Intervista esclusiva a Silvia Roncaglia, scrittrice Einaudi Ragazzi

Intervista esclusiva a Silvia Roncaglia, scrittrice Einaudi Ragazzi


Silvia Roncaglia è nata a Modena e ora vive in una lontana e piccola isola greca. Prima insegnante, poi direttrice di due riviste per ragazzi, da qualche anno è consulente e curatrice della collana per primi lettori I Nuovi Colori del Mondo di Città Nuova ed è un’affermata scrittrice di libri per ragazzi.

 

Ha pubblicato circa centocinquanta libri con le maggiori case editrici italiane, alcuni tradotti in molti paesi del mondo, e vinto importanti premi, tra cui nel 2006 il prestigioso Premio Bancarellino. Si è sempre occupata di teatro e promozione della lettura, scrivendo drammaturgie teatrali e presentando i suoi libri con letture animate e spettacoli.

 

E’ di quest’anno il libro: Adalgisa Volantis e i destini segnati, edito Einaudi Ragazzi, una storia che possiede tutti gli ingredienti per un viaggio indimenticabile. Perchè ogni volta che un lettore legge la prima pagina di un libro, nella sua mente è come se magicamente si imbarcasse su un vascello popolato da personaggi nati dalla fantasia di un narratore…


Silvia ci parli di lei e del suo incontro con la letteratura…

“Il mio incontro con i libri è stato precoce. Amavo molto la lettura già da bambina, anche perché non avevo la televisione, per consapevole e convinta scelta dei miei genitori, e quindi la mia evasione fantastica, il mio rifugio segreto, erano i libri (ma anche gli alberi, sui quali mi arrampicavo e costruivo capanne anti-zio come quelle di Qui Quo Qua!).

Silvia Roncaglia

Ho amato molto la mitologia greca che ho scoperto prima in un vecchio libro, che s’intitolava La storia delle storie del mondo, e poi direttamente nell’Iliade che tenevo sulcomodino come una Bibbia (ne imparavo a memoria dei mezzi canti). Ora preferisco l’Odissea all’Iliade, ma fin da bambina ero affascinata dall’ira funesta del Pelide Achille,perché ero un vero maschiaccio, anche piuttosto rissoso e aggressivo, e le mie rabbie erano, e forse sono ancora, famose e temute.

Poi ricordo un’amatissima edizione illustrata de Il meraviglioso mago di Oz, che conservo ancora e che, nel periodo in cui sono stata insegnante, leggevo sempre ai miei alunni in prima elementare. Il fortunato mago di Frank Baum ha portato poi fortuna anche a me come scrittrice: da Einaudi/Edizioni El me ne è stata infatti commissionata la riduzione per la collana dei Classicini e risulta uno dei più venduti della serie, credo ormai abbia superato la decima edizione.

Da adolescente poi ho continuato, forse per sfida e per vanto, a leggere libri importanti troppo precocemente, in età poco adatta. Per esempio ho letto l’Ulisse di Joyce a sedici anni, e chissà cosa ci ho capito! Per questo da un po’, forse anche perché la letteratura attuale mi soddisfa poco, mi sto dedicando alle riletture. Ricordo troppo poco di libri che sono pietre miliari e comunque credo che ogni libro ci appaia diverso letto in momenti diversi della vita, per cui la rilettura può essere una riscoperta, una sorpresa, talvolta anche una delusione”.

Quando si è accorta che era arrivato il momento di passare da lettrice a scrittrice?

“Anche qui la risposta è: precocemente. Anzi, la passione per la scrittura sembra sia nata con me. Infatti, appena ho imparato a tenere in mano una matita e a padroneggiare lo stampatello maiuscolo, per prima cosa ho scritto una poesia, intitolata Margheritine, che mia madre ha conservato per anni nel suo portafoglio.

 

Cominciava così: Margheritine nei prati bianche…, inusuale e già poeticacostruzione della frase per una bambina di 5 anni, che non staccherebbe così soggetto e aggettivo, escludendo anche il verbo. Sapevo pure fare già le rime, perché un verso diceva: Là nella via corre l’auto mia. Insomma, guardavo i prati mentre viaggiavo in macchina e già, allora come ora, odiavo la velocità delle auto e della vita moderna e mi rifugiavo con gli occhi e col cuore nella Natura.

