Intervista al noto scrittore/editore Gordiano Lupi

Intervista al noto scrittore/editore Gordiano Lupi

10550890_446605995542118_1087885484703448298_nHo incontrato Gordiano Lupi (con me nella foto), noto personaggio del panorama culturale italiano, durante la trasmissione su TV9 Quantestorievuoi condotta dalla giornalista Francesca Ciardiello ed alla quale partecipo come critica letteraria, ormai da quasi tre anni.

 

In quella occasione ho potuto capire meglio questo scrittore poliedrico, grande conoscitore della cultura cubana e del cinema italiano, che nella sua vita ha sperimentato veramente tanto. Sentita qua…

 

Scrittore, direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, collaboratore de La Stampa di Torino per la quale ha tradotto il blog della cubana Yoani Sánchez, direttore della collana di narrativa latinoamericana Celebres Ineditos di Edizioni Anordest, traduttore dei romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz: Machi di carta (Stampa Alternativa, 2003)

 

Ha scritto decine di romanzi e opere divulgative dedicate a personaggi come Federico Fellini, Joe d’Amato, Lucio Fulci, Ruggero Deodato, Tinto Brass, Enzo G. Castellari, Tomas Milian, Gloria Guida ed Edwige Fenech.
Ha partecipato a molte trasmissioni TV come a esempio Cominciamo bene le storie di Corrado Augias, Uno Mattina Gordiano lupidi Luca Giurato, Odeon TV, La Commedia all’italiana su Rete Quattro (nella foto a destra), Speciale TG1 di Monica Maggioni, Dove TV a tema Cuba. È stato anche ospite di trasmissioni radiofoniche sia in Italia che Svizzera per i suoi libri e commenti sulla cultura cubana.

 

Ghirlanda

 

 

Lei ha scritto decine di libri. Come sceglie i soggetti, cosa solletica di più la sua immaginazione?

Non ho mai scelto un soggetto, perché non scrivo a contratto. Scrivo quando sento il bisogno di dire qualcosa e soltanto di argomenti che mi stanno a cuore. Questo vale anche per la saggistica cinematografica. Non seguo le mode ma le mie passioni. Il mio immaginario è spesso legato al passato, agli anni Settanta, al periodo della mia giovinezza.

In genere di cosa trattano?

In narrativa ho scritto alcuni romanzi noir ambientati a Cuba (tra questi consiglio Fame – Una terribile eredità) e un romanzo – che ritengo la mia cosa migliore – ambientato in provincia: Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino, che racconta il ritorno a casa di ex un calciatore di successo che ritrova la sua terra, se ne innamora di nuovo e decide di restarci per sempre. Il calcio è la cornice, la scenografia, ma il senso profondo della storia è la ricerca del tempo perduto, della giovinezza lasciata, del proprio passato. E’ stato presentato al Premio Strega 2014 ed è stato ammesso tra i 25 della prima selezione.

35829964_miracolo-piombino-di-gordiano-lupi-un-estratto-0A chi sono diretti?

Non credo di avere un pubblico specifico, anche se l’ultimo romanzo (Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano), visto che parla di adolescenza, avrebbe la pretesa di rivolgersi ai giovani. Penso che i miei romanzi siano diretti a un pubblico che ama le storie scritte con stile cassoliano, pure pasoliniano, narrazioni descrittive, intense, introspettive. Non scrivo per seguire le mode, perchè – come ha detto Mario Baudino su La Stampa – la mia è una narrativa “piacevolmente fuori dalle mode”.

Segue un rituale nello scrivere? Se sì, quale?

No, non seguo rituali. Scrivo quando posso e come posso, quando mia figlia di nove anni me ne lascia il tempo, visto che per ora è molto legata a suo padre. Però quando ho l’idea giusta che mi prende scrivo di getto, in maniera compulsiva e approfitto di ogni istante libero. Posso scrivere un romanzo in tre mesi, se la storia s’impadronisce di me. Per i saggi è diverso, è una questione di metodo e di documentazione.

Lei è piombinese…quanta toscana c’è nelle sue storie?

Tantissima negli ultimi due romanzi (Calcio e acciaio e Miracolo a Piombino), soprattutto la mia provincia, il mio cassoliano angolo di Maremma sul mare. Meno nelle storie cubane, che fanno parte della mia vita, comunque.

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Non ha mai nascosto la sua grande passione per gli anni ottanta e tutto ciò che li circonda. Molto ha scritto infatti su quel periodo storico, ma ora è arrivato anche Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione. Perché proprio questa attrice? La conosce personalmente?

Ho scritto moltissimo sul cinema degli anni Sessanta e Settanta, persino una Storia del Cinema Horror Italiano in quattro volumi, meno sugli anni Ottanta, ma fanno comunque parte della mia analisi, più critica, perché ritengo siano l’inizio della fine e della decadenza. Gloria Guida è un mio sogno adolescenziale, le sue pellicole sono piccole madeleines proustiane della mia giovinezza, contengono il me stesso inafferrabile, quella parte che non può tornare…

 

 

Cultura cubana, lei ne è esperto. Premesso che ha sposato una cubana (nella foto), come 1934058_446606015542116_8380667368522050824_nnasce la passione per questa meravigliosa terra?

Grazie a mia moglie, che mi ha fatto conoscere riti e cultura di una terra fantastica. Ho scritto un libro sulla santeria e uno sulla musica cubana, ma anche saggi divulgativi sulla società e sui costumi locali (Almeno il pane Fidel, Mi Cuba…). Peccato che siano quasi tutti esauriti. Ho tradotto molti scrittori cubani interessanti: Alejandro Torreguitart Ruiz, Guillermo Cabrera Infante, Virgilio Pinera, Heberto Padilla, Felix Luis Viera… e in spagnolo sono un autodidatta!

