Intervista esclusiva allo scrittore Matteo Nucci

Intervista esclusiva allo scrittore Matteo Nucci

Matteo Nucci

Matteo Nucci

Matteo Nucci, scrittore, studioso del pensiero antico, autore di numerosi saggi su Empedocle, Socrate e Platone, i suoi racconti sono apparsi in antologie e riviste (Il Caffè Illustrato e Nuovi Argomenti) i suoi articoli e reportage di viaggio escono regolarmente su Il Venerdì di Repubblica.

Esordisce nel 2009 con il suo primo romanzo dal titolo: Sono comuni le cose degli amici, entra subito nella cinquina dei finalisti al Premio Strega 2010, nel 2011 dà alle stampe il suo secondo romanzo-saggio dal titolo: Il toro non sbaglia mai entrambi i libri sono editi da Ponte alla Grazie. Nel 2013 esce il suo terzo libro dal titolo: Le lacrime degli eroi, un saggio narrativo, racconta l’evoluzione della civiltà ellenica dal mondo arcaico a quello classico, intrecciandola con ciò che di quella civiltà è rimasto nel mondo greco di oggi.

Quest’anno è uscito il suo ultimissimo libro dal titolo: È giusto obbedire alla notte edito Ponte alle Grazie. Candidato al Premio Strega 2017.

 

Ringraziamo Bailo Fausto che l’ha intervisto per noi e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che, come sempre, ha collaborato fattivamente.

Quando è nata in lei la passione per la scrittura?

“Ho sempre scritto. Fin da bambino. Lo zio di mio padre era avvocato e scriveva letteratura. Mio padre avvocato. Tutti comunque scrivevano: grafia sottile, macchine da scrivere e carta carbone per fare le copie. Sono cresciuto nell’odore dell’inchiostro che dominava l’ufficio di mio padre, le prime fotocopiatrici, l’odore del bianchetto per correggere errori di battitura. Volevo scrivere. Era la passione che si ha nell’emulare i grandi. Poi però la passione doveva diventare mestiere”.

Quali sono stati i suoi scrittori di riferimento?

Hemingway e Platone. Hemingway per i dialoghi e l’idea che si deve dipingere la persona e non il personaggio. Platone per la difficoltà, la sfida, la parola che tintinna e che sotterranea torna e intanto scava dentro chi legge. Entrambi per l’omissione, il vuoto, il silenzio in cui il lettore deve trovare un senso”.

Quale è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere È giusto obbedire alla notte?Copertina

“L’idea di un luogo che è altro dalla città e che pure racconta l’anima della città. L’idea di una comunità più forte benché apparentemente ai margini. L’idea di un’atmosfera. Tutto quello che ho annusato la prima volta che finii nei luoghi che poi ho raccontato, ossia nel 2009. Ma la vera scintilla viene dopo. Un anno dopo. Quando la storia del passato del dottore mi ha visitato. Sapevo di voler raccontare un uomo in fuga. Ma cosa fuggiva? Ecco, quando ho scoperto il suo passato, il libro è iniziato”.

L’ambientazione del suo romanzo tra vecchi pescatori di anguille, emarginati, quanto rispecchia la realtà?

“Come ho detto è stata ispirata dalla realtà dei luoghi che visitai. Ma certo le persone che ho descritto, il loro mondo, le loro relazioni non sono che il frutto dell’immaginazione. Un’immaginazione che nasce lì, però. Attorno all’Anaconda, di cui appunto per celebrarne l’importanza ho mantenuto il nome reale”.

Il dottore, il protagonista del suo romanzo, vive una sorta di rinascita ai margini della società?

“Il dottore deve sprofondare nella sua notte per conoscerla e accettarla. Solo allora potrà cominciare a rinascere. Per far questo abbandona la società come per tutta la vita l’aveva conosciuta e vissuta. Ai margini di quella società si apre un’altra società di cui come ho detto possiamo tutti percepire una solidità e un’autenticità più profonde. Certa gente non ha bisogno di mentire davvero”.

imagesQuale genere musicale rappresenta meglio la vita del dottore?

“Il libro è dominato da musiche italiane anni Sessanta e dall’amarezza della canzone romana, dal suo cinismo che non è disincanto ma romanticismo. Quanto al dottore c’è la musica classica del suo passato di cui deve conoscere e accettare il Requiem tedesco di Brahms. Per slanciarsi nel futuro. Ovvero nelle musiche estranee, levantine e soprattutto nello spirito del rebetiko, la musica greca che ascolta casualmente e può aprirgli un mondo”.

 

Con quale scrittore del passato le piacerebbe discutere di letteratura?

Eraclito, Sofocle, Platone, Hemingway, Faulkner, Fitzgerald, Nietzsche, Arlt, Onetti, Amado. Tutti allo stesso tavolo a bere”.

Condividi:

Post correlati

‘Paperoga e una sorpresa per la testa’: intervista al fumettista Giovanni Preziosi

'Paperoga e una sorpresa per la testa': intervista al fumettista Giovanni Preziosi


'Paperoga e una sorpresa per la testa': intervista al fumettista Giovanni Preziosi

Sono innumerevoli le storie del settimanale Topolino che da decenni appassionano i lettori. Avventure incredibili in compagnia dell'allegra brigata Disney. Oggi vi parliamo di Paperoga e una sorpresa per la testa, al quale hanno lavorato lo straordinario Carlo Panaro e Giovanni Preziosi che...

Intervista allo scrittore e poeta Iuri Lombardi

Intervista allo scrittore e poeta Iuri Lombardi


Intervista allo scrittore e poeta Iuri Lombardi

“Fa una scelta di buoni autori e contentati di essi per nutrirti del loro genio se vuoi ricavarne insegnamenti che ti rimangano. Voler essere dappertutto e come essere in nessun luogo. Non potendo quindi leggere tutti i libri che puoi avere, contentati di avere quelli che puoi...

Fumetti: intervista all’illustratore Danilo Barozzi

Fumetti: intervista all'illustratore Danilo Barozzi


Fumetti: intervista all'illustratore Danilo Barozzi

Il settimanale Topolino ha fatto crescere lettori di più generazioni, regalando una miriade di belle storie e personaggi. Paperon de' Paperoni, nato dalla fervida fantasia di Carl Barks nel 1947, è fra i più amati. . Per questo siamo felici di intervistare l'illustratore Danilo Barozzi...

Lascia un commento