“Tela di Tenebre – Resurrezione” di Antonietta Filaci

“Tela di Tenebre – Resurrezione” di Antonietta Filaci

Per la rubrica  PARLANO I LETTORI, pubblico con piacere due recensioni del romanzo Tela di Tenebre – Resurrezionedi Antonietta Filaci

Antonietta Filaci

L’autrice nasce a Cittadella del Capo (CS) nel 1992. Frequenta Consulenza del Lavoro a Siena e vive a Grosseto insieme al compagno, ai suoi libri (di studio e non) e ai mille progetti e idee che le frullano in testa. La passione per la lettura è d’obbligo per un’aspirante scrittrice, il raccontare storie e vedere le persone emozionarsi per esse è un modo potente e incredibile di stabilire legami, comunicare idee e lasciarsi esplorare. Tolstoj, Bram Stocker, Richard Matheson, Dostoevskij, J. K. Rowling, Robert Jordan e Marion Zimmer Bradley sono alcuni dei nomi che le hanno sempre dato qualcosa al di là delle semplici emozioni che cercava, e sono perciò anche ispiratori della storia che racconta.

E a volte, tutto quello che serve nella vita è proprio la storia giusta.

Antonietta Filaci con la sua penna (o tastiera se non vogliamo essere troppo anacronistici) è riuscita a creare un mondo alternativo capace di stimolare la nostra curiosità e di trasportare il lettore in una trama avvincente e appassionante da leggere tutta d’un fiato; un mondo che si snoda tra diverse categorie di personaggi che vanno dai semplici umani, ai Cacciatori o vampiri; ma non solo, all’interno di queste cerchie troviamo una vera e propria rete “sociale” articolata in casate piuttosto che clan o reami.

Con Tela di Tenebre – Resurrezione l’autrice partecipa alla campagna di crowdfunding della casa editrice Bookabook

 

Potete trovare il libro in pre-ordine al seguente link https://bookabook.it/libri/tela-tenebre-resurrezione/

Recensione di Giorgia Zampieri

Un romanzo che grazie a questa struttura dà un senso di completezza e credibilità alla storia, creando un vero universo parallelo dove essere immediatamente catapultati; in aggiunta troviamo le personalità e i dialoghi dei protagonisti che non cadono mai in “banalità” o nel “già letto”, rischio tipico di (non pochi) autori fantasy che si cimentano nella scrittura di un libro.

Altra nota positiva molto apprezzata da un’accanita lettrice fantasy come me, è la capacità dell’autrice di scrivere in maniera molto discorsiva e fluida, senza soffermarsi troppo sulle minuziose descrizioni fisiche dei personaggi o dei loro abiti (che in molti autori, anche conosciuti, porta il lettore ad annoiarsi abbondantemente).

Finalmente chi legge, grazie a questa semplicità descrittiva, può avere un’idea di come sono i loro protagonisti e crearsi singolarmente un’immagine degli stessi, approcciandosi in un modo più personale (quindi affezionandosi più velocemente) e soprattutto, elemento non meno importante, porta il lettore a focalizzarsi sulla trama della storia e ad essere letteralmente trascinato nel vortice delle numerose e diversificate avventure dei protagonisti.
Ne consegue che chi si approccia alla lettura di  questo libro ritrova l’amata sete di lettura, quella sete tanto ricercata dai lettori che ti “obbliga” a leggere in ogni momento libero e la sera ti porta inevitabilmente a cercare di terminarlo prima di dormire, quasi avessi un obbligo morale nei confronti dei protagonisti – della serie “non posso abbandonarli proprio ora!”. A chi non è mai capitato?

L’autrice è stata in grado di mantenere alta la curiosità del lettore grazie al suo stile di scrittura e all’originale narrativa, ne deriva una grossa, anzi grossissima, responsabilità per il futuro sequel a causa dell’alta aspettativa che è stata capace di creare in noi lettori, quindi speriamo vivamente che venga pubblicato il prima possibile.
Infine non posso far altro che consigliare la lettura a tutti gli amanti del fantasy, non solo vampiresco, e a chi si vuole cimentare in un genere fresco e nuovo.

Recensione di Letizia Stammati

In premessa giudico d’obbligo specificare che mi sono inoltrata tardivamente e per caso nel territorio del “Fantasy”, il quale genere ho sempre considerato distante dai mieI gusti e dalla mia indole…
Le prime letture in tal senso, oltretutto su testi pregevoli, mi hanno invece incuriosita e indotta a riflessioni plausibili anche per la narrazione dell’esordiente Antonietta Filaci.

 

In Tela di Tenebre – Resurrezione il tempo della storia è sospeso sulla linea di demarcazione fra la vita e la morte, confine misterioso e inquietante, metafora dolorosa dell’esistere e allo stesso tempo rappresentazione assoluta della metamorfosi a cui niente e nessuno può sfuggire.

 

Un tempo estremo, quindi, azzardatamente futuribile in relazione alla complessiva vicenda umana, a cui risulta coerente l’ambientazione: panorami vaghi e desolati, privi dei comuni riferimenti conosciuti, circoscritti dall’azione di gruppi variamente organizzati per la propria difesa e conservazione, secondo strategie concepite in base alle necessità della sopravvivenza ed alla esperienza progressiva dei personaggi.

 

Fra costoro Marcus è vivo e inizialmente plasmato solo dalle proprie certezze; Eva abita gli spazi della morte, ma

(Ph FanWave)

consapevole della sua angosciata identità. Ambedue tentati da un nuovo cammino insieme, sono disposti a mettesi in gioco, in nome dell’amore.

 

Ecco apparire fra le righe e crescere e diventare potente il desiderio di non separarsi, benché coscienti della totale diversità che minaccia il loro sodalizio e li costringe a prove sovrumane.
Non credo di sbagliarmi nel ritenere come un emblema della vicenda i nomi scelti per i protagonisti: Marcus, il guerriero di Marte sterminatore, divinità dell’Olimpo politeista che, assediato da immagini di morte, lotta a favore della vita; Eva madre degli uomini, come indica l’ebraismo monoteista, che rinnega la propria appartenenza alle tenebre del nulla per convertirsi in latrice di esistenza.

 

C’è in tutto questo un messaggio esemplare, anzi molti messaggi, riferibili alla realtà: la incessante ricerca del giusto, le ragioni del cuore che possono forzare il destino, l’accettazione amorevole della diversità, un incommensurabile anelito alla vita, il sogno tenero e combattivo che conduce alle mete sospirate.

 

Un romanzo composito strutturato in maniera fluente, che sa articolarsi attraverso le forme più essenziali, mai spoglie o trasandate però, della comunicazione; un racconto che rende quasi attendibili i paradossi dell’immaginazione, suscita uno stupore pensoso e, seducendo la razionalità, in fondo consola la solitudine.

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