La mela e altri peccati poco originali

La mela e altri peccati poco originali

La mela e altri peccati poco originali di Massimiliano Colucci
(Il Poligrafo edizioni)

 

Chi è Massimiliano Colucci

In modo originale ed ironico, così si è descritto: “Sono nato ormai da qualche decennio, e mi ostino a vivere a Padova nonostante l’umidità. Non sono sposato e (che sappia) non ho figli. Mi sposto spesso con i mezzi pubblici. Non ho fortuna con le donne, né con gli animali domestici, ma ho la casa piena di libri.

Non mi piace parlare troppo di me, non mi ritengo un argomento interessante: per questo scrivo; e quando non scrivo, preferisco ascoltare. Ho lavorato (o almeno ci provo) in quasi tutte le professioni descritte nei mela-racconti, specialmente medico e giornalista.

 
Si dice in giro (ma sono voci inaffidabili) che amo le parole, il pensare, la nebbia, le etimologie, la pioggia, le gallerie d’arte, flirtare, l’ironia, il vino (rosso), Il Cantico dei Cantici e il Piccolo Principe, il corpo femminile, i fiori di pesco, le matite. E soprattutto gli elenchi incompleti.

 
Ho commesso diversi peccati, tra cui due raccolte di racconti, Poco meno degli angeli (Cleup, 2010) e, appunto, La mela e altri peccati poco originali (Il Poligrafo, 2017). Ci sono altri testi sparsi qua e là, in qualche antologia ormai dimenticata.
Perdo un sacco di tempo a gestire il blog e la pagina facebook @lamelaealtripeccati.”

 

 la mela

Di cosa parla La mela e altri peccati poco originali

Un libro di racconti (17 per l’esattezza) particolari, dai titoli altrettanto atipici, quasi evocativi perché spesso suggeriscono determinati contenuti psichici e stati d’animo: La casa delle belle addormentate, Luporotomia complicata, Il sorriso della vergine fino a Peccati poco originali, tanto per fare qualche esempio.

 

 

Storie che raccontano dei peccati commessi quotidianamente da tutti noi, coscientemente o meno. Peccati di tutti i tipi e per tutti i gusti, farciti da amara ironia e scritti con mente lucida, quasi da serial killer.

 

Cosa ne penso

17 racconti pubblicati il 17 gennaio 2017: strana coincidenza il ricorrere di questo numero che simboleggia la profonda saggezza e la ricerca della verità, ma anche introspezione e meditazione. E di analisi (di se stessi, delle emozioni e delle motivazioni profonde dell’agire) qui ce ne è molta.

 
Senza indulgenza alcuna, l’autore scava nel torbido che è presente in ognuno di noi, passando in rassegna persone comuni, adolescenti, medici, universitari, perfino sacerdoti, e dimostrando che, in fondo, negli umani le pulsioni animalesche sono rimaste intatte nonostante l’accavallarsi delle ere e dei millenni. C’è un qualcosa che attraversa galassie, tempo e spazio e che continua a vivere dentro di noi dalla notte dei tempi.

 
Non si tratta di capire ciò che è bene e ciò che è male, ma semplicemente di rassegnarsi all’idea che ognuno di noi abbia una zona buia della quale nessuno sospetta, nemmeno noi stessi.

Violazioni dell’ordine morale che si traducono in piccoli e grandi peccati come il tradimento, il suicidio o il nutrirsi di 16406502_208990046241106_1030822558396970008_naltri esseri umani. Sicuramente cose aberranti per noi che amiamo le certezze e gli schemi ricorrenti, convinti a torto di poter controllare tutto, e poco ci curiamo del nostro mondo psichico (per gli antichi greci la psiche era l’anima ed il “respiro vitale”).

 

Attraverso queste storie, invece, Massimiliano Colucci è riuscito, come direbbe James Hillman, a dimostrare che noi stessi siamo psiche e in lei siamo totalmente immersi. Con un linguaggio diretto, scarno, ma oltremodo efficace, ha fatto emergere la profonda solitudine che ci attanaglia rendendoci estranei gli uni agli altri e facendo dell’incomunicabilità la nostra unica compagnia.

 

Con maestria l’autore ha saputo poi lasciare il lettore quasi sospeso sul filo dei racconti, costruendo una suspense degna dei migliori thriller.

Un’opera quindi sicuramente ben riuscita, che consiglio sinceramente, avvincente ai limiti del noir per la marcata componente sociologica, adatta ad un pubblico variegato e un tantino esigente, ma anche intrisa di profonda umanità.

 

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