L’altare dell’Abisso

L’altare dell’Abisso

“Un rubino lampeggiava al cielo imbufalito. Un diluvio di fuoco. Un altro passo e sarebbe stato l’abisso ad accoglierlo nell’ultima danza”

Con piacere segnalo il romanzo d’esordio, del quale riporto sopra una citazione, di Patrich Antegiovanni, una storia dalla trama avvincente e densa di significati…

 

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Patrich Antegiovanni, così si descrive…

Nato a Rho (MI) nel 1980 tra i fumi del boom industriale. A quattro anni sono stato catapultato nell’Appennino umbro-marchigiano e da allora i traslochi non si sono interrotti.

 
L’incontro fortuito nei boschi con un lupo mi avvicinò alla prima passione, la natura. Crescendo sono stato ammaliato da un altro grande amore: l’arte e i libri. Nella mia vita ho assecondato bellezze ambientali e bellezze umane (l’uomo è parte della natura) conseguendo prima la maturità classica e poi la laurea in Scienze Naturali. Facoltà che non si sceglie per lavorare, ma per un modo di pensare. Disciplina trait d’union tra la vita (biologia ed ecologia) e la morte (geologia e paleontologia) che ne studia le relazioni interconnesse.

 
Anche l’attività lavorativa, fino a oggi, è sempre stata caratterizzata dai due capisaldi: consulenza ambientale, ricerca in ambito scientifico per privati ed enti pubblici e dal 2008 collaboro con mia moglie nella gestione di uno studio bibliografico per la ricerca e vendita online di libri antichi e fuori catalogo.

 
Una delle prime memorie che ho di me è con un libro in mano e poi sono cresciuto leggendo e scrivendo di tutto. Trovo interessante quasi tutto e amo conoscere campi diversi e così anche nello scrivere interseco gli stili, dal linguaggio scientifico a quello letterario o legale per cercare di ottenere storie dettagliate e coinvolgenti. Dal 2012 mi sono fermato nella campagna di Bevagna, in Umbria e il fascino del luogo mi ha ispirato a scrivere il primo romanzo. Lo studio del territorio e l’approfondimento della tecnica hanno disseppellito dal humus interiore l’opera prima: L’Altare dell’Abisso.

L’altare dell’Abisso, come è nato e di che cosa parlaL'altaredell'abisso copertina

Quando termino di vedere un film che mi appassiona o di leggere un romanzo intrigante mi assillano sempre le stesse domande: Come ha fatto a pensarci? Da dove viene l’idea? Come l’ha costruito in modo così magistrale? Quante e quali ricerche ha sostenuto per arrivare a questo?
Dopo aver scritto il mio primo romanzo, L’Altare dell’Abisso, ecco che le stesse domande sono tornate a bussare. Ne sono l’autore, ma anche il primo lettore esigente e ho richiesto a me stesso una sorta di genesi. Scrivendola ho capito tuttavia che non tutto può essere svelato, qualcosa devo tenere per me, almeno qualche trucco e ispirazione, non me ne vogliate altrimenti la magia non è la stessa.

Il protagonista è Fedro Soli, un trentenne parmigiano in crisi esistenziale che lavora come web content editor. Spesso discute con la moglie Amalia Senatori, architetto e interior designer. Si sono trasferiti da poco a Bevagna e lei contrappone il suo carattere forte alla voglia di scrivere del marito. Fedro è indeciso e testardo allo stesso tempo ancorato ai sogni giovanili nonostante stia per diventare suo malgrado padre. La storia inizia con una passeggiata quando Fedro conosce Vareno e il figlio Saverio Cecagallina proprietari di una piccola cantina vinicola, quest’ultimo è anche appassionato di scavi archeologici.

Le famiglie si incontrano in una cena luculliana e Fedro comincia ad avere dei sogni onirici dove entra in contatto con il linguaggio alchemico e con Kunda, la domestica dell’infanzia, che lo avverte di un pericolo imminente a danno della moglie. Da qui la trama si dipana in un percorso principale e varie sotto tracce che portano il lettore ad affrontare nella stessa notte una scomparsa e un omicidio che condanna l’ucciso come falso alchimista e permette la raccolta della mitologica erba moly alla mezzanotte sotto i piedi dell’impiccato.

