Einaudi EL: “(Buoni) Cattivi propositi”

Einaudi EL: “(Buoni) Cattivi propositi”


(Buoni) Cattivi propositi

di Carlotta Cubeddu e Caterina Guagni 

(2022, Einaudi EL)


Dalle rotative dei Einaudi (Edizioni EL) esce questo libro di narrativa per ragazzi e ragazze dagli 11 anni e per tutti gli appassionati di misteri, emozioni, storie d’amore e d’amicizia. E’ scritto a quattro mani da Carlotta Cubeddu  e Caterina Guagni, duo talentuoso ed eclettico, che abbiamo avuto il piacere di intervistare.


Credo le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi.

(Gianni Rodari)


Caterina Guagni

Quando è nata in lei la passione per la scrittura?

Caterina Guagni:“Da piccola avevo un diario segreto, col lucchetto. Morivo dalla voglia di riempire quelle pagine bianche, ma non sapevo mai che scriverci. Così ci incollavo sopra delle figurine o dei ritagli di giornale e mi inventavo delle piccole storielle cercando di collegarle a quello che mi era capitato. Tipo: “Caro diario, oggi mi sento come una foca rapita…” Immaginate che cosa rappresentava l’adesivo? Però da quelle righe assurde ho capito che quando i pensieri diventano inchiostro prendono una vita che va per conto proprio”.

Carlotta Cubeddu:”Non ho mai avuto grande passione per la scrittura e ancora oggi quando un capitolo di un mio libro raggiunge le 3000 battute faccio una festa (e Cate con me). Al contrario mi è sempre piaciuto leggere e raccontare storie, lo facevo davanti ai parenti nelle notti d’estate a Bosa, in una grande casa che chiamavamo Vigna, perché dietro c’erano dei filari di vite. Era la casa di mia zia dove passavamo l’estate con la famiglia di mio padre, non c’era tv e neppure la radio che io ricordi. C’ero solo io, quattrenne, a fare i miei spettacoli davanti a zii e nonna costretti a sopportarmi”.

Quali sono stati i suoi scrittori di riferimento?

Caterina Guagni: “Argh, che domanda difficile! Quante decine di riferimenti si possono fare? Direi innanzitutto che non posso fare a meno di mischiare poesia e prosa. È come avere davanti una strada da percorrere: in certi momenti ti va di viaggiare di corsa, in altri preferisci fare grandi balzi stando quanto più tempo possibile in aria, in altri ancora cammini piano e ti fermi a guardare il paesaggio.

Per fare un bieco elenco dei riferimenti imprescindibili direi, per un versante: Omero, Dante, Ariosto, Leopardi, Rilke, Baudelaire, Montale, Caproni, Lee Masters, Glück; per l’altro: Calvino, Tolstoj, Bulgakov, Dostoevskij, Dahl, Chambers, Shirley Jackson, Murakami Haruki.
Amo la parola asciutta e potente, originale e metaforica: che definisce e allude al tempo stesso”.

 

Carlotta Cubeddu: “Se parliamo di scrittori stranieri Saki, Ágota Kristóf, Oliver Sacks e Christine Nöstlinger hanno lo stile e la scrittura che più mi piace e che non mi annoia mai.

Ogni volta che rileggo Il narratore di favole, Trilogia della città di K, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello e Il bambino sottovuoto penso che li avrei voluti scrivere io. Se invece parliamo di scrittori italiani, le mie invidie aumentano sensibilmente e, anche se mi dispiace escludere alcuni che sono amici, le penne più apprezzate sono Manuela Salvi, Janna Carioli, Luisa Mattia e Davide Morosinotto”.

Come è nata la vostra collaborazione?

Caterina Guagni: “Parlando di Carlotta, non parlerei di collaborazione, ma di colla, labor e azione. Vi dico perché. Prima di essere mia compagna di scrittura, Carlotta è una sorella. Avete presente quella persona con cui si sta ore e ore a parlare dei massimi sistemi e poi altrettante ore a ridere per una scemenza? Ecco quella persona lì. È la mia parte coraggiosa, spavalda, risoluta e risolutiva. La mia parte aggressiva e senz’altro la più compassionevole”.

Carlotta Cubeddu:“Ci siamo conosciute un giorno in ufficio e il giorno dopo le ho chiesto se voleva venire a vivere con me (lei cercava una camera in affitto). Ci sono persone che costruiscono l’amicizia nel tempo, io seguo molto l’istinto e fino a oggi non ho mai sbagliato sulle persone che mi sembrano spiriti affini. Caterina lo è nella vita e anche nella scrittura, siamo complementari: io ho più facilità a scrivere scalette, trame, movimenti però difetto nell’approfondimento dei personaggi, delle sensazioni dove invece Cate sguazza come un delfino curioso!”