Ha collaborato con La Stampa di Torino come traduttore del blog di Yoani Sánchez, poi ha smesso. Perché?

Discorso molto lungo e complesso. Dovrei scriverci un libro (ma non lo farò). Ho dedicato sette anni della mia vita a Yoani Sanchez, perché condividevo le sue idee. A un certo punto mi sono accorto che qualcosa non tornava. I miei detrattori dicono che potevo rendermene conto prima. Forse hanno ragione loro. Meglio tardi che mai, comunque.

yoani-sanchez-todo-por-dineHo letto che la Sanchez ha aperto un periodico on line. Chi leggerà un giornale on line a Cuba?

Nessuno. Ma la Sanchez non fa cose per Cuba e per i cubani. Il suo operato va in due direzioni: Miami e il suo conto in banca. Non solo, è molto interessata anche al suo ego e a coltivare una popolarità internazionale.

Fra le mille cose che ha fatto e fa, c’è anche la direzione editoriale delle Edizioni Il Foglio. Recentemente ho intervistato un noto scrittore italiano secondo il quale, oggi, il libro deve essere principalmente in ebook, perché la cultura si fa sul web. Come editore e come persona è d’accordo con questa affermazione?

Il Foglio Letterario – ora come ora – è la cosa più importante che faccio. Una casa editrice come la nostra non esiste in Italia: siamo underground fieri di esserlo, proprio per questo abbiamo dato disdetta a PDE – Messaggerie, affidandoci a Libroco e alla piccola distribuzione. Esistiamo dal 1999 come una sorta di cooperativa non profit di autori, caratterizzata dal fatto che ogni segmento associativo non pensa solo al proprio piccolo libro, ma partecipa al buon andamento della struttura, diffondendo il lavoro degli altri. Capitolo e-book. Noi li facciamo, ma il fatturato (che brutta parola per la cultura!) rappresenta un 3% del globale. “La cultura si fa sul web” è frase che mi trova pure d’accordo, ma va fatta gratis. In pochi sono disposti a comprare cose virtuali, non cartacee, contenuti digitali.

Quando scrive vuole lasciare/lanciare messaggi?

Chi scrive – atto di per sé arrogante e presuntuoso – vuol esprimere la propria concezione del mondo. Persino quando traduco scelgo autori che sento vicini come fratelli spirituali…

Il libro che avrebbe voluto scrivere?

Troppi. Tra i cubani L’Avana per un infante defunto di Guillermo Cabrera Infante. Tra gli italiani La ragazza di Bube la ragazza di bubedi Carlo Cassola. Ma anche un sacco di romanzi di Moravia e di Pasolini…

E quello che scriverà?

Un libro sull’Avana, vista dai suoi scrittori. E’ già in preparazione. Mi prendo un periodo di vacanza dalla mia Piombino e – almeno con il pensiero – torno ai Caraibi.

Il libro sul suo comodino?

Il mio comodino deborda libri. Persepolis della Satrapi che sto leggendo con mia figlia. Tempi memorabili di Cassola, che sto rileggendo. I Racconti di Kafka (altra rilettura) e diversi libri di amici e colleghi che devo recensire e segnalare. Ho finito l’ultimo Veltroni alcuni giorni fa e l’ho trovato straordinario.

E quello nel cassetto?

Nel cassetto telematico ho diversi inediti che forse non usciranno mai, perché hanno perso la loro occasione o perché il tempo li ha superati. Ho tanti inediti di cinema e un paio di romanzi.

Cosa legge di solito? Nel tempo sono cambiati i suoi gusti in fatto di autori e generi letterari?

Leggo molti autori cubani e tanta poesia in lingua spagnola, che traduco. Sì, negli ultimi vent’anni ho aggiunto alle mie letture molti scrittori cubani che prima non leggevo. Ma non rimpiango certo di aver incontrato sulla mia strada gente come Cabrera Infante, Virgilio Pinera, Heberto Padilla… Per la narrativa italiana sono rimasto legato ai classici del Novecento: Cassola, Moravia, Pasolini, Fenoglio, Bianciardi…

La ninfa incostante di Cabrera Infante

Il ricordo di sempre legato a un libro?

La ninfa incostante di Cabrera Infante è un libro che ho amato per averlo letto in lingua originale. Un bel giorno Minimum Fax – Sur mi ha chiesto di tradurlo per loro. Un bel ricordo. E quel libro non mio è il mio capolavoro. E lo sento più mio di tanti altri…

 

 

Ha mai regalato, o le è stato regalato, un libro per amore?

Io regalo sempre libri per amore, soprattutto a mia figlia, anche a Natale e per i compleanni: sono i miei bigliettini. Questo Natale – per esempio – ho regalato le Fiabe Cubane, da me tradotte, alla quarta elementare dei Diaccioni, a Piombino, frequentata da mia figlia. E per lei un Rodari natalizio. Mia moglie mi ha regalato l’ultimo Veltroni per il mio compleanno ed è stato un atto d’amore, perché sa quanto mi manchi mio padre, anche se – rispetto a Veltroni – ho avuto la fortuna di averlo accanto per molti anni.

Una frase/ricordo per i lettori di Letteratura e dintorni…

“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che quella è la più bella età della vita”, la frase di Paul Paul NizanNizan (nella foto) che è il leitmotiv di Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano, il mio ultimo lavoro. Mi è rimasta appiccicata come una seconda pelle…

Dove possiamo seguire la sua scrittura (blog siti …)?

www.infol.it/lupi è il mio sito ufficiale, ma consiglio i blog: http://cinetecadicaino.blogspot.it/, dove parlo di cinema italiano e http://gordianol.blogspot.it/ dove parlo di Cuba e di letteratura.

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