Filosofia/Poesia: ‘Figli di una antica vendemmia’ di Nicola Feruglio
Figli di un’antica vendemmia
di Nicola Feruglio
(2024, edizioni Croce)
Chi è l’autore
Nicola Feruglio è nato a Como nel 1972 e risiede a Roma. Scrittore e presidente dal 2008 dell’Associazione Antropologia Terzo Millennio (A. T. M.). Nel 2015 esce il suo saggio filosofico L’energetismo segreto della vita (BookSprint), pubblicato poi dalla casa editrice spagnola Dunken. Negli anni successivi pubblica alcuni racconti, ma è del 2019 la sua prima raccolta poetica Dimensioni aurorali (Aletti).
Nel 2021 pubblica l’antologia poetica Fin dove giunge il canto dell’iperboreo (Aletti). Nel 2022 viene pubblicata nella versione italiano/arabo, con la traduzione in lingua araba a cura dal professor Hafez Haidar che aveva firmato anche la prefazione della versione italiana.
Di cosa parla il libro
In bilico fra poesia e prosa, si rivela come un progetto di vita possibile. Feruglio approfondisce i concetti e l’apparente contrapposizione fra lo spirito apollineo e quello dionisiaco. Creatività, sesso, istinto oppure regole morali e razionalità?
Un testo rivolto alla profusione cosmica da cui origina ogni forma biologica, all’orgia spirituale pre-individuale e pre-linguistica. Ma anche a quell’esperienza estatica, praticata ed evocata nel corso dei secoli dai folleggianti fautori di Dioniso. I bramani, i neoplatonici plotiniani, i mistici sufi, le opere di Nietzsche e Giorgio Colli e i poeti della Beat Generation. Senza dimenticare l’esondante sviluppo di tradizioni sciamaniche e visioni quantistiche fiorito nella millenaria vicenda dello spirito.
Un esercizio poetico, inteso come arte dell’estasi, che traccia un possibile sentiero oltre i miraggi del soggetto, dell’oggetto e della storia. E’ lì che ci attende l’abbondanza di una nuova vendemmia dionisiaca.
Cosa ne penso
Figli di un’antica vendemmia è attraversato da una forte tesi: la necessità di produrre una forma di conoscenza oltre il dualismo classico del pensiero occidentale, dato dalla separazione tra il soggetto e l’oggetto. Tesi che si dipana tra il verso libero delle poesie e la lucidità dei frammenti in prosa. Si ramifica e arricchisce di elementi filosofici, musicali, teatrali, cinematografici ed antropologici, generando un’originale forma di nomadismo culturale. Il libro, per articolazione e visione cosmopolita, può essere sintetizzato in quattro premesse necessarie:
1- È il libro dell’interpretazione gnoseologica dell’orgia dionisiaca: l’orgia intesa non in termini sessuali, ma in termini mistico-rituali, di mescolanza psichica tra tutte le creature, umane, animali, vegetali, minerali. In grado di ripristinare una Cosmoempatia (titolo di un saggio filosofico di Feruglio del 2017), un “campo ecosferico” vitale e senziente, nel quale scompaiono relazioni gerarchiche tra le creature e i regni.
2- È il libro dell’estasi: l’estasi descritta come quel misterioso fenomeno di scorporazione, provocato dalla dissoluzione dell’io che comporta l’effusione della coscienza individuale nel campo quantistico, nella mente estesa o nella coscienza archetipica. Fenomeno descritto da molti filosofi/mistici, tra i quali Plotino, Abari, Teano, Rumi.
3- È il libro che propone il poetare come antidoto al transumanesimo: l’alternarsi delle poesie e dei brani in prosa (che appaiono come reciproche ramificazioni), mettono in luce un necessario confronto. Quello tra la cultura transumanista (modificazione, correzione e superamento della natura umana con la tecnica) e il fenomeno della poeticizzazione della vita che invece rivendica il potenziale umano ancora inespresso.
Liberabile sono attraverso un cammino auto-realizzativo, che implichi un nuovo patto totemico con l’eco-sfera e lo sviluppo di una vocazione poetico-ecosofica. In soccorso della scrittura di Feruglio giungono i movimenti controculturali come la Beat Generation, le tradizioni risalenti ai Misteri Dionisiaci, il concetto di Immediatezza di Giorgio Colli, il teatro di Julian Beck, la furente libertà armonica e ritmica del Free jazz, il movimento ecosofico nato dalle opere del filosofo norvegese Arne Næss, la lezione sull’immanenza di Gilles Deleuze.
4- È il libro nel quale, biografismo, attualità politica e misticismo si fondono: il testo affronta ed intreccia con disinvoltura questioni strettamente autobiografiche (alcune legate all’infanzia e all’adolescenza) e delicate questioni geo-politiche (il fallimento del capitalismo, l’inferno di Gaza, l’automazione digitale).
Feruglio produce di fatto un campo di infinite possibilità, nel quale misticamente avviene il superamento tra soggetto e oggetto, tra presunto evento e la sua percezione psichica. Si presenta come un articolato inno al “poetare”, caratterizzato da un illimitato Effetto Osservatore quantistico, analogo al Tat Tvam Asi (Advaita Vedānta) ‘tu sei ogni cosa che percepisci, che fai, e ogni versione di realtà che decidi di generare.’
Un testo che si sviluppa come un moderno rito dionisiaco, in grado di rivendicare con forza il primato della poesia sulla realtà.
Recensione a cura ufficio stampa Piera Salvatori.