L’avvoltoio, la raccapricciante realtà del traffico di organi

L’avvoltoio, la raccapricciante realtà del traffico di organi

Giuseppe Petrarca

Chi è Giuseppe Petrarca

Giuseppe Petrarca vive a Napoli, dove lavora per un primario gruppo assicurativo. Collabora con l’organizzazione umanitaria, premio Nobel per la pace, Medici Senza Frontiere.

 

Per Homo Scrivens ha pubblicato i thriller Inchiostro Rosso, che tratta anche del problema delle lobby farmaceutiche, e Corpi senza storia, un viaggio nella realtà crudele degli ospedali psichiatrici giudiziari. Il libro ha vinto numerosi premi fra cui il Premio Speciale Megaris 2016. Entrambi i romanzi hanno come protagonista il commissario Lombardo.

 

L’avvoltoio è l’ultimo nato, pubblicato nel 2018.

Di cosa parla L’avvoltoio

Protagonista del romanzo è ancora il commissario Cosimo Lombardi che, dopo le vicende di Inchiostro rosso e Corpi senza storia, si trova davanti un’altra complicata indagine da risolvere.

Sullo sfondo di una Sicilia sempre ricca di contraddizioni, l’uomo, ancora piuttosto turbato dalle vicende legate agli omicidi all’Ospedale psichiatrico giudiziario di Castellanza, deve fare i conti non solo con la propria esistenza, ma anche con una realtà che va oltre ogni immaginazione.

Un romanzo che prende le mosse da temi di grande attualità come l’immigrazione, la criminalità organizzata, l’omertà e la corruzione. Fra tutti la sconcertante realtà del traffico clandestino di organi, ancora più tremenda e insopportabile, perché accanita su chi non ha diritti. Una moltitudine di persone invisibili, indifese, come possono esserlo i bambini che arrivano, spesso non accompagnati, sulle nostre coste e diventano facili prede di uomini senza scrupoli.

Cosa ne penso

Il demone avanza come un vampiro assetato di sangue. Viene a cercarti il demone. Ha bisogno del tuo corpo impallidito dal gelo e dalla stanchezza. Adesso non hai più paura. Sei indifeso, sfibrato, non hai la forza per scappare, ma non hai più paura. Sulla tua pelle di salsedine ci sono i segni di un lungo calvario, iniziato con la corsa per sfuggire agli uomini che hanno ucciso tua madre davanti a te…

 

…Il desiderio di continuare a vivere ti ha risparmiato di finire in quella tomba liquida. Ora, però, la speranza si è affievolita. L’incubo è diventato tormento. I crampi alle gambe ti hanno immobilizzato. Sei legato a un lettino, ma sai bene di non essere in un ospedale. Vorresti ribellarti a chi ti ha strappato agli altri con la scusa di portarti in un nuovo centro di accoglienza.

 

Sei stato rapito e sai che sta per accaderti qualcosa di tremendo. Respiri a fatica. Pensi che sarebbe stato meglio cedere alle onde del mare. Adesso saresti negli abissi, insieme ai tuoi familiari, addormentato per sempre…

Così inizia il romanzo, un colpo in pieno stomaco. Il lettore non ha nemmeno il tempo di ambientarsi nel labirinto del male che già si trova immerso in un incubo da cui è difficile uscire.

Come si fa a rimanere impassibili di fronte all’ultima, disperata, richiesta di pietà di un bambino imprigionato, solo, senza aiuti, senza nessuno che possa salvarlo?

Forse, anche nell’avvoltoio, l’uomo che deve eseguire l’espianto d’organi in una rudimentale sala operatoria, quel dito innocente e insanguinato che lo sfiora marchiandolo di sangue, lascia qualcosa…

Un gesto leggero, fugace, ma al tempo stesso così forte e potente da dare i brividi.

Molti potrebbero essere i paragoni da fare, dopo aver letto questa storia che tanto ha del medical thriller. Con Coma profondo, per esempio, il film del 1978 diretto da Michael Crichton tratto da Coma il romanzo di Robin Cook. Farlo, però, parrebbe riduttivo.

Non si tratta infatti soltanto di indagare sulla tragedia di coloro che non possiedono nulla, nemmeno il proprio corpo, ma anche di scandagliare l’animo umano, spesso purtroppo traboccante di una violenza raccapricciante. Diseredati ed esclusi che diventano merce di scambio alimentando interessi finanziari enormi. E ciò che più fa male e lacera l’anima è il sapere che è realtà, che quello che stiamo leggendo accade davvero, anche in questo preciso momento, che non è soltanto finzione letteraria.

Con maestria, scrittura asciutta e ritmo veloce, l’autore tiene sospeso il lettore sulla linea sottile che separa il bene dal male, il giusto dallo sbagliato. Senza cedimenti obbliga a riflettere, a prendere coscienza di un problema che spesso è più comodo ignorare.

L’avvoltoio è una storia non facile da leggere, sconvolgente e angosciante, che incolla alle sue pagine nonostante la grande inquietudine che provoca.

 

Uno scrittore talentuoso che ha il coraggio e il merito di fare letteratura, ma anche di contribuire, con le sue storie, a svegliare le coscienze. Poi ognuno farà ciò che vuole, ma dopo aver saputo… Perché come ha detto Claudio Magris:Necessario è denunciare il male senza smussarne la gravità per non turbare le coscienze, è necessario proprio turbare le coscienze, scuoterle, impedire loro di addormentarsi sottovalutando la forza del male e quindi spianandogli la strada, costringerle ad accorgersi dell’intolleranza, della mostruosità della situazione

 

Consigliato caldamente a tutti, ma proprio tutti.

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