Biennale creatività femminile Bra: Cristina Valente

Biennale creatività femminile Bra: Cristina Valente

Si è da poco conclusa a Bra, in provincia di Cuneo, la Biennale della Creatività al femminile – W.A.B. Women art Bra.

Questa 3^ edizione della mostra-concorso completamente dedicata al talento delle donne, ha presentato una novità importante rispetto alle passate edizioni, perchè oltre alle creative italiane, ha visto la partecipazione di artiste provenienti da altri paesi europei, come Germania, Svizzera, Regno Unito e Romania.

Dopo l’intervista ad alcune delle protagoniste – come Giorgia Ruggeri e Kiki Maggiora, ecco quella a Cristina Valente, voce, compositrice e produttrice della musica dedicata a “Sguardo di Donna”, opera d’arte grafica a tecnica mista, bi-frontale e interattiva, ideata e creata da Patrizia Ravinale – che ha coinvolto l’Avvocato Sonia Andriani per la parte letteraria e Cristina Valente per la parte musicale, scegliendo di amalgamare tre discipline artistiche in un’unica storia tutta al femminile.

Ringraziamo Bailo Fausto e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per aver reso possibile questa intervista.

 


Ringraziamo Bailo Fausto e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per aver reso possibile questa intervista.

Cristina ci parli di lei ed il suo incontro con il mondo della musica…

“Il mio incontro con la musica è legato alla mia primissima infanzia. Il fascino e la curiosità che il suono del pianoforte di famiglia destava in me andava oltre ogni altro interesse. Quei suoni erano così avvolgenti che mi sentivo parte di loro, come se volessero giocare con me.

A casa mia si è sempre sentita tantissima musica: dalle hits dei passaggi in radio ai dischi dei Queen, dei Pink Floyd e non solo, poi Mozart, Vivaldi, Beethoven, Tchaikovsky, Gershwin, Rachmaninov, e molti-molti altri anche più recenti. Per ragioni più personali, ho avuto la fortuna inconsapevole di sviluppare un orecchio ed una sensibilità musicale che mi hanno portata a maturare la scelta di dedicarmi alla Musica ed essere la professionista che sono. La Musica mi ha salvata ed io sono grata per questo.”

Come è nata l’idea di partecipare alla Biennale della creatività femminile di Bra?

Cristina Valente

“Non è nata da me. Patrizia Ravinale aveva dato vita ad una delle sue piccole opere a tecnica mista e voleva che questa narrasse il viaggio di una donna attraverso i suoi occhi. Un viaggio fatto di ricerca di libertà, di una donna come tante, ma dal coraggio unico nell’affrontare il proprio destino.

 

L’opera a due volti e due sguardi – da qui, la bi-frontalità, mostrava dapprima la prigionia e poi lo sguardo fiero della scoperta libertà. L’apporto della poesia lirica dedicata da Sonia Andriani ha aiutato l’opera a darne maggior trasporto, ed è poi stato con il mio inserimento che l’opera bi-frontale è diventata interattiva: una sorta di installazione.

 

Quando Patrizia mi ha parlato dell’opera dedicata a questa donna che cercava di scappare da una realtà tragica per trovare una soluzione sia per se stessa sia per i propri figli, ho avuto un flash di ciò che avrei poi scritto. Qui è nato quello che ho poi composto, cantato e prodotto.» [Il brano è su YouTube Sguardo di DonnaPatrizia Ravinale, e si può ascoltare cliccando qui: https://www.youtube.com/watch?v=pc2Bt4-ykFo

Quali sono stati i suoi esordi nel mondo della musica?

“Il Concorso Internazionale per la sez. Orchestre Giovanili – under 15, città di Stresa (CO) che abbiamo vinto. Avevo 12 anni ed ero una delle pianiste dell’orchestra da camera della classe di Sperimentazione  Musicale delle Medie Piumatti: fare Musica d’Insieme – per me, è sempre stata la cosa più bella del mondo, ed è stato nel varcare la soglia del PalaCongressi di Stresa, prima di esibirci, che ho avuto un sentore fortissimo su ciò che avrei fatto da grande: proprio questo!

