“Il segreto dell’angelo” secondo volume della trilogia di Annapaola Prestia

“Il segreto dell’angelo” secondo volume della trilogia di Annapaola Prestia


Chi è

Annapaola Prestia è nata a Gorizia nel 1979, a 6 anni ha scritto il suo primo racconto, una storia sull’amicizia tra una ninfea e un albero, per protestare contro la cementificazione del paesino siciliano di cui è originaria la sua famiglia. Più avanti, è passata a scrivere romanzi su pirati e donzelle, apripista di un futuro di scrittrice fantasiosa e produttiva.

 

Nella vita è una psicologa, è anche proprietaria di una gelateria, ex presidente di un’associazione culturale dedicata a Star Trek e al fantastico, condivide con il marito e il figlio la passione per i gelati e la fantasia. Oltre a numerosi saggi legati alla sua attività di psicologa, ha scritto novelle e romanzi a puntate per le riviste Intimità e Love Story. Sua la firma sotto diverse fan-fictions, una delle quali classificata al primo posto nel concorso letterario dedicato a Star Trek.

Annapaola Prestia

Il suo primo romanzo edito, appena ripubblicato con La Sirena Edizioni, è Caro agli Dei… dal quale è stato tratto un concorso fotografico nazionale. La sua seconda fatica è Stelle in Silenzio, che ha fatto incetta di premi, seguita dai romanzi Ewas (Abel Books) e Il segno dell’Angelo (Armando Curcio editore), il primo della Trilogia degli angeli, che ha già riscosso successo in numerosi premi letterari. Il segreto dell’angelo è il secondo della trilogia.

 

La scrittrice ha un profilo Istagram (annapaolaprestia_official) e una pagina Facebook (Annapaola Prestia Scrittrice) dalle quali dialoga con i propri lettori e raccoglie spunti per la prossima fatica letteraria.

La pagina relativa alla campagna di crowdfunding è:

Di cosa parla il libro

La storia, complemento ideale e seguito del romanzo Il segno dell’angelo, ha per protagonisti due creature soprannaturali: l’Arcangelo Gabriel e il demone Lucìa, esiliati sulla Terra, all’insaputa l’uno dell’altra, per rimediare agli errori commessi da un altro angelo e un altro demone, la cui storia è narrata nel primo romanzo della trilogia.

La storia si svolge a Buenos Aires, tra il 27 febbraio e il 25 aprile del 2001, in un periodo antecedente a quello narrato nel primo romanzo, tra favelas e ricchi quartieri urbani, lusso e miseria, sfruttamento del lavoro, droga e prostituzione.

Gabriel, bello come solo un angelo può essere anche nelle sue sembianze umane, ha abbandonato di propria volontà il Paradiso, mentre Lucìa è stata mandata nel regno dei vivi da colui che regna negli inferi. Opposti e diversi, ma in fondo vicini e fatti della stessa materia, possiedono ciascuno un pezzo del mistero da sciogliere. Ovvero la data in cui accadrà il fatto da rimediare, il nome il nome dell’umano a cui appartiene l’anima mortale per la quale battersi e da portare con sé in Paradiso o all’Inferno.

Entrambi hanno due mesi per portare a termine la missione e quando si incontrano – e si riconoscono come esseri soprannaturali – uno è già passato. Per Gabriel e Lucìa restano ora solo 30 giorni di tempo, dunque dovranno collaborare per arrivare alla data del 25 aprile, risolvere il mistero e concludere il loro viaggio sulla Terra, con la salvezza o la dannazione dell’anima che è stata loro affidata senza sapere chi sia.

Ma un angelo e un demone possono davvero stare insieme? E se il loro nuovo lato umano prendesse il sopravvento, facendo sperimentare loro emozioni e sentimenti? Ci sarebbe o meno un ritorno?

Che cosa ne penso

Angeli pieni di debolezze e passioni umane, demoni troppo teneri e poco diabolici, umani così infimi e cattivi da essere perfino peggiori dei diavoli che danno loro la caccia. E su tutto, il libero arbitrio, la libertà di scegliere il destino della propria parte materiale e di quella immateriale, l’amore, le emozioni, la competizione, l’eterna lotta tra Bene e Male. Dove, però, i confini sono labili e si confondono, dove c’è spazio per la paura e i ripensamenti che fanno parte più dell’uomo che degli immortali.

 

Gabriel e Lucìa sono due esseri soprannaturali cui il dio del cielo e quello degli inferi ha donato l’immortalità, ma in entrambi i casi a carissimo prezzo. Una condizione che non ammette debolezza e pietà per Lucia, dubbi e ripensamenti, emozioni terrene e gioia materiale per Gabriel.

Eppure dal primo momento che casualmente si toccano e sentono la scossa del brilar che li percorre dalla testa ai piedi, capiscono di appartenersi, per quanto si trovino sui lati opposti delle barricate. Sanno di essere sulla terra per una missione che li vedrà battersi per dannare o salvare l’anima alla quale sono stati assegnati, ma non possono fare a meno di mettersi in dubbio e di entrare ciascuno nella testa, nel cuore e nei panni dell’altro.

Gabriel è sempre stato un Angelo, Lucìa un demone lo è diventata e conserva ancora il ricordo vivido della sua vita mortale, il cui racconto tanto impressiona il suo rivale.

La storia si snoda attraverso una serie di colpi di scena, è piena di suspense e di pathos. Si prova simpatia per il demone-Lucìa e tenerezza per la goffaggine di Gabriel, imbranato nelle sue vesti umane, meno forte e coraggioso di lei quando deve scegliere.

Ma ben oltre il significato del romanzo e senza affannarsi in analisi escatologiche, il libro di Annapaola Prestia è anche un affresco realistico di una delle realtà del mondo più degradate: le favelas di Buenos Aires, le villas miserias raccontate da Bernardo Verbitsky e dal cui romanzo Villa Miseria también es América hanno preso il nome.

 

Qui, al Bajo Flores, tra sporcizia, degrado, miseria e disperazione, vivono gli ultimi, i dimenticati. Qui le donne, i bambini e le bambine scompaiono. Sono desaparecidos e desaparecidas, di cui si perdono le tracce e che nessuno va a cercare. Sarebbe inutile.

 

Qui, in mezzo a droga, prostituzione, violenza e criminalità si muovono Gabriel e Lucìa alla ricerca dell’anima (nera o bianca che sia) da portare in alto o da far sprofondare negli inferi. Senza sapere che quello in cui si trovano è già un inferno con il suo signore assoluto che dispensa morte e vita a suo piacimento, il mefitico e crudele Adolfo.

 

La forza del romanzo di Annapaola Presta sta anche nella sua capacità di non indulgere al buonismo, ma di raccontare una realtà scomoda, più facile da nascondere sotto il tappeto che raccontare.

«La storia mi ha cercata: nella mia mente c’era un disegno, che abbracciasse l’esistenza di creature umane e non, in perenne equilibrio sopra il dubbio di mondi troppo incredibili per poter essere compresi», ha dichiarato l’autrice in una recente intervista sul sito bookabook.it. «Sono così tornati alcuni dei protagonisti del fortunato romanzo Il Segno dell’Angelo in un’avventura completamente nuova e indipendente, necessaria per la stesura del terzo ed ultimo capitolo della saga, laddove ogni mistero sarà svelato ed ogni esistenza troverà il proprio compimento».

  • Consigliato a tutti coloro che amano belle storie sovrannaturali, non resta che leggere a attendere il terzo romanzo della trilogia.

Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista


 

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