Nella giungla di Park Avenue
Primates of Park Avenue
di Wednesday Martin
Mi ha incuriosito subito questo libro di cui a New York (e ormai non soltanto lì…) tutti parlano.
Wednesday Martin racconta le memorie dei suoi anni trascorsi a Mahattan, nel quartiere Upper East Side, il lato nord-ovest dell’isola attraversato appunto da Park Avenue ed uno dei distretti più ricchi d’America.
Questa giungla di ricchi è popolata di scimmie particolari: le “Glam SHAMs” ovvero le Glamorous Stay-At-Home-Moms così le chiama l’autrice.
Sono affascinanti mamme casalinghe che hanno rinunciato ad una carriera lavorativa, pur avendo conseguito diplomi, lauree, master e dottorati nelle più prestigiose università.
E cosa fanno allora tutto il giorno, vi chiederete? Garantiscono alla prole un’educazione d’èlite partendo dall’asilo e fino al college. E poi curano il proprio look da Barbie, magre e bionde.
Ma non è tutto rose e fiori. La competizione fra loro per arrivare ad essere la capobranco è brutale. Per scalare la gerarchia sociale ogni mezzo è lecito, compreso brandire una borsa Birkin di Hermès come fosse la clava impugnata dalla scimmia in 2001 Odissea nello spazio.
Quello che comunque mi ha più stupito in Primates of Park Avenue, e non posso dire piacevolmente, è “il bonus della brava moglie”. Sì, avete capito bene! E’ un premio in contanti che la moglie riceve a fine anno dal marito se ha svolto in modo ineccepibile il suo lavoro.
L’autrice, pur ammettendo che è una pratica diffusa, non fa nomi perché nessuna l’ha pubblicamente mai ammesso.
L’inglese Polly Phillips che non ha mai vissuto nell’Upper East Side, ammette invece di averlo incassato, di aver scoperto questa “usanza” in Australia e di averla ritrovata in Danimarca dove ora vive. Sembra quindi che l’idea sia diventato (ahimè!) un fenomeno globale, una moda in voga fra ricchi.
Quasi tutto quello descritto in Primates of Park Avenue è comunque verissimo, compresi i “playdate”: appuntamenti combinati dalle mamme per far giocare i figli (più complicati da organizzare che incontri d’affari) che hanno una agenda più fitta che i divi di Hollywood.
Pensate che ci sono mamme che pagano addirittura degli specialisti per insegnare ai propri figli a “giocare bene”, perché per essere ammessi all’asilo “giusto” i bambini vengono passati ai raggi x.
E poi l’ossessione per la forma fisica (si paga anche 3.500 euro all’anno per far frequentare ai figli le palestre “giuste”)…
Concludo ricordando un racconto esilarante di Woody Allen, anche lui un Primates of Park Avenue, che prende spunto da una storia vera e parla di un uomo d’affari che si vede stroncata la carriera perché nel curriculum non aveva “l’asilo giusto”. Non aggiungo altro…