 

Organizzavo poi, nei giorni di pioggia, gare di poesia con i numerosi cugini e amici, eleggendo le zie a giudici. Li coinvolgevo anche a realizzare giornalini, utilizzando un vecchio ciclostile (e in età adulta sono stata per un lungo periodo direttrice di due riviste per ragazzi: Leggo Leggo e Scperte DOC della Zanfi Editore). Inoltre a 9/10 anni scrivevo romanzi a quattro mani con un cugino, un capitolo per uno che ci spedivamo per lettera: lui viveva a Bologna, io a Milano. Anche questo gioco/lavoro ho continuato a farlo in età adulta con il mio compagno scrittore, Sebastiano Ruiz Mignone, con cui ho pubblicato 5 o 6 libri a quattro mani. Organizzavo poi spettacoli teatrali di cui scrivevo il copione.

 

Ho ritrovato un vecchio libro, La famiglia De Tappetti, tutto segnato con note dalla grafia infantile, perché era dai libri che ricavavo i copioni, e può sembrare curioso che poi io sia diventata scrittrice anche di drammaturgie teatrali e abbia collaborato con diverse compagnie teatrali per ragazzi italiane. Per questo, quando incontro i miei lettori, li invito a credere nei loro sogni, convinta che nelle proprie passioni infantili si celino i nostri naturali talenti. Io non pensavo: Da grande farò la scrittrice, ma ero convinta di essere una scrittrice.

 

Poi, crescendo, ci hanno pensato gli adulti a tarparmi le ali e a riportarmi sulla terra, consigliando studi e mestieri più canonici e tacciando da sogno impossibile quella che a me pareva, e poi è fortunatamente diventata, una realtà”.

Quali sono state le fonti di ispirazione per la realizzazione di Adalgisa Volantis e i destini segnati?

“Non avrei mai pensato di scrivere in vita mia un romanzo così lungo e di genere fantasy e la genesi di questo libro è davvero particolare. Intanto mi sono svegliata un mattino con in testa il titolo, prima ancora che ci fosse una minima idea di storia. Quindi si tratta di pura e misteriosa ispirazione; tanto che l’ho dedicato al mio daimon, una sorta di misterioso spirito o genio ispiratore, che personifica la vocazione dalla prospettiva dell’anima, e che in greco antico significava letteralmente distribuire destini. E di destino, caso e liberoarbitrio parla proprio il mio libro e tra le fonti d’ispirazione ci sono sicuramente il pensiero e il mito greco.

In quei giorni infatti stavo scrivendo due volumetti per Lapis edizioni sulla mitica storia di Perseo e sicuramente le Parche, che l’eroe greco incontra, sono le figure ispiratrici delle mie Aracnes, una sorta di maghe/sacerdotesse che tessono e filano i destini degli abitanti di Visconia. E forse anche La bussola d’oro di Pullman, che proprio di daimon parla, è stata fonte d’ispirazione, specialmente come tipologia di libro, perché questo romanzo, come il mio, è un fantasy atipico, con molteplici livelli di lettura, elementi filosofici, sorprendenti e ispiratori mix tra scienza, alchimia e magia, dove ci si imbatte in tematiche prettamente adulte e solitamente estranee al fantasy. E credo che anche il mio romanzo, come la fortunata trilogia di Pullman, trascenda il genere fantasy e possa colmare il divario che divide la letteratura per ragazzi da quella per adulti.

Infatti sto ricevendo critiche entusiastiche da parte di un pubblico adulto. Poi, per quanto riguarda luoghi e scenari, sicuramente il seriale Trono di Spade e i libri di Martin da cui è tratto sono stati ispiratori, o per lo meno io mi figuro i palazzi della città di Tikimira grandiosi quanto quelli del fortunato seriale televisivo e altrattanto suggestivi foreste, montagne e paesaggi naturali. Quando ho descritto la Ziggurat degli Amanuensi avevo in mente l’immensità della biblioteca della Cittadella e lo stupore di Samwell Tarly quando ci entra per la prima volta, così come gli alberi particolari e colossali che ho descritto (gli Ombrelli di Dio e gli Almiral) di certo possono ricordare gli alberi-diga di Trono di Spade, e il rapporto speciale dei Ribelli con la loro terra e con la Natura può far pensare ai Figli della Foresta, sempre in Trono di Spade”.

