‘Madrigale d’Agosto’ intervista a Antonio Bonfilio

‘Madrigale d’Agosto’ intervista a Antonio Bonfilio

 

 


Madrigale d’agosto

Assassinio a cinque voci 

di Antonio Bonfilio
(2025, Castelvecchi)


Chi è Antonio Bonfilio

Calabrese, emigra in Lombardia con i genitori all’età di quattordici anni. Attualmente risiede nella Maremma toscana.

Ama fin da piccolo la musica. Si diploma alla Scuola di Studi Musicali e Sociali di Lecco. Studia musicologia all’Università di Cremona frequentando i corsi di Paleografia, Didattica della Musica e Etnomusicologia.

Molteplici le sue attività:

  • È autore di saggi scolastici e musiche.
  • Ha realizzato progetti per gli studenti delle scuole medie e superiori su sulla musica contemporanea giovanile.
  • Presso International Show di Milano, per molto tempo ha lavorato come Project Manager organizzando eventi culturali e commerciali fieristici nel mondo per ITE London e Reed Paris.
  • Ha tenuto Master all’Università di Tor Vergata e agli Studi dell’Istituto Luce di Cinecittà a Roma. I suoi articoli, interviste e recensioni musicali sono stati pubblicati da riviste specializzate e quotidiani come La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Tirreno e La Nazione.
  • Ideatore e direttore artistico di due importanti Festival musicali italiani: Arthemisia Classica Festival, che si svolge in Calabria ed è giunta alla XXIII edizione, e Morellino Classica Festival Internazionale che in XIV edizioni ha coinvolto 15 Comuni della Toscana.
  • Nel 2022 è stato insignito in Campidoglio, con Decreto del Presidente della Camera dei Deputati, del Premio Nazionale Lucio Colletti per la Musica.

Di cosa parla il libro

Il protagonista è il musicista Bruno e la storia si snoda in un piccolo paese della Calabria. Nel tornare nella terra natìa l’uomo viene travolto da tutta una serie di ricordi ed emozioni. Le immagini dell’infanzia riemergono con prepotenza, svelando vicende dimenticate o forse da lui mai conosciute.

 

Come quella della giovanissima Fidalma, rinvenuta senza vita mentre si festeggiava il matrimonio tra i figli di due notabili. O il ritrovamento di alcune lettere della nonna Palmira che danno un senso alla fine prematura e tragica della donna.
Tutti avvenimenti, come la crudele storia del principe Gesualdo da Venosa e Maria D’Avalos, che dimostrano quanto sia difficile governare le passioni e arginare un destino già scritto.

 

L’autore procede per flash, con immagini intense illuminate da luci sfocate. Un romanzo di ispirazione autobiografica, delicato e a tratti malinconico, che accompagna riflessioni intime a vicende del passato e del presente.

 

Grazie ad una scrittura cauta e misurata, ad una umanità intensa e ormai quasi smarrita che si ritrova anche in alcuni componimenti poetici parti integranti della storia, Bonfilio affronta con destrezza un tema emotivamente difficile come quello del ritorno alle origini, dell’amore e della morte.

 

Ma sentiamo direttamente dall’autore qualcosa sul libro…


Madrigale d’Agosto affronta il rapporto del protagonista col proprio passato e con le proprie radici. C’è qualcosa di autobiografico?

Credo che il mio punto di partenza, ciò che nel tempo, fin qui, mi ha spinto a scrivere, sia da ricercare nel permanente e costante desiderio di comunicare il mio essere. La mia vitale necessità di esprimermi. La fonte parte senza dubbio dal subconscio che contiene il vissuto e le aspirazioni, in questo senso il libro presenta qualche riferimento o spunto autobiografico.

 

Il proprio passato, le proprie radici sono, pertanto, la traccia su cui scorre la scrittura che, per essere credibile, attraente e per avere un peso, deve essere adeguatamente elaborata attraverso l’immaginazione, il sogno, l’estro. Ma questo sarà il lettore a giudicarlo.

E il titolo? Può spiegarlo, senza anticipare troppo della vicenda?

Il filo conduttore che in un certo qual modo lega le vicende narrate è costituito dalla musica descritta e dai versi che, in varie forme stilistiche ne scandiscono il ritmo: ho pudore a parlare di poesia.

Il madrigale, da cui il titolo, che è stata una forma poetica e musicale tra il periodo rinascimentale e quello barocco richiama alla figura di un famoso compositore di quel tempo che fu principe e per giunta assassino. Per quanto i piani temporali, narrativi e i personaggi stessi su cui si snoda il romanzo siano diversi tra loro.Agosto, perché i fatti e le rivelazioni, le coincidenze temporali accadono nel mese d’agosto e più precisamente il giorno dell’Assunzione in cielo della Beata Maria Vergine.

