“Musicisti e scrittori”: intervista a Marco Carena

“Musicisti e scrittori”: intervista a Marco Carena

Con questa 3^ intervista si conclude questo primo ciclo dedicato ai “Musicisti/scrittori”. Dopo Vito Vita e Guido Guglielminetti eccoci arivati a Marco Carena.

 

Cantautore, cabarettista, nel 1983, per uno spettacolo teatrale, scrive “Banana Cocco Baobab”. A sua insaputa, la canzone viene inserita nel Canzoniere Scout e diventerà il primo grande successo di fama internazionale, conosciuto anche oltre confine e tradotto in più lingue, numerose presenze presso il Maurizio Costanzo Show.

 

Nell’aprile del 1990 vince Sanscemo 1° Festival della Canzone Demenziale con la canzone “Io ti amo”. Canzone ironica, ma che mira a denunciare, anticipando largamente i tempi del ’femminicidio’, la violenza su donne e bambini.

 

Da Sanscemo a Sanremo il passo è breve e vi partecipa nel 1991 con la canzone “Serenata”. Grazie a questo, “Il meglio di… Marco Carena”, suo primo disco, supera le 60.000 copie vendute.

  • Anche questa intervista è stata realizzate in collaborazione con Fausto Bailo e il negozio Cuordivinile di Bra (Cn)

Marco, parlaci di te e di come è nata la tua passione per la musica…

“Bisogna prendere la macchina del tempo! E’ una passione che nasce in età giovanissima, quando a 8 anni mi regalarono una piccola fisarmonica e così, cercando le note ad orecchio, cominciai a riprodurre dei motivetti. Poi, un po’ di anni dopo, uno zio mi regalò una chitarra con cui, visto che frequentavo la parrocchia, mi ritrovai a suonare in Chiesa. Era l’epoca della messa beat, così comperai anche la mia prima chitarra elettrica. Pensa che una volta, durante la messa, forse la chitarra fece in qualche modo da antenna, così quando accesi l’amplificatore invece della nostra canzone s’incominciò a sentire la radio, fra le risate generali.

Le prime canzoni, invece, le scrissi a metà degli anni ’70 proprio in occasione di spettacoli che organizzammo nel teatro parrocchiale. erano in dialetto piemontese e la più gettonata era Tutti ciucchi parodia di Tutti frutti del grande Little Richard. Ancora oggi durante le rimpatriate fra amici d’infanzia c’è qualcuno che me la chiede!
Quando cominciai ad ascoltare i grandi cantautori degli anni 70/80, scrissi anche le mie prime canzoni serie, o seriose, termine forse è più esatto, perché anche con la musica ironica/comica si possono dire cose estremamente serie. Questa è una cosa che mi fecero scoprire due grandi maestri: Gaber e Jannacci.

Tra l’altro, piccolo aneddoto, anni fa andai a vedere uno spettacolo di Gaber, che non avevo mai conosciuto prima. A fine spettacolo entrai in camerino per salutarlo e già questo per me era tanto, ma quando lui riconoscendomi mi disse Oh guarda chi c’è! Ciao collega! rimasi letteralmente senza parole! Quello per me è stato il più bel complimento che potessi ricevere”.

Quando sei entrato a far parte del progetto teatrale Metropolis – Il Musical, ideato dalla Compagnia Jazz Ballet di Torino?

“Un giorno di settembre del 2004 ricevetti una telefonata Buongiorno sono Adriana Cava, la direttrice del Jazz Ballet di Torino. Stiamo allestendo un musical ispirato al film Metropolis e, se la cosa può interessati, abbiamo pensato a te per una parte!
Avevo già recitato in teatro, in fiction televisive, in qualche film, ma non avevo mai pensato a questa possibilità: un musical! Fighissimo! La cosa m’incuriosiva molto e così accettai”!

Quale ruolo ricoprivi?

“Quella di Rotwang, lo scienziato che crea la famosa donna robot. Per me, abituato sostanzialmente a fare spettacolo da solo, è stata una bellissima, istruttiva e faticosissima, esperienza, perchè ho dovuto calarmi nei panni di un personaggio e riuscire a dargli una sua personalità. Sulle prime, infatti, sentivo che mancava qualcosa e credevo fosse per via del testo, ma poi ho capito che quello che mancava era invece lo spessore del personaggio, il suo carisma, ma una volta capito su quale direzione dovevo lavorare i risultati sono arrivati e con quelli… anche molti complimenti”!

