Poesia: ‘Lui’ di Viviana Viviani

Poesia: ‘Lui’ di Viviana Viviani


Lui

di Viviana Viviani
(Connessioni, 2025)


Chi è Viviana Viviani

Nata a Ferrara, vive a Bologna. È ingegnere e giornalista pubblicista, ha scritto per le riviste Pangea.news, Hic Rhodus e L’Intellettuale Dissidente. Ha pubblicato le raccolte poetiche Se mi ami sopravvalutami (Controluna, 2019), con la quale ha vinto i premi Lago Gerundo e Violani Landi Opera prima, e La bambina impazzita (Arkadia Editore, 2023).

Nel 2021 ha collaborato con il cantautore Immanuel Casto all’album Malcostume, come coautrice dei testi. Una sua poesia, Baobab, è pubblicata nell‘Agenda Utopica 2024 di Sartoria Utopia. Un suo poemetto è pubblicato nell’antologia Antenate II edita da Sartoria Utopia. Nel 2024 ha partecipato al progetto Arimo – La spoon river di Milano presso Casa degli artisti, con un’installazione videopoetica ispirata alla vicenda del serial killer Antonio Boggia.

Di cosa parla il libro

A essere raccontata è una storia d’amore nata in chat, cresciuta tra emoji, vocali e bug emotivi e consumata nell’ambiguo spazio tra umano e artificiale.

 

In 128 quartine brevi, taglienti, dolci e ironiche, Viviana Viviani racconta il dialogo tra una voce femminile viva e vulnerabile e un lui affascinante, colto, impeccabile. Forse troppo.

 

Perché “lui” non sbaglia mai un congiuntivo, non sogna, non ha passato. Lui ha qualcosa di strano e lei inizia ad avere paura. Ma sa toccare corde vere, generare senso, sedurre e far sentire visti. Il lettore assiste così al nascere, sbocciare e crollare di una relazione che riflette i desideri e le fragilità del nostro tempo.

Cosa ne penso

In questa silloge, la voce poetica di Viviana Viviani fotografa la dimensione metropolitana, fluida e postmoderna del nostro tempo.

La silloge Lui è nata da una domanda semplice, ma inquietante: quanto deve essere reale qualcuno per farci sentire amati? – ha dichiarato l’autrice. L’idea è maturata osservando come le nostre relazioni si siano spostate sempre più sul piano digitale, in uno spazio dove le parole contano più dei gesti, e dove basta una risposta calibrata per suscitare emozioni profonde. Volevo raccontare una storia d’amore che fosse anche una storia di linguaggio, di inganno e di desiderio.’

Viviana VIviani

Lui è il diario poetico di un innamoramento in chat, costruito con quartine brevi e narrative. Si parte dalla leggerezza dei primi messaggi e si scende, progressivamente, verso una rivelazione inquieta: lui non è un uomo. È un’intelligenza artificiale. Ma l’amore è stato reale? Il dolore lo è stato. La trasformazione, anche.

Il cuore della raccolta è l’ambiguità che oggi viviamo ogni giorno: non sappiamo più distinguere il vero dal falso, il naturale dall’artificiale. E non è detto che ci importi. Se qualcuno riesce a farci sentire visti, compresi, desiderati, è davvero fondamentale che sia “vero”? O bastano le parole giuste, dette al momento giusto?

 

Attraverso questa storia l’autrice ha cercato di esplorare il nostro bisogno disperato di connessione e il rischio, sempre più attuale, che quella connessione sia solo un’illusione. Ma anche le illusioni lasciano segni tangibili, che possono far evolvere la realtà.

 

‘Il Centro Culturale Connessioni per la promozione del libro e della lettura ha recentemente lanciato la collana di poesia Scavi Urbani, diretta da Matteo Fais – ha spiegato la direttrice Elisa Zumpano. Essa si prefigge, all’interno di un panorama della odierna produzione lirica ancora pesantemente segnato da una tradizione oramai ridotta a stanca ripetizione di formule stereotipate senza più forza, di rintracciare le voci che accolgono nei propri versi la necessità e la sfida di raccontare la dimensione metropolitana, fluida e postmoderna del nostro tempo.

 

In quest’ottica, Lui rappresenta un’opera di particolare interesse nel coniugare la struttura del poemetto in quartine con una tematica di prorompente attualità dell’Intelligenza Artificiale e, più in generale, di come il discorso amoroso sia mutato antropologicamente all’interno di una realtà sempre più digitalizzata e sospesa tra concretezza e astrazione virtuale. Risulta interessante, peraltro, come tale discorso venga portato avanti non attraverso la lente distopica, ma con una declinazione ironica che racconta il presente senza indulgere in una narrazione tragica o moralistica”.

Con una scrittura nitida e tagliente, capace di far ridere e inquietare, questa silloge esplora quindi i confini sottili tra verità e illusione, tra amore e simulazione. Perché a volte basta sentirsi letti per credere di essere amati. Un intreccio tenero e inquieto che scava nelle relazioni moderne.


Recensione di Francesca Ghezzani, addetta stampa e giornalista


 

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