Io ti vedo, romanzo di Sara Wood
Quanto costa lasciare il proprio Paese, cultura e affetti per fare il lavoro da sempre sognato? Sara Wood, cerca di spiegarlo attraverso un romanzo che riassume tutti i tormenti di una giovane donna pronta a diventare una straniera perenne pur di realizzarlo…
Sara Wood – Chi sono
Sono un cervello in fuga. Sono emigrata dall’Italia circa 10 anni fa. Il lavoro ce l’avevo, pure a tempo indeterminato e con una paga rispettabile. Ma mi sentivo in gabbia e quello che facevo era lontano anni luce da quello che potevo fare…se solo qualcuno avesse avuto fiducia in me. Il prima distacco dall’Italia è stato traumatico e la ripresa molto faticosa. Ma dopo il primo salto “nel vuoto”, i successivi sono stati più semplici.
Ci si abitua a fare le valigie, dire addio al proprio appartamento, la città, gli amici, gli hobby e ricominciare da zero in un’altra nazione, un altro clima, un altro ambiente. Diventa abitudine, come alzarsi la mattina e recarsi in ufficio dopo il caffè. Lo deve diventare…non ci sono alternative.
Ho abitato in Danimarca, poi Medio Oriente, Stati Uniti ora Inghilterra… e chissà cosa ha in serbo per me il futuro. Sono diventata probabilmente qualcuno che in Italia non sarei diventata. Non è facile essere una donna, per giunta ingegnere, e lavorare in un campo dove anche all’estero ci sono più uomini che donne. Per farsi rispettare serve tanta grinta e determinazione. Ma per essere un ingegnere rispettato ho dovuto rinunciare alla mia identità.
Essere un cervello in fuga vuol dire spesso questo: fare il lavoro dei propri sogni ma diventare uno straniero perenne. Non tutti riescono a integrarsi nella nazione ospitante..in particolare se si è ancora innamorati della propria nazione di origine.
Il libro “Io ti Vedo”
“Prendi una valigia da ventitré chili e mettici tutta la tua vita dentro. Seleziona bene cosa è importante e cosa no. Porta solo ciò che è strettamente utile: il computer, i vestiti e tutti quei documenti che servono a provare che esisti; perché andrai in una nazione dove, della tua esistenza, non importa niente a nessuno. I ricordi e il tuo passato li devi lasciare indietro. Di tanto in tanto ti sarà permesso di tornare a visitarli, ma solo per qualche giorno nei weekend liberi. Al massimo porta qualche foto,… per non dimenticare chi sei. “
E‘ così che incomincia “Io ti Vedo”, un libro che parla di un fenomeno in crescita degli ultimi anni: l’emigrazione di giovani. Frutto della globalizzazione o di ribellione contro il crescente nepotismo e la corruzione, i giovani emigrano in Nord Europa, nel Medio Oriente e nel Sud Est Asiatico diventando “expat”, una comunità che raramente si integra nella nazione di arrivo e che pian piano perde il contatto con la nazione di origine. Una comunità di persone dimenticata.
Trama breve
Laura e Nicholas si sono separati dopo una breve ma intensa relazione a Copenaghen. Lei è una giovane italiana laureata in ingegneria e adesso vive a Doha, in Qatar, dove sempre più sola si dedica intensamente al lavoro.
Lui, invece, si è trasferito a Hong Kong e, oppresso dai rimorsi per il modo in cui si è lasciato con Laura, parte alla ricerca della ragazza. Attraverso il diario della sua ex fidanzata, Nicholas riuscirà a ricomporne l’esistenza: la vita da expat, i pregiudizi verso una donna in carriera, la solitudine e la depressione, gli sport estremi, l’amore per la natura, il contrasto tra le diverse culture.