Nonna senza cipressi, microstoria in rima
Mia nonna, come quella del Poeta,
si vestiva di nero e, devo dire ,
che pur senza i cipressi del Carducci,
il suo ricordo si fa ben sentire.
Dalla sua bocca semplice e serena
Ho appreso infatti molte verità,
coi suoi detti ho nutrito quella vena
che sempre voglia di scherzar mi dà.
“Il marito è una firma, cara mia,
e come tale spesso viene male.
Ricordo della zia Maria Antonietta
Quante ne ha viste con lo zio Natale.
Meglio sarebbe stato aver pazienza-
Continuava -Ragazza che dura,
se si comporta con garbo e decenza,
come si sa, non perde la ventura”
“Potessi, Avessi e Fossi eran tre scemi
che giravano il mondo sconsolati.
Di progetti di vita erano pieni,
ma non se n’è mai visti realizzati.
Tesoro – commentava con vigore –
di idee e di sassi ognun si può nutrire,
basta che non ritenga che l’amore
possa la bella vita garantire”.
“ Chi dalla lotterie spera soccorso-
diceva sferruzzando un bel golfino-
metterà lungo il pelo come un orso
mentre aspetta il favore del destino”
Profumata di talco e tenerezza,
io bevevo proverbi e caffè d’orzo.
Così si tramandava la saggezza,
gustata piano piano, sorso a sorso.