita del romanzo, la ricerca delle notizie e delle fonti?

E’ fondamentale. Io studio dai sei agli otto mesi, prima di inziare a scrivere uno dei miei romanzi storici, accumulando tutte le informazioni che posso riguardo a un periodo storico e ai personaggi che l’hanno caratterizzato. Solo quando ho tutto lo scenario ben chiaro comincio a scrivere, perché se non si è padroni della materia, il lettore se ne accorge subito, e non basta certo raccogliere qualche informazione su Wikipedia per impostare un romanzo storico che si rispetti.

genghiskhanC’è un personaggio ed un’epoca storica che Franco Forte preferisce e perché?

Il mio personaggio storico preferito in assoluto è Gengis Khan, di cui ho scritto una biografia accurata e anche uno sceneggiato TV. Il più grande imperatore che sia mai esistito, oscurato in occidente dalla Chiesa cattolica perché considerato un Anticristo, ma senza capire che invece era il più ecumenico dei conquistatori. Il periodo storico invece che mi attira di più è il 1500, soprattutto in ambito milanese, dove ho collocato le mie avventure del notaio criminale Niccolò Taverna, nei romanzi “Il segno dell’untore” e “Ira Domini”. Un periodo davvero affascinante, che pochi conoscono, e che mi diverto a raccontare.

Rivedere la storia in chiave letteraria è un’operazione nata all’incirca duecento anni fa, se consideriamo Walter Scott, Rob Roy e Ivanhoe coloro che hanno inaugurato il genere definito “romanzo storico”. In questo lungo lasso di tempo sono venuti fuori lavori critici, narrativi e divulgativi. Lei come definirebbe le sue storie che, a volte, rassomigliano a veri e propri thriller storici d’avventura?

Alcuni sono proprio questo, dei thriller, perché la storia viene raccontata attraverso i misteri e i colpi di scena che la costellano, e che spesso sono più eclatanti di tante storie di fantasia. Altri sono un modo narrativamente divertente e intrigante (o almeno lo spero) di raccontare personaggi e fatti che di solito nei libri di storia annoiano e coinvolgono poco.

Caligola

I più curiosi possono trovare su Youtube il booktrailer

Nel suo ultimo romanzo Caligola. Impero e follia ha dato molto spazio agli aspetti psicologici dei personaggi…

In realtà lo faccio sempre, in tutti i miei romanzi. Per un motivo molto semplice: per raccontare la storia bisogna raccontare le emozioni dei protagonisti che la storia l’hanno fatta, e per arrivare a questo occorre che il lettore le emozioni le acquisisca dai personaggi del romanzo. Quando poi ci si ritrova per le mani personaggi dalla personalità complessa come Caligola, o come il Nerone del mio “Roma in fiamme” (ma anche l’Annibale di “Carthago”), lo studio della loro psicologia e “morfologia di pensiero” è fondamentale per spiegare le loro ragioni e il loro comportamento. Non basta dire che Caligola era pazzo perché ha fatto senatore il suo cavallo. Bisogna capire perché lo ha fatto, e così facendo si scopre che si trattava di un atto di spregio nei confronti del Senato, che lui odiava. Della serie: se posso nominare senatore il mio cavalo, figuratevi che opinione ho di voi, miei cari senatori!

Lei da quanti anni scrive? Ogni giorno quante ore dedica alla scrittura?

Scrivo da che mi ricordo (sul serio, scrivevo o cercavo di farlo anche quando non sapevo scrivere, affascinato da quei segnetti misteriosi) e lo faccio ormai ininterrottamente da tutta la vita, anche per dieci ore al giorno. Certo, scrivo di tutto: romanzi, racconti, sceneggiature, editoriali, articoli e mille altre cose ancora. Però si tratta di una droga di cui non posso fare a meno.

Quali sono le difficoltà maggiori nello scrivere un romanzo storico?

Limitare la quantità di informazioni che si fornisce al pubblico. Fatto 100 il quantitativo di nozioni che si sono incamerate studiando, al lettore bisogna passarne un 10%, non di più, e lasciargli intuire che si parla a ragion veduta, che si conosce tutto e che nulla sfugge, ma senza tediare e sommergerlo di informazioni inutili. Gli esordienti di solito commettono questo errore: per l’ansia di fornire al pubblico tutto quello che hanno imparato, lo mettono spalle al muro, soffocandolo di nozioni eccessive. Saper bilanciare e dosare con equilibrio è il segreto principale di chi sa scrivere romanzi storici di valore.

A cosa sta lavorando in questo periodo?franco forte roma imperiale

A una grande saga in più volumi ambientata all’epoca dell’imperatore Adriano, nella Roma antica. Ma non dico più di questo, perché l’idea è forte e originale e non posso farne cenno adesso.

Lei è giornalista, scrittore, sceneggiatore e consulente editoriale. Fra queste, qual è l’attività che le piace più?

Scrivere romanzi, senza dubbio. E’ l’attività che fa guadagnare di meno, ma la più gratificante. Anzi, sembra che in scrittura tutto sia inversamente proporzionale al gusto che si prova: più ti piace un lavoro, meno te lo pagano.

Quando legge un romanzo storico “non suo” a quale autore si affida?

A tutti quelli che escono sul mercato, perché io sono un lettore onnivoro e fortissimo, e perché chi scrive non può prescindere dal leggere tantissimo. Lo dico a tutti gli esordienti: volete fare gli scrittori? Allora leggete. Se non lo fate, lasciate perdere, non diventerete mai dei veri autori.

Cosa consiglia Franco Forte a chi vuole cimentarsi con il romanzo storico…

Leggerne tanti, studiarne la struttura, la sintassi, il costrutto interno. E cercare di capire come quegli autori hanno dato vita ai loro personaggi e li hanno resi coerenti e coesi con le ambientazioni fisiche e temporali. Ogni romanzo storico pubblicato è una miniera d’oro di informazioni, che vanno metabolizzate. Se ci si muove alla cieca non si arriva da nessuna parte.

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