Da quel momento – non nego le difficoltà nel farmi accettare come musicista dalla mia famiglia, gli studi di pianoforte – con la mia Mentore Prof. A. Bonardi, gli studi di canto e di coro, i concerti ovunque dei più disparati generi, il mio interesse per la polistrumentalità, le composizioni per orchestra e coro ed i concorsi di canto, pianoforte e composizione vinti, mi hanno portato ad approdare poi in studio, neo- ventenne.

Qui, ho imparato il lavoro vero della produzione ad altissimi livelli – grazie a R. Maccagno, ed il mio debutto nella discografia internazionale fu per un duetto tra Céline Dion ed un artista greco-canadese. Un biglietto da visita “risonante” che mi ha permesso di diventare turnista, corista e arrangiatrice nei dischi di artisti internazionali pari ai nostri Ramazzotti, Pausini, etc.. E poi i lavori per Universal, Rai Fiction, Mussida, i manoscritti originali di Vivaldi, il mio trasferimento negli States per aver ottenuto la borsa di studio per il Berklee College of Music in Boston, i premi ed i progetti che ne sono conseguiti! Nel 2014 ho vinto un premio unico, il Berklee Excellence in Vocal Writing Award e poco dopo sono stata scelta per viaggiare il mondo ed audizionare a mia volta i giovani musicisti per il Berklee stesso. …E poi, molto altro…”

Come è cambiato il mondo della musica dal triste avvento della pandemia?

«Sul piano generale è stato uno schiaffo: sono stati annullati tutti gli eventi culturali, non c’è molto da dire. Pochi giorni fa ho sentito una mia cara amica del Coro Giovanile Italiano – coro per cui ho tenuto anche un laboratorio di sperimentazione corale. Lei – Nadia Romeo, violoncellista calabrese, professionista che suona con i 100 Cellos, mi ha raccontato che nulla le manca di più che cantare dal vivo. La capisco benissimo e non solo per quello che il Coro Giovanile ci ha permesso di condividere musicalmente, ma soprattutto a livello umano.

Le amicizie che perdurano negli anni, nonostante le distanze. E non solo in Italia. Ho amicizie vere sparse un po’ ovunque nel mondo. Per quanto riguarda il lavoro, ho la grande fortuna di avere uno studio di produzione mio e lavoro on-line dal 2008, specie per l’estero. Sono dell’idea che questa situazione ci stia insegnando qualcosa di molto più profondo della distanza e del lamento per ciò che non funziona. Nel bene e nel male, sta digitalizzando forzatamente tutte le generazioni. Questo, ha i suoi pro ed i suoi contro. Ma ci sta anche insegnando ad amare e tirare fuori ciò che è dentro di noi e ci sta insegnando che la distanza è una percezione meramente fisica che esiste solo se le diamo attenzione. Questo vale per tutto. E poi, tutto passa, ciclicamente. E si riparte. Cambiati, ma si riparte.»

Con quali artisti musicali le piacerebbe collaborare?

«Mi piacerebbe molto lavorare con Andrea Bocelli, con Renato Zero, e molti dei grandi artisti italiani ed internazionali che hanno dato il loro contributo alla storia della discografia. Credo nel loro esempio, sia dal punto di vista artistico-musicale, sia dal punto di vista delle esperienze di vita che li hanno portati a tirare fuori ciò che avevano da dare alla Musica: loro stessi. Sto cercando di fare altrettanto e magari riuscirò a lavorare anche con loro! Per il momento, oltre a mille progetti in piedi, sto lavorando per un ragazzo che punta a scrivere per Elisa e Tiziano Ferro, e con una giovane artista della scena neo-soul, in NewYork: Dafney.”

Progetti per il futuro?

“In quando scaramantica preferisco non parlarne”.


 

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