“Musica per un amore proibito” di Hanni Munzer

“Musica per un amore proibito” di Hanni Munzer


Musica per un amore proibito

di Hanni Munzer

(2017,2020 Giunti editore)


Chi è Hanni Münzer

Hanni Münzer è nata e vive attualmente in Germania, ma ha abitato per lunghi periodi a Seattle e a Roma. Da sempre appassionata di narrativa, nel 2013 ha iniziato ad autopubblicare online i suoi romanzi, finché nel 2014 il clamoroso successo di Musica per un amore proibito ha attirato l’attenzione del prestigioso editore Piper, che ha deciso di pubblicare il libro, piazzandolo per mesi ai primi posti della classifica dello Spiegel.

Di cosa parla Musica per un amore perduto

Appena laureata la giovane e inquieta Felicity è pronta a lasciare Seattle e innamoratissimo fidanzato Richard per realizzare il sogno di fare il medico a Kabul.  Ma proprio quando sta per partire, una notizia fa saltare la sua partenza. Sua madre Martha scompare nel nulla a pochi giorni dalla morte dell’anziana nonna Deborah. Qualcuno l’ha vista correre fuori dalla clinica dove era ricoverata la madre con una scatola sottobraccio. Poi nulla.

 

Felicity si mette qundi subito sulle sue tracce, riuscendo finalmente a raggiungerla a Roma. In quel luogo la madre sta cercando di ricomporre la tumultuosa storia della sua famiglia, dopo aver scoperto che sua madre Deborah ha sempre mentito sul suo passato: un vecchio ritaglio di giornale la ritrae in prima fila durante il processo di un criminale nazista. Chi è quell’uomo? E quale legame aveva con Deborah?

La risposta potrebbe nascondersi nel misterioso diario in ebraico rinvenuto tra le sue cose. E’ prorio dalla lettura di questo diario che  Felicity si ritroverà nel cuore della Germania hitleriana, sullenorme della bisnonna Elisabeth. nella Germania dell’ascesa hitleriana, sulle orme della bisnonna Elisabeth, celebre e seducente cantante d’opera sposata con un medico ebreo, e della nonna Deborah, legatissima al fratellino Wolfgang, e pianista di talento, travolta da una insana passione che segnerà il suo destino per sempre.

Cosa ne penso

Una curiosità: Il titolo originale in tedesco è Honigtot, tradotto liberamente in L’ambrosia dei morti. L’autrice spiega di aver scelto questo titolo, perchè con il miele viene fatta la bevanda degli dei, l’ambrosia: Met in tedesco. E Met(h) è anche la parola ebraica per morto (tot). “Il destino degli uomini” dice ancora l’autrice “è molto legato a quello delle api. Un signore molto saggio, Albert Einstein, disse una volta che quando l’ultima ape morirà, resteranno all’umanità solo quattro anni di vita“.

 

Iniziamo con questa curiosità, perchè una volta finito di leggere il libro ci si chiede che cosa c’entri la musica ( va bene, le due prootagniste principali cantano e suonanao) che cita il titolo con la storia. Sicuramente quello originario era più azzeccato, ma si sa che poi sono le case editrici a deciderlo.

In bilico fra presente e passato, ricco di colpi di scena, amori, passioni, meschinità e tradimenti, è una storia che prende fin dalle prime battute. Coinvolge fino al punto da non concedere pause di lettura. E’ talmente pressante la voglia di sapere che è diffcile staccarsene.

Nonostante alcune inasattezze storiche che la stessa autrice giustifica all fine del libro, la Germania nazista che fa da sfondo alla storia,  è perfettamente tratteggiata e estremamente accurata dal punto di vista descrittivo. E’ evidente il grande lavoro di ricerca alla base. La figura del gerarca nazista  Albrecht Brunnmann, che tanta importanza ha nella vicenda, è ispirata a quella di Adolf Eichmann, stratega dell’olocausto.

Ben delineati psicologicamente e umanamente i protagonisti, compresi quelli di secondo piano, anche se forse il rapporto malato e, probabilmente, sadomaso fra la poco più che bambina Deborah e il suo aguzzino Albrecht Brunnmann, poteva essere indagato meglio. Si avverte quasi una sorta di pudore/paura nell’approfondire. Forse qui la tecnica dello Show, don’t tell (mostrare e non raccontare) è stata presa troppo alla lettera.

 

A parte questo, però, il romanzo è assolutamente ben fatto, emozionante e crudele allo stesso tempo. Il coraggio e la forza di chi vive tragedie inimmaginabili lega queste quattro donne di generazioni diverse. Ognuna di loro ci insegna qualcosa, soprattutto che non dobbiam permettere al male di diventare padrone delle nostre anime.


 

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