Parla Daniele Nicastro, autore per Einaudi Ragazzi

Parla Daniele Nicastro, autore per Einaudi Ragazzi

Daniele Nicastro

 

Daniele Nicastro, scrittore, vive in un piccolo paese della provincia di Cuneo, lavora da anni nell’editoria per ragazzi e ha collaborato come ghost writer con importanti case editrici italiane.

 

Con Einaudi Ragazzi nel 2017 pubblica il romanzo Grande.

 

 

Ringraziamo per questa bella intervista Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn).

Quando è nata in lei la passione per la scrittura?

“A un certo punto dell’adolescenza, quando mi sono reso conto che le storie che leggevo (tantissime, di ogni genere) non mi bastavano più. Volevo cambiare i personaggi, i colpi di scena, i finali. Perciò provai a mettere su carta quel che mi passava per la testa, senza neanche lontanamente pensare che sarebbe diventato, un giorno, il mio lavoro. Uno dei più belli al mondo”.

Quali sono stati i suoi scrittori di riferimento?

“Questa è una domanda difficile, perché crescendo i riferimenti cambiano, ma ogni volta che riapro certi libri mi sento piccolo di fronte a tanta grandiosità. I libri di Mark Twain, R. L. Stevenson, Roald Dahl e soprattutto Lemony Snicket. Quest’ultimo ha influito più di ogni altro sulla mia concezione di libri per ragazzi”.

Quando si è reso conto di essersi trasformato da lettore a scrittore?

“Quando ho cominciato a vedere la struttura di un libro nella mia testa, quell’ossatura che uno scrittore bravo nasconde sotto la superficie delle emozioni. La tecnica che sostiene tutto quanto. Ora leggo guardando come altri scrittori muovono le pedine del gioco, quali tasti premono per emozionare il lettore. Allora prendo i loro geniali metodi e li modifico per adattarli al mio stile personale”.

Quando è approdato a Einaudi?

“Nel 2016, dopo vari anni di lavoro come ghost writer. Desideravo fortemente tornare allo scoperto con un libro mio, e con mio

(da letteraturaecinema.blogspot)

intendo dire che rappresentasse me come persona, prima ancora dello scrittore. L’autenticità di questa storia ha subito entusiasmato Einaudi Ragazzi, che l’ha voluta fortemente. Da allora non ho più smesso di collaborare con questo eccezionale editore”.

Quale è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere Grande?

“In una parola: Sicilia. Volevo raccontare le mie origini, e non si può parlare di Sicilia, una terra di contrasti, senza parlare di Mafia.

 

Nel paese di mio padre, quello dove ho passato le estati della mia adolescenza (come il protagonista del libro) ci sono state retate e arresti che hanno coinvolto diversi giovani.

 

Ho immaginato la storia di uno di loro, che quasi senza accorgersene si trova coinvolto in un pericoloso giro di amicizie dal quale è difficile affrancarsi. Per farlo dovrà diventare GRANDE”.

Quanto tempo è stato necessario per la stesura del romanzo?

“È una domanda che fanno sempre anche i ragazzi, e allora rispondo che la stesura effettiva non ha superato le cinque settimane. La parte di progettazione e ricerca, invece, cioè il periodo in cui la storia aleggiava nella mia testa come un fantasma, priva di contorni definiti, è durata all’incirca un anno e mezzo”.

Lei incontra spesso gli studenti, quali sono le domande più frequenti?

“Quanto impieghi a scrivere? Come sei diventato uno scrittore? Quanto di te c’è nei tuoi libri? Quanto guadagni? Sono domande che fanno anche gli adulti, perché i ragazzi sono molto più profondi e perspicaci di quanto i grandi siano disposti ad ammettere. Amano parlare di argomenti duri, vogliono affrontarli e accolgono con gioia i discorsi chiari e diretti. Forse è per questo che i miei incontri vanno bene: parlo ai ragazzi con grande onestà intellettuale.

Quali, tra i vari personaggi dell‘Odissea, possono essere paragonati al protagonista Luca e a Mario, il suo contraltare?

Luca è senz’altro Ulisse che, attraverso il mare agitato dell’adolescenza, sta cercando la strada per tornare a casa, dalla sua famiglia. Fatico invece con Mario... Potrei forse paragonarlo a Polifemo, dato che il suo cattivo comportamento è frutto di una visione cieca di valori come l’amicizia, l’onore e il rispetto”.

Progetti per il futuro?

A giugno 2018 è uscito il mio nuovo libro per Einaudi Ragazzi: Khalifa, un immigrato da medaglia. Questa storia prende vita da un fatto di cronaca italiana, spiega i sentimenti di un immigrato irregolare attraverso i suoi occhi. Scriverlo è stata un’esperienza illuminante sotto molti aspetti.

 

Ecco una breve presentazione: la storia di Khalifa inizia in Bangladesh, in una baracca, in condizioni di estrema povertà. Sogna di venire in Italia per migliorare la propria vita, ma a Roma la sua vita non migliora affatto. Non trova né una casa né un lavoro e finisce a vivere in un buco fognario sulle rive del Tevere. Passa le giornate in attesa che accada qualcosa. Da invisibile fra gli invisibili. Finché vede il corpo di una donna galleggiare nel fiume. C’è chi urla, chi chiama i soccorsi, chi si gira dall’altra parte. Lui è l’unico ad avere il coraggio di gettarsi in acqua. Ancora non sa che quel tuffo gli cambierà la vita”.

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