Secondo te, la storia del film Metropolis di Fritz Lang, rappresenta una trama ancora moderna?

Certamente, perché affronta una tematica molto attuale, oserei dire… eterna…un archetipo! Come nel film, anche nel mondo reale ci sono sempre stati “un mondo di sopra e uno di sotto”, situazioni dettate da condizioni sociali diverse, ma sempre presenti nella storia dell’umanità, che poi sono puntualmente sfociate in rivoluzioni e sommosse popolari”.

Come è nata l’idea di creare il format televisivo “Fun Cool Music Awards“?

“Dato che Sanscemo – Festival della Musica Demenziale, che vinsi nel ‘90 con Io ti amo , canzone che affrontava il tema della violenza sulle donne – non è più stato organizzato in modo continuativo dal ‘96, si sentiva la mancanza di una vetrina per la canzone divertente. Parlandone con tre amici torinesi, abbiamo pensato di proporre la cosa a quelli di Zelig che si sono dimostrati subito interessati e così, a giugno dell’anno scorso l’abbiamo realizzato. Oltre a collaborare al format, per l’occasione, ho scritto anche la sigla Tutti al Fun Cool! Un posto dove presto o tardi ci finiamo un po’ tutti almeno una volta.

 

C’è stata una buona risposta e molti hanno mandato i loro video, che sarebbero serviti per selezionare i partecipanti in base a delle votazioni on-line. Questo a dimostrare che quello della musica divertente è un filone ancora vivo con i suoi estimatori e prosecutori. Del resto è un genere che da sempre viaggia parallelamente a quello della musica “seria” con alterne fortune, grandi successi e grandi interpreti”.

Progetti per il futuro?

“Ho in cantiere un paio di spettacoli: uno che riguarda Gaber, dove metto a confronto, con le reciproche canzoni, le tematiche comuni che abbiamo affrontato e l’altro che riguarda proprio la storia della musica comica. Poi sto anche lavorando a delle nuove canzoni. Ultimamente mi sono anche rimesso a disegnare fumetti coi quali ho realizzato il video di Superselfie il singolo estratto dal mio CD Lo vogliono tutti, uscito a Febbraio scorso, e Siamo solo buoi la parodia della famosa canzone di Vasco Rossi. Trovate tutto sul mio canale YouTube.

 

Parlando di video è uscito anche quello della AK-ZZO Dance, legato ad una linea di abbigliamento (AK-ZZO Style) e a breve sarò in tour con il relativo AK-ZZO Show assieme ai due comici torinesi, Mauro Villata e Gianpiero Perone testimonial del marchio. Naturalmente siete tutti invitati! Ingresso gratuito per chi sarà vestito… ak-zzo“!

Condividi:

Post correlati

‘Paperoga e una sorpresa per la testa’: intervista al fumettista Giovanni Preziosi

'Paperoga e una sorpresa per la testa': intervista al fumettista Giovanni Preziosi


'Paperoga e una sorpresa per la testa': intervista al fumettista Giovanni Preziosi

Sono innumerevoli le storie del settimanale Topolino che da decenni appassionano i lettori. Avventure incredibili in compagnia dell'allegra brigata Disney. Oggi vi parliamo di Paperoga e una sorpresa per la testa, al quale hanno lavorato lo straordinario Carlo Panaro e Giovanni Preziosi che...

Intervista allo scrittore e poeta Iuri Lombardi

Intervista allo scrittore e poeta Iuri Lombardi


Intervista allo scrittore e poeta Iuri Lombardi

“Fa una scelta di buoni autori e contentati di essi per nutrirti del loro genio se vuoi ricavarne insegnamenti che ti rimangano. Voler essere dappertutto e come essere in nessun luogo. Non potendo quindi leggere tutti i libri che puoi avere, contentati di avere quelli che puoi...

Fumetti: intervista all’illustratore Danilo Barozzi

Fumetti: intervista all'illustratore Danilo Barozzi


Fumetti: intervista all'illustratore Danilo Barozzi

Il settimanale Topolino ha fatto crescere lettori di più generazioni, regalando una miriade di belle storie e personaggi. Paperon de' Paperoni, nato dalla fervida fantasia di Carl Barks nel 1947, è fra i più amati. . Per questo siamo felici di intervistare l'illustratore Danilo Barozzi...

Lascia un commento