Peter Genito, il bibliotecario/poeta

Peter Genito, il bibliotecario/poeta

peter genito

Peter Genito, nome che incuriosisce e sembra stare proprio bene su frontespizi di libri interessanti… è lui lo scrittore con cui parleremo questa settimana (in basso a destra durante la trasmissione Quantestorievuoi su TV9, intervistato da me e Francesca Ciardiello)

L’ autore, piemontese di origini campane, ma ormai toscano di adozione dopo tanti anni di lavoro come responsabile della Biblioteca di Figline Valdarno, ci svela in anteprima qualche particolare del suo nuovo romanzo Lecce Homo (Robin Editore) in uscita il 13 aprile pv.peter genito tv9

Giallo sui generis di ambientazione padano-salentina (nella foto di copertina la spiaggia di Torre dell’Orso dove è ambientato in parte il romanzo), racconta la storia di due fratelli, Alessandro e Martino, rifacendosi al mito di Caino e Abele, ma affrontando molteplici tematiche con riflessioni talvolta anche critiche sulla società odierna.
Oltre a questo Peter Genito ha pubblicato Dal buio al cuore (2011), la sua opera d’esordio in poesia, la raccolta di racconti A fioca nen (2014) e diverse pubblicazioni liriche in antologie e riviste,

Peter affronta lo scrivere di genere e lo fa con quello che conosce meglio, che maneggia con appassionato fervore, con una quasi ferocia che lo pervade. La poesia. Si capisce, in certi passaggi, in certi aggettivi, in certe figure retoriche, che se potesse, se solo le regole della prosa glielo permettessero, si getterebbe a testa bassa in un versificare. Non lo fa. Suppongo per quel sano pudore che coglie ogni scrittore ai primi voli. La paura che le ali non siano ben fissate, o che la colla possa sciogliersi al sole. Non lo fa, ma lo lascia percepire. E questo è l’aspetto più sottile e anche più intrigante del suo lavoro. Lasciare che un odore vago, un retrogusto indefinibile, un suono impalpabile di poesia, sia sostegno e veicolo della sua storia” (Lecce Homo – postfazione)

Peter Genito, ti consideri un poeta o un narratore?

Ti rispondo per bocca dell’avvocato Genocchio, detto Ginoeuch della famija nuareisa, il quale disse che l’unico poeta a Novara è Cesare Bermani mentre gli altri sono versificatori, ed essendo io (in parte) novarese, mi considero, come tale, un versificatore.
Ma certamente una cosa è ESSERE poeta, un’altra è scrivere poesie, un’altra ancora pubblicare libri di poesie, (magari in qualche prestigiosa collana editoriale pagando).
A me non interessa la vanity press, il finto “lavoro” letterario di chi si guarda soltanto il proprio ombelico: con la mia poesia (e ora anche con questo noir) voglio cambiare la società.

Tra i tuoi libri ce n’è uno che ti rappresenta maggiormente?

Francamente ho difficoltà a rispondere…

Rimanendo per un momento nella poesia, vorrei chiederti ancora una cosa: hai qualche riferimento letterario?

Sì, certo: nella poesia Ancora ti aspettiamo ho preso il verso “sorridigli ancora signorina” dal cantautore Vinicio Capossela, poi ce ne sono altri ispirati a Renato Carosone, oppure al dialetto, al vernacolo valdarnese. Per molti anni, almeno fino a tutto il 2010, la mia poesia era molto cervello e ricerca, poco cuore.

peter genito a fioca nen

Eri anche un collezionista di parole difficili…

Sì, e quasi me ne compiacevo, data la mia formazione umanistica.
Da qualche anno invece faccio parlare il cuore e procedo asciugando versi e levigando, come dico nella poesia Lavoro Di verso, che va considerato come il manifesto della mia (nuova) poetica.

Perchè scrivi?

Bisogna essere dentro i propri libri: essi parlando sempre di noi, sono un irrinunciabile e prezioso strumento di conoscenza.
Picasso disse: volevo fare il pittore e sono diventato Picasso; ecco io potrei dire: volevo fare il poeta e sono diventato Peter Genito.
A parte le battute, scrivo libri perché non mi basta vivere. Dalla parola nasce il senso, in poesia come nella narrativa. Il linguaggio è la benzina di tutto quanto, come i colori per un pittore.
E poi non si scrive perché, necessariamente, si ha qualcosa da dire, ma perché si VUOLE dire qualcosa…

Bel concetto, è tuo?cioran

No, di Cioran (è stato un filosofo, saggista e aforista rumeno tra i più influenti del XX secolo, ndr)

Cosa ci puoi dire del tuo lavoro di bibliotecario?

Che mi appassiona permettendomi ogni giorno di incontrare molte persone. Mi sento sereno e la stabilità lavorativa e familiare mi ha portato a tirare fuori dal cassetto tante idee, testi e storie, che giacevano immobili da decenni.

Compreso Lecce Homo?

lecce homoCerto! Lecce Homo scaturisce proprio da questa serenità esistenziale e anche della mia svolta stilistica in poesia. La mia famiglia è una continua fonte di ispirazione.

Tu, letterariamente parlando, nasci come poeta. Perché la svolta alla narrativa?

Il maieuta della decisione di cimentarmi con la narrativa, e in particolare con il noir (scrittura di genere che per anni ho snobbato), è stato Carlo Parri.
Lui ha saputo definire in modo fulgido, come soltanto un vero amico saprebbe fare, il mio essere e restare poeta anche nella scrittura di un libro di narrativa.

Lecce Homo, uscirà in tutte le librerie a giorni. So che hai già un bel calendario fitto di presentazioni…

Sì, molte sono già fissate, altre da definire (Torino, Vercelli, Grosseto, Lecce), ma sarà un bel tour per tutta l’Italia. Mi potrete trovare qui:

Montevarchi (AR) – Centro La Ginestra – 28 aprile ore 17

Vaglia (FI) – Biblioteca comunale – 7 maggio ore 18
Terranuova Bracciolini – Biblioteca Le Fornaci – 13 maggio ore 18

Novara – Biblioteca Negroni – 18 maggio ore18

Torino – Show Room Robin – Via Massena – 19 maggio ore 18

Firenze – Spazio Glicine Via San Gallo 33 r – giovedì 5 maggio ore 17

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