“Madala” parla l’illustratrice Emiliana Pinna

“Madala” parla l’illustratrice Emiliana Pinna

Dopo aver intervistato gli autori delle prime tre opere dell’antologia Madala, targata Ehm Autoproduzioni, è la volta di Emiliana Pinna che ha firmato le illustrazioni di Baba Jaga (testi di Luigi Formola e colori di Francesco Montalbano).

 

Ricordo che Madala è un’opera antologica che si propone l’obiettivo di raccontare con il fumetto la bellezza e la poesia della fede attraverso diversi racconti popolari e tradizioni religiose, tratte dalle culture dei cinque continenti e filtrate dalla sensibilità e dai diversi stili di ogni autore.

 

Emiliana Pinna, classe 1989 e dottoressa in Studi Orientali, nel 2014 intraprende il percorso di studi alla Scuola Internazionale Di Comics di Roma, dal 2015/16 collabora con la Scuola per fiere ed eventi. Comincia la sua carriera nel 2017 come assistente agli inchiostri per diversi artisti italiani e nel 2018 pubblica il primo lavoro nell’antologia autoprodotta DALTONICA per il collettivo AcidFree.

 

Dopo Ren books e Ehm Autoproduzioni  è al lavoro per la seconda antologia del collettivo AcidFree e diversi progetti per il mercato italiano e statunitense.

 

  • Per chi volesse leggere il fumetto on-line, questo il  link  informativo.

Ringraziamo Bailo Fausto e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per aver reso possibile questa intervista.

Emiliana, ci parli di lei e di come è nata la sua passione per il fumetto?

“La mia passione per il fumetto, come molti della mia generazione, inizia intorno agli anni delle medie con un vero e proprio tsunami piombato nelle nostre vite di preadolescenti, i Manga.

Da lì l’amore e la passione che mi hanno portato a leggere qualunque cosa potessi procurarmi che provenisse dal paese del Sol Levante (in pochi anni avevo una delle librerie più fornite della piccola città dove vivo tutt’ora). Il mio imprinting orientale però non mi ha impedito di sviluppare un altrettanto vivido interesse per il fumetto occidentale, in particolare per il mercato americano”.

I suoi maestri di riferimento?

I miei maestri (sacri) di riferimento sono senza dubbio Sara Pichelli, James Harren, Kim Jung-gi, Olivier Coipel e Mahmud Asrar (Il fatto che sia riuscita ad incontrarli quasi tutti fa di me una persona davvero molto felice)”.

Come è entrata a far parte del progetto editoriale che si è concretizzato nella l’antologia Madala?

“Sono entrata a far parte del progetto Madala circa un anno fa per mano di Fabio Baldolini che mi ha fatto conoscere le persone meravigliose che compongono i ranghi di Ehm Autoproduzioni e mi ha coinvolta nella realizzazione dell’antologia”.

Quando ha sentito parlare per la prima volta di Baba Jaga, personaggio frutto della mitologia slava?

“Sono stata molto fortunata a partecipare a Madala potendo raccontare di BabaJaga con Luigi Formola (sceneggiatore) dato che sono anche una discreta fan della mitologia in genere e da piccolina adoravo sia la mitologia slava che quella nordica”.

Che effetto le ha fatto ridar corpo alle gesta di Baba Jaga?

“È stato davvero bello poter dare corpo ed immagine ad un personaggio forte come la BabaJaga, soprattutto dato che Luigi Formola è stato così gentile da permettermi di andare a ruota libera con il character design della strega e degli altri personaggi”.

Con quale tecnica grafica ha utilizzato le sue illustrazioni?

“Per realizzare tutte le tavole e la copertina, ho utilizzato l’ipad pro e due programmi diversi: Procreate per i layout/matite e Clip Studio Paint per gli inchiostri”.

Quanto tempo ha richiesto realizzare le tavole per Madala?

La realizzazione è stata un pochino lunga per i miei tempi standard ma questo mi ha dato l’occasione di stravolgere il mio modo di lavorare e renderlo più adatto e professionale a quel mercato di riferimento dove tanto vorrei lavorare; è stata una palestra incredibile ed inutile dire che ringrazio tantissimo tutti i ragazzi di Ehm Autoproduzioni”!

Progetti per il futuro?

“Per ora ho in cantiere diversi progetti sia per il mercato italiano che per quello statunitense di cui però non posso ancora parlare.”


 

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