Il sottotitolo Assassinio a cinque voci, che fa pensare ad un intrigo che conduce ad un crimine, è suggerito dalla forma compositiva prediletta dal compositore, ovvero il madrigale a cinque voci, come i cinque tipi di voce principali, dal più acuto al più grave.

Come scrive Primo Levi, la memoria umana è uno strumento fallace: i nostri ricordi non possono essere incisi sulla pietra e tendono a svanire facilmente. È importante per lei tenere vivo il ricordo di ciò che è stato? E, se sì, perché?

Tener vivo il ricordo di ciò che è stato, nei vari ambiti della società, della comunità, della famiglia, è formativo, educativo, civico. Dunque, la trasmissione del ricordo è importante ma attiene alla sfera collettiva ed è dotata di forza che si affievolisce nel tempo.

 

Diverso è il ricordo di un sentimento emotivo intimo che un determinato fatto o avvenimento che sia può aver generato. In questo caso si ha il ricordo della sensazione provata che può rivivere in altre vesti, rinnovandosi continuamente senza morire.

Antonio Bonfilio – Foto di Nunzio Garanti

Gli antichi ritenevano che la memoria fosse non solo lo spazio dei ricordi, ma anche dei sentimenti, tanto che pensavano avesse sede nel cuore. In questa storia gli stati d’animo e le emozioni hanno un grosso peso. Che posto occupano i sentimenti nella sua vita?

E’ il cuore infatti che contiene tutta la nostra vita, quella vita fatta di fisicità ma anche di stati d’animo, di spiritualità, di eternità. Si può essere smemorati e tuttavia continuare a vivere. Diversamente, se il nostro cuore si inaridisce per mancanza di stimoli sentimentali, si muore due volte.

All’inizio del romanzo, lei riporta una citazione di un Anonimo: Io racconto la storia dell’amore, la storia del dolore, la storia che salva e la storia che distrugge…. Ebbene, che cosa è per lei l’amore? Salvezza o distruzione?

L’una e l’altra. Ci si può salvare distruggendo e viceversa. Dipende dall’etica, dal senso morale di ciascuno. Non credo possa esistere l’amore puro tra due persone né l’amore universale tra tutte le persone. Resto dubbioso ma è cosa buona aspirare a raggiungere una tale dimensione sentimentale.

La musica ha sempre avuto un posto importante in narrativa e ha ispirato storie che hanno affascinato milioni di lettori. Anche in questo romanzo la sua magia aleggia su ogni pagina e si intreccia con i destini dei protagonisti. Secondo lei la musica può essere vista come qualcosa che lega esistenze e storie aiutando ad affrontare le sfide e le sofferenze del vivere?

Senza dubbio la musica può contribuire a rendere tutto questo possibile perché ha in sé un potere invisibile, indecifrabile, misterioso, inafferrabile e allo stesso tempo ha le stesse proprietà di una forza della natura.

Ne trattava il filosofo romano Severino Boezio oltre millecinquecento anni fa, scrivendo di musica universale delle sfere celesti e dalle proprietà persino taumaturgiche.

Molto più semplicemente, l’altra citazione che ho voluto inserire in esergo, che è opera delle elucubrazioni di mia madre affetta da Alzheimer, ne descrive tutto il suo potere.

Antonio, questa è indubbiamente una storia dove musica e amore si inseguono e si riconoscono. Dove passioni e destini plasmano la vita degli uomini. Ma la sorte è davvero poi così assoluta e ineluttabile?

La sorte non è degli uomini, noi possiamo solo sottostare ad essa. Sbagliando, crediamo di poter spiegare le vicende umane che ci appartengono, come individui e come società e per giunta crediamo di poterle controllare, ignorando l’imponderabile e persino il sacro.

A chi consiglierebbe la lettura di questo romanzo? Perché?

Naturalmente consiglierei la lettura del mio romanzo a tutti a partire dai giovanissimi.

A chi ama la musica e non può farne mai a meno ma che può ascoltarla anche attraverso le parole. A chi ama le storie d’amore, le storie di forti passioni e a chi è attratto dal sole cocente del sud dell’Italia. A chi crede nell’amore sempre anche quando questo arreca rinuncia, dolore e anche morte.


Intervista e recensione a cura di Dianora Tinti, scrittrice e giornalista.


 

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