Ci dica qualcosa sulla trama…

“Il romanzo si svolge in un luogo immaginario, Visconia, ma non dobbiamo pensare a Terre di Mezzo, cavalieri e draghi, come nei fantasy più tipici. A Visconia tutti hanno un preciso destino, segnato e assegnato alla nascita, creato attraverso procedimenti misteriosi e segreti rituali da Alchimisti e Aracnes, la Casta Sacra, unica dotata di libero arbitrio, che detiene il potere con un rigido e severo sistema di controllo.

 

Ogni visconiano della Casta del Popolo riceve istruzioni di vita quotidiane stilate dagli Amanuensi, ma accetta serenamente il proprio destino, spesso monotono e ripetitivo poiché totalmente privo di libero arbitrio. Non così Adalgisa Volantis, una ragazza che ha emozioni e sentimenti atipici, Friso, un Amanuense del Destino diverso dagli altri.

 

Saranno loro, i giovani eroi di questa storia, a scoprire attraverso un libro proibito e un viaggio pericoloso e iniziatico in territori altrettanto proibiti, le Lande Oscure, la verità su se stessi e sulla storia di Visconia, l’esistenza di un mondo segreto di Ribelli e una pericolosa congiura per la ricerca dell’immortalità. I due giovani sono i prescelti che cercheranno di sovvertire un ordine che appare immutabile e di riscattare i destini di un intero popolo.

 

Il libro è quindi ricco di motivi tipici del genere fantasy: l’eterna lotta tra bene e male, una società divisa in caste con precisi compiti assegnati a ciascuna di esse, terre pericolose segnate da confini apparentemente invalicabili, due prescelti con il compito di sovvertire l’ordine costituito, ecc. L’avventura, fantastica e mozzafiato, ricca di misteri, tradimenti, amori e magia, dunque, non manca. Ma all’avventura s’intrecciano temi forti e universali, come quelli di casualità, predestinazione e libero arbitrio, e attualissimi, come appunto il tema della libertà di pensiero e azione, o il concetto dell’interconnessione.

 

Altra caratteristica, a mio parere la più originale, è che riverberano in questo libro concetti affascinanti, dal sapore esoterico, che sono però mutuati dalle neuroscienze, dalla fisica quantistica e dalle antiche tradizioni sapienziali che oggi sembrano toccarsi nella comune intuizione, sempre più validata scientificamente, che sia la coscienza a informare la realtà e che tutti siamo interconnessi tra noi e con la Natura e che quindi una rivoluzione delle coscienze possa trasformare anche la materia. La Terra che sente, (quella delle LandeOscure), non può infatti non far pensare all’urgenza attuale ed ecologica di rispetto dell’ambiente, se non vogliamo che il nostro stesso pianeta ci rigetti, e descrivendo l’anthel mi sono ispirata all’entanglement quantistico. Questo libro, in conclusione, ha il fascino dei sogni: è un mondo immaginario, ma parla all’interiorità, alla psiche, alla coscienza, insomma alla sfera più intima di ogni lettore”.

Quanto tempo è stato necessario per la realizzazione del libro?

“Mi è difficile dirlo perché la prima metà abbondante del libro è rimasta parcheggiata in un cassetto per diversi anni. Infatti lo avevo iniziato nel 2017 o 2018 (so di avere scritto durante tutti i mesi estivi), poi mi ero fermata per motivi vari. L’ho quindi ripreso nell’estate del 2021 e quando Einaudi mi ha chiesto se avevo qualche romanzo nuovo da proporre, ho detto a cosa stavo lavorando e che non avevo più intenzione di interromperlo.

Che trovasse o no un editore disposto a pubblicarlo, io sentivo l’urgenza di terminare Adalgisa Volantis e i destini segnati. Ero certa che a Einaudi non potesse interessare, perché mai avevano pubblicato romanzi fantasy, ma Gaia Stock mi ha chiesto di leggere le prime 350.000 battute che avevo già scritto.

