Ester Cecere : Dall’India a Lampedusa. Soste di viaggio

Ester Cecere : Dall’India a Lampedusa. Soste di viaggio

Ester Cecere

Chi è Ester Cecere

Ricercatrice presso il Consiglio nazionale delle Ricerche di Taranto, città dove vive, si occupa di biologia marina.

 

Oltre alla passione per il suo lavoro, ha quella dello scrivere. Dotata di ingegno multiforme e vivace, ama cimentarsi in discipline e canali espressivi variegati, dimostrando capacità poliedriche e riuscendo a comunicare la propria intuizione in modo mai superficiale, ma sempre tendente ad un disegno armonico.

 

Ha pubblicato cinque libri di poesie e raccolte di racconti ottenendo successo di critica e pubblico.

 

Dopo Istantanee di vita (Kairos edizioni, 2015), è del febbraio 2019 la sua ultima raccolta di racconti: Dall’India a Lampedusa. Soste di viaggio (Wip edizioni).

Di cosa parla Dall’India a Lampedusa. Soste di viaggio

L’India e l’isola di Lampedusa: sono questi gli scenari che fanno da cornice ai diciotto racconti che compongono la raccolta. Storie vissute in prima persona dall’autrice, come quelle che riguardano l’India, in particolare la regione del Rajasthan, ma anche interiorizzate attraverso eventi ai quali non ha potuto restare indifferente.

Esperienze esaltanti o drammatiche, ma mai banali. Una finestra per vedere il mondo, per piangerlo e per sognarlo, in un susseguirsi di squarci di umanità che arrivano improvvisi e rimangono impressi in modo indelebile.

Cosa ne penso

Come nella precedente raccolta, anche in questa si parla del viaggio. Pur non potendo delimitare il genere entro confini rigorosamente fissati, possiamo dire che siamo di fronte ad una Letteratura di viaggio. Non una nuda e cruda registrazione di date ed eventi, quindi, ma l’estrinsecazione di ciò che l’autrice ha visto, o soltanto immaginato.

La metafora e il simbolismo del viaggio sono stati usati, in ogni epoca, per definire concetti allo stesso tempo antitetici e simbiotici come la vita e la morte. Per le generazioni antiche, la partenza, per esempio, è stata vissuta come una separazione spesso associata alla morte, basti pensare a quella per le guerre.

Il viaggio, quindi, è sempre stato percepito come un avvenimento che mette alla prova e contemporaneamente perfeziona il carattere del viaggiatore rendendolo consapevole della propria identità, una volta allontanato dalla propria società.

 

Per quanto riguarda questa raccolta, sono soprattutto temi sociali e culturali quelli trattati e restituiti al lettore, attraverso gli occhi e il cuore dei protagonisti Alessandra e Michele.

 

Da apprezzare l’espediente di utilizzare la stessa voce narrante per tutti i racconti. Questo ha eluso il pericolo di un eccessivo frazionamento e ha reso più omogenea la raccolta che appare quasi come una storia unica.

Qui non si parla semplicemente di ciò che si è visto o vissuto, ma di quello che è entrato, come lama di coltello, nella carne e nell’anima dell’autrice che si mette a nudo con tutte le sue umane contraddizioni e fragilità.

Storie di uomini e donne che, nonostante le avversità, hanno cercato di lasciare dietro di loro una goccia di dignità. E questo, ci insegna Ester Cecere, accade sia all’ombra del Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo, che su un gommone in mezzo al Mediterraneo.

Un libro forte, seppur reso in modo delicato e semplice, che basandosi su una rappresentazione analitica dell’esistenza umana, fa riflettere sulla vacuità delle convenzioni borghesi e su una vita spesso priva di senso. Attraverso i suoi racconti, Ester Cecere denuncia l’indifferenza umana di fronte al dolore e alla miseria, cercando di scuotere le coscienze.

Storie vere, frammenti di esperienze, incontri casuali che durano l’eternità di un istante e che ci permettono di rivivere la nostra cultura in uno stato nuovo e sorprendentemente creativo.

 

Un libro da leggere, che ci insegna anche che non sempre si viaggia per piacere, molte volte lo si fa per necessità, ma comunque sempre per cercare la felicità e una vita migliore.

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