Nel romanzo sono presenti conflitti familiari e lavorativi, ma anche personaggi caratteristici come lo stesso Saverio o come Ascanio Bonacolsi, il vicino di casa gemmologo trasferitosi da poco dalla Svizzera o il suo domestico Pran, discendente dei guerrieri indiani Rajput, o l’architetto Marino Soli e molti altri.

foto copertina3Fondamentale sarà la raccolta della rugiada secondo i metodi illustrati nel Mutus Liber, antico libro alchemico realmente esistente scritto dal fantomatico Altus. Il lettore si imbatterà nelle piccole garzette, uccelli a modo loro fondamentali, nei Figli del Rubino, nel Ravana Ganga della mitologia Indù e nell’Ordine degli Adepti, antica setta alchemica che si riunisce nel sottosuolo di Bevagna. Per le grotte mi sono ispirato a un libro della seconda metà dell’Ottocento, Le Tombeau, pubblicato come scritto da Ann Radcliffe, pioniera del gotico, ma probabilmente una truffa storica. I cunicoli conducono all’Altare dell’Abisso, luogo di riunione dell’ordine ermetico tra continui capovolgimenti e colpi di scena.
Non sono tante le caratteristiche che mi accomunano a Fedro, una di queste è di sicuro che tra i paesi umbri di Bevagna e Foligno ci sono finito anche io per caso. Con mia moglie cercavamo un posto dove vivere e ci siamo innamorati del borgo e della sua campagna. All’inizio era tutto una scoperta e mi informavo del territorio, delle leggende e dei luoghi, così venni a sapere che a pochi metri da casa avevo due risorgive singolari, una è addirittura un lago di cui pochi al di fuori della zona ne conoscono l’esistenza.

Come spesso accade chi nasce in un territorio non ne sente il richiamo o non vede ciò che viene visto e sentito da chi ci vive da poco tempo, ciò che è normalità per l’uno è novità e risorsa per l’altro. Fui così incuriosito e ammaliato dal borgo di Bevagna, dalla sua gente e dalla sua storia. Nei secoli è stata centro di culto per gli Umbri, grande città commerciale per i Romani, fino ad arrivare al piccolo borgo di stampo medioevale quale è oggi.

L’Altare dell’Abisso è nato dallo studio del territorio, della sua natura, delle eccellenze eno-gastronomiche e delle sue particolarità intrinseche. Ho indagato scoprendo delle unicità, molto di ciò che ho scritto è reale, romanzato come ovvio, ma ad esempio coperto dalle acque dell’Aisillo Fanelli c’è veramente un complesso sacro Romano e forse Umbro, così come le leggende intorno al Lago Aiso hanno fondamenti storici. Proprio lui, l’Aiso, minaccioso per gli abitanti del posto al punto da venire rispettato come una fiera dormiente, è citato nella cartografia antica a volte con il toponimo Aso, altare in antico Umbro, tuttora i bevanati lo chiamano con un altro toponimo, Abisso, per la credenza che di questo ne fosse la porta dato che pensavano non avesse fondo. Il titolo del romanzo è nato proprio dal gioco dei due toponimi. La curiosità intorno al piccolo lago fu amplificata dalla particolare durezza delle acque rispetto a quelle circostanti e dalle strane forme di vita, a volte mitologiche, che nuotano o nuotavano al suo interno.

Così fu che più mi informavo più montava l’idea del romanzo.foto copertina4
Ma per scrivere L’Altare dell’Abisso non è bastata la ricerca e l’ambientazione, c’è voluto altro. Sono anni che letteralmente vivo tra libri antichi e fuori catalogo, una passione divenuta un lavoro familiare. Tempo fa, fui attratto dall’alchimia e l’ho studiata a lungo e questa è stata il motore della fantasia.
Fondamentale nella stesura sono stati ovviamente gli anni di scrittura e lettura.
Comunque non so come sia stato amalgamato il tutto in L’Altare dell’Abisso perché più che un processo voluto lo definirei un’evoluzione naturale di ciò che ho assorbito, di ciò che la mente ha sposato come una sorta di Opera Ermetica.

La prima stesura è stata affinata e riscritta di continuo per arrivare all’essenza della storia per essere sottoposta al puntiglioso lavoro di un editor esperto. Durante il processo creativo a volte mi sono dovuto allontanare per non rischiare di essere travolto dagli eventi e dai personaggi quando chiudevo gli occhi o mi affacciavo alla finestra di casa.
L’Altare dell’Abisso è il primo romanzo di una trilogia e con esso spero di aver reso onore al territorio, un contributo di affetto che sento di dover dare al luogo in cui da poco vivo.

chiara albertini

 

Il libro è acquistabile in tutte le librerie online compreso Amazon

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