“Nàccheras”, esordio doc di Ilenia Zedda

“Nàccheras”, esordio doc di Ilenia Zedda

Ilenia Zedda scrittrice esordiente, nasce in provincia di Sassari nel 1990 e lavora come copywriter a Torino, dove ha frequentato la Scuola Holden. Da poche settimane è uscito il suo romanzo Nàccheras edito DeA Planeta Libri.

Ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per aver reso possibile questa intervista.

Ilenia Zedda

Ilenia Zedda a quale età ha incominciato a coltivare la passione per la letteratura?

“Ho sempre letto tantissimo, sin da molto piccola. Leggere è stato nella mia vita un rifugio e uno studio costante”.

Quali sono stati i suoi libri di formazione?

“I primi libri che mi hanno fatto innamorare sono stati quelli di Bianca Pitzorno, raccontavano un po’ di me e della mia terra. Poi sicuramente, nell’adolescenza, i miei fondamentali sono stati Calvino, Pavese e García Márquez, per poi continuare con Roth, Parrella e Ciabatti“.

Come è avvenuto il suo incontro con la casa editrice DeA Planeta Libri?

Nàccheras è nato all’interno della Scuola Holden tra il 2015 e il 2016, è stato il mio Progetto del Secondo Anno, una sorta di tesi se così possiamo definirla. Nell’estate del 2016 ho incontrato Daniele Pinna, il mio agente letterario e gli ho parlato della mia idea di romanzo, di cui avevo già una sessantina di pagine. Fortunatamente a Daniele è piaciuto e così nel 2017 abbiamo iniziato a far girare il manoscritto nelle Case Editrici italiane. Nel 2019 abbiamo poi incontrato Stefano Izzo, allora editor di DeA Planeta, a cui il romanzo è piaciuto subito. Ed eccoci qui”!

Qual è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere Nàccheras?

Nàccheras era dentro la mia testa da tantissimo tempo, da quando ho incontrato la vera maestra di Bisso Chiara Vigo, durante una lezione nel mio liceo. Ci ho messo 9 anni a capire che quell’incontro era stato folgorante e che aveva smosso così tanto in me da darmi la forza necessaria per scrivere una storia”.

Nàcchere le Pinna Nobilis,
Ph dal web

Cosa significa Nàccheras?

Si dicono volgarmente nàcchere le Pinna Nobilis, i più grandi molluschi del Mediterraneo, da cui viene pescato il Bisso. E il Bisso è il motore di tutto il romanzo, il punto focale magico da cui poi si dipana tutta la storia”.

Ci parla della trama…

Cala dei Mori è un posto speciale. Sul fondo del mare, raggiungibili soltanto con una lunga apnea, enormi conchiglie custodiscono un dono: è il bisso, la seta color oro che ha vestito i grandi re dell’antichità, e che oggi una sola donna al mondo è in grado di raccogliere e di tessere. Quella donna è il Maestro – ma molti, avendone paura, preferiscono chiamarla strega – e sta insegnando i suoi segreti alla nipote Caterina che, a dispetto dei suoi tredici anni e di un corpo che sta per sbocciare, ogni giorno al calar del sole si tuffa nella Cala e insegue la perfezione spirituale che quel compito richiede.

Sa di non essere ancora pronta, ma sa anche di avere il mare nell’anima e nel destino. Nascosto dietro gli scogli, Francesco la osserva e la ama a modo suo, in silenzio, ammirando la grazia dei suoi gesti. È uno scapestrato, Francesco, appartiene a un popolo di minatori, devoto alla terra, nero di carbone, testardo come la roccia e come il dolore che si agita nel suo sangue.

Forse è per questo che non è mai riuscito a rivolgerle neanche una parola? Ma soprattutto, come si diventa qualcosa di diverso da ciò che tutti si aspettano? Ambientato in una Sardegna arcaica, suggestiva e piena di mistero, questo romanzo è spinto da una magia implacabile e ritmica come un’onda increspata dal maestrale. E sa raccontare con delicatezza un’età di incontri imprevisti, di responsabilità indesiderate, di scelte che possono determinare una vita intera”.

Progetti per il futuro?

“Continuare a studiare e lavorare, leggendo e ammirando tutto ciò che mi circonda”.

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