‘Dite addio a Luana Green’ di Marco Alberici

‘Dite addio a Luana Green’ di Marco Alberici


Dite addio a Luana Green

di Marco Alberici

(2025, Amazon)


Chi è Marco Alberici

È nato a Boretto in provincia di Reggio Emilia nel 1965. Dopo la laurea in Economia e commercio, all’università di Parma, ha iniziato a lavorare in una società multinazionale emiliana in diversi ruoli dirigenziali.
Nel 2008 si è trasferito ad Amsterdam, dove è rimasto per cinque anni come country manager. Alla fine di questo periodo all’estero, insieme alla moglie Sonia ha deciso di cambiare vita e di acquistare un terreno di quattro ettari a Castiglione della Pescaia vicino a Grosseto.

Qui hanno piantato mille ulivi e hanno avviato una piccola attività ricettiva, Le Guazze Bone. Nello stesso periodo, Marco ha cominciato a dedicarsi alla scrittura, un’altra delle sue passioni, nata quando era un adolescente e che finalmente ha potuto coltivare. Ha al suo attivo cinque romanzi: I vivi, i morti e i naviganti, Cartolina dal Mystic Dream Hotel, i gialli Colpo doppio (2024), Omicidio sul Naviglio grande e l’ultimissimo Dite addio a Luana Green (2025), con protagonista il commissario Marco Manfrè.

Di cosa parla il libro

Milano, estate, caldo torrido. È una domenica mattina di fine giugno quando il corpo senza vita di una donna viene ritrovato nella vasca idromassaggio, sul terrazzo del suo lussuoso appartamento, nel quartiere City Life. Si chiama Luana Green, è una scrittrice di successo, seguita su Instagram da un milione di followers che attendono l’uscita in libreria del suo ultimo, attesissimo, romanzo, prevista proprio per quella domenica.

 

La donna ha due profonde incisioni verticali sui polsi, procurate con un taglierino. Tutto fa pensare a un suicidio ma il commissario Manfrè non è convinto e non si accontenta dell’ipotesi più scontata.

 

Chi era Luana Green e con chi ha trascorso le sue ultime ore di vita? L’indagine si concentra sulle persone che la sera del sabato erano a casa con la scrittrice. Chi di loro poteva avere un movente o un interesse a ucciderla? Manfrè si sente sul collo il fiato dei suoi superiori, della stampa, di tutti gli appassionati lettori della Green, mentre le sue vicende personali si intrecciano con l’ennesima complicatissima indagine.

Che cosa ne penso

Era attesa e non poteva mancare la terza indagine del commissario Manfrè. E Marco Alberici non delude i propri lettori, con una storia che appassiona fin dalla prima pagina. Anzi dalla prima riga che, con un dialogo serrato, entra subito nel dramma appena consumato: Buongiorno commissario. Buongiorno? Ti sembra un buon giorno? Scusi…è…è successo su, all’ultimo piano.

Marco Alberici

Marco Manfrè, infatti, non ha più bisogno di presentazioni e l’autore può permettersi di partire in media res. Cionondimeno il protagonista è cambiato, è ormai pienamente a suo agio nei panni del capo della omicidi di Milano. Non è più il giovane commissario di Colpo Doppio, alle prese con il suo primo caso importante e con la pesante eredità del suo predecessore, l’amatissimo commissario Cotta. Né l’uomo ancora incerto tra la responsabilità di guidare la Squadra omicidi e la sua personale battaglia contro un passato pesante e doloroso, di Omicidio sul naviglio grande.

Manfrè ha risolto brillantemente due casi intricatissimi, ha guadagnato la stima dei suoi superiori e dei suoi più stretti collaboratori, che all’inizio non avevano potuto fare a meno di metterlo a confronto con chi lo ha preceduto. A partire da Esposito che ora, invece, alla chiamata di Manfrè non esita a lasciare la vacanza a Lampedusa per tornare in servizio.

Lo ritroviamo in una Milano caldissima e afosa, quella che ha visto crollare l’insegna delle Generali su Palazzo Hadid, con cui anche Manfrè è costretto a fare i conti perché proprio a City Life si svolgono le indagini. Ritroviamo il fido e silenzioso Schirru, incontriamo una giovane new entry, Giulia Cotta, la figlia del commissario Cotta, che confonde la testa e i sensi del suo nuovo capo. Ritroviamo la bella Ely, l’amore controverso di Manfrè, che è davvero un orso schivo e solitario o nasconde dentro di sé un infinito bisogno di amore e dolcezza?

Come nelle migliori serie letterarie, piano piano Manfrè svela il proprio carattere, si delineano sempre più marcati i contorni dell’uomo, finora ben nascosti dietro la veste del commissario.

Marco Alberici ha saputo creare un personaggio capace di reggere il confronto con altri protagonisti di romanzi gialli e noir, ha individuato la formula giusta per attrarre il lettore e alimentare l’attesa di una nuova storia.

Sul piano stilistico ha alleggerito la narrazione, privilegiando il dialogo e i pensieri del protagonista, alle descrizioni e al racconto, rendendo la lettura ancora più sciolta e gradevole. Non resta che attendere la quarta puntata, che ci auguriamo non tarderà ad arrivare.


Recensione a cura di Lina Senserini, giornalista e docente.


 

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