E questo libro, come nasce?

Carlotta Cubeddu

Caterina Guagni:“Da una domanda davanti a una birra: «Ma se due amiche si volessero far bocciare di proposito”?!?!?»

 

Carlotta Cubeddu: “Mi fido della risposta di Cate, perché io non mi ricordo mai nulla. Sono sicura che volessimo scrivere un diario doppio perché entrambe l’avevamo fatte da ragazze, ma essendo diventate amiche da adulte non abbiamo avuto la stessa possibilità.

La prima stesura infatti prevedeva solo un diario doppio ambientato ai giorni nostri, ma non funzionava granché perché la vita delle ragazze di oggi, tra registro elettronico e cellulari, permette molti meno movimenti rispetto a un tempo”.

Qualcosa sulla trama?

Caterina Guagni: “Giorgio ha 15 anni e tre grossi problemi: una prof. di Storia che lo vuol bocciare, un amico che non lo considera più e una madre generalessa, Caterina. I suoi giorni scorrono monotoni – costellati da lavoretti malpagati nella libreria di famiglia e dall’inutile scambio di messaggi con i compagni di classe – finché non conosce Emma... e soprattutto finché non trova un quaderno del 1996 in cui sua mamma, quattordicenne, dichiara alla migliore amica Karl di voler fare esplodere la stessa libreria a cui ora dedica tutta la vita. Da quel momento, Giorgio ed Emma cercano di risolvere due misteri: chi è questa Karl, mai sentita nominare, e che fine ha fatto? Com’è che l’insicura Kat è diventata mamma Caterina”?

Carlotta Cubeddu: “Aggiungo un pezzo di trama rispetto a quella scritta da Cate. Nei quaderni che Giorgio legge le due ragazze hanno un problema enorme: nella scelta della scuola superiore sono state separate e non intendono accettare questa scelta dei loro genitori. Per questo motivo decidono di farsi bocciare. Questa cosa ovviamente aumenta la curiosità di Giorgio, perché da adulta sua madre è fissata con la scuola”.

Come è avvenuto il vostro incontro con la casa editrice Einaudi Ragazzi?

Caterina Guagni: “Il primo incontro con Edizioni EL è avvenuto attraverso la lettura dei libri favolosi del suo catalogo: solo per citarne solo un paio, ho molto amato Grande di Daniele Nicastro e Lo spacciatore di fumetti di Pierdomenico Baccalario. Il contatto come scrittrice è stato grazie all’intermediazione della favolosa Book on a tree, una vera e propria fucina creativa che riunisce in un circolo virtuoso autori e autrici, illustratori e illustratrici… in breve, tutte quelle figure che ruotano intorno alle storie, in particolare alle storie per bambini e ragazzi”.

 

Carlotta Cubeddu: “Il catalogo di Edizioni EL parla per loro, è uno di quegli editori con cui ogni scrittore vorrebbe pubblicare e speriamo di poter dare il nostro contributo affiancandoci agli scrittori citati da Caterina e non solo. Io collaboro con Book on a tree fin dal mio primo romanzo e anche in questo caso si sono presi cura del lavoro che gli avevo proposto anche affiancandoci una editor interna, Manuela Piemonte, che ci ha aiutate a dare all’editore il lavoro migliore possibile per quanto sempre perfettibile”.

Progetti per il futuro?

Caterina Guagni: “Posso solo dire che il nuovo romanzo che sto scrivendo, sempre a quattro mani con Carlotta, se ne va a giro su quattro ruote e che sbucherà nel 2023… Poi ho un’altra storia quasi pronta, con venature noir.
Ma prima di tutto questo, vorrei fare tanti, tantissimi incontri per conoscere giovani lettori e lettrici e parlare con loro”!

Carlotta Cubeddu: “Abbiamo appena consegnato la prima stesura del nuovo romanzo di cui ha parlato Cate e abbiamo alcune nuove idee nel cassetto su cui stiamo studiando, per esempio un libro storico ambientato a fine ‘800 con la nascita del cinema. Individualmente mi piacerebbe tentare un’avventura comica per la fascia d’età più bassa rispetto a (Buoni) Cattivi Propositi, è un po’ di mesi che ci ragiono e forse sto trovando la quadra. Incrociate le dita per me”!


Intervista a cura di Bailo Fausto e Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) 


 

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