È stata una magnifica sorpresa il parere entusiasta e positivo della casa editrice e il sentirmi dire: “andaci una sinossi del finale e terminalo, che vorremmo pubblicarlo. L’ho finito a ottobre, poi il lavoro di revisione ed editing è stato lunghissimo e sono grata a Federica Merati che mi ha affiancata nella revisione. Abbiamo dato l’ok si stampi, dopo l’ultima revisione di bozze, il 10 di marzo del 2022. Magnifico poi è stato avere il grande Paolo Barbieri come illustratore della copertina, io la mia Adalgisa la immaginavo disegnata da lui e così è stato: un altro sogno realizzato”.

Secondo lei, quale canzone potrebbe essere la degna colonna sonora del suo libro?

“Parlando di colonna sonora non si può che pensare a un film e qui vi svelo che il mio sogno più grande sarebbe proprio di vedere Adalgisa sugli schermi, sia perché la trama di questo libro mi sembra davvero adatta per un seriale sia, specialmente, perché io stessa l’ho scritto come se assistessi allo svolgersi di un film. Il comandante dei Sorveglianti del Destino Stelisc, il Magistro della Morte Lastirihon, l’Aracnes Kira, Adalgisa, Friso… e tutti i personaggi me li vedevo, e spesso li seguivo, come se fossero loro a portarmi dove volevano andare e nelle azioni che volevano compiere.

 

Però a una colonna sonora non avevo mai pensato, finché il libro è approdato in un blog, la musicaneilibri  che, oltre a recensire, abbina il libro a un brano musicale e lì ho letto: Oggi vi parlo di un meraviglioso fantasy distopico. Il brano musicale associato è Suite One: Ministry of magic di Imogen Heap, colonna sonora di Harry Potter and The cursed child.

 

Io però non mi ci ritrovo tanto, avrei in mente una musica più arcana ed esoterica e mi è capitato di pensare che questa musica e queste atmosfere sarebbero giuste per Adalgisa Volantis e i destini segnati durante certe scene del seriale Vicking Walalla, con la colonna sonora di Trevor Morris, come quando una delle protagoniste si reca a Upsala e assiste a riti pagani tribali e magici.

 

Ma persino la vecchissima colonna sonora del seriale televisivo del 1968 sulle avventure di Ulisse richiama atmosfere misteriose d’incanto e magia adatte, perché in fondo il mondo delle Aracnes richiama molto figure come la maga Circe o la ninfa Calipso. Nelle musiche celtiche, poi, e nei compositori nordici, islandesi o norvegesi, si ritrovano brani e tappeti sonori un po’ new age che sarebbero adattissimi, un pezzo che adoro e che abbinerei al volo di Cartagena, l’aquila sacra, è di Ólafur Arnalds: Only The Winds”.

Progetti per il futuro?

“Sono in vista uscite di miei libri con Einaudi e Feltrinelli e spero continuerà la mia nuova avventura di questi ultimi tre anni come consulente e curatrice della collana per primi lettori I Nuovi Colori del Mondo di Città Nuova Edizioni.

Libro nel cuore e nella testa, anche questo iniziato, interrotto e parcheggiato in un cassetto (come è stato per la genesi di Adalgisa) è Sono nata arrabbiata, di nuovo un young adult come Adalgisa Volantis e i destini segnati, ma diversissimo perché assolutamente realistico, psicologico, con temi anche un po’ delicati e scabrosi. Ci sono anche spunti autobiografici, pur se mascherati e trasformati, come spesso si fa se si inseriscono temi personali, e c’è chi dice che uno scrittore in fondo scrive sempre lo stesso libro e parla sempre di se stesso.

In questo è più vero che in altri e forse per questo motivo mi è così difficile andare avanti e finirlo. E il titolo ci ricollega, alla fine di questa intervista, al suo inizio dove ho accennato alla mia epica rabbia, che spero di esorcizzare per sempre in questo romanzo, progetto futuro, che mi auguro diventerà un libro pubblicato”.


Intervista a cura di Fausto Bailo, promotore culturale, e Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn)


 

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