‘La solitudine del caveau’ ultima uscita di Carlo Sorgia

‘La solitudine del caveau’ ultima uscita di Carlo Sorgia


La solitudine del caveau

di Carlo Sorgia

(Edizioni Della Torre)


Chi è Carlo Sorgia

Nasce a Cagliari l’8 dicembre 1949. Sposato, padre di tre figli e nonno di quattro nipotini, ha scoperto la passione per la scrittura proprio con la nascita dell’ultimo bambino. Dirigente di banca e imprenditore, in sé covava un germe che fino ad allora era rimasto latente e che è venuto fuori piano piano. Sorgia ha iniziato a scrivere poesie, la prima ode per Federico, poi non si è più fermato, anzi si è dedicato con successo anche alla prosa. Ha scritto racconti e romanzi che spaziano dalla narrativa, al romanzo storico, ai gialli, ai libri per ragazzi, ma sempre ispirati dalla bellezza della natura, dall’amicizia e dall’amore.

Il suo romanzo d’esordio è A cavallo della vita (Booksprint), seguito da Il sangue è solo un liquido? Storia di una famiglia ritrovata (La riflessione), la vicenda di una donna che riesce a ritrovare il fratello adottato. Seguono i gialli Delitto a Bosa (Di Buono),Tutta colpa della luna” e Il fiore del cappero (LFA Publisher), il libro per ragazzi Il maialetto rapito ed altre storie (LFA Publisher) e Storia di una vita d’amore.
Nel 2020 esce La danza della vita (Pluriversum editore), seguito dal romanzo a sfondo storico Il profumo della libertà (Edizioni Della Torre), e dall’ultima fatica, La solitudine del caveau (Edizioni Della Torre) uscito in libreria proprio in questi giorni.

Di cosa parla il libro

Giovanni Pistis è un bancario che dopo la pensione ha deciso di lasciare la sua amata Sardegna per trasferirsi in Brasile e rifarsi una vita. Le prime pagine, infatti, lo vedono nella fazenda di Muriaé, a circa 200 chilometri dalla metropoli di Belo Horizonte, mentre conversa con il figlio Giovanni junior, che ha appena raggiunto la maggiore età.

 

a destra Carlo Sorgia

Il ragazzo incalza il padre, vuole sapere di lui, della sua vita, di come si sia ritrovato dall’altra parte del mondo, ma soprattutto vuole sapere come abbia conosciuto sua madre, Maria de Fátima, morta in un incidente aereo quando Giovanni Junior aveva 3 anni.
L’anziano sente che è arrivato il momento di raccontare tutto al figlio, di come sia partito da Villa Assunta, in provincia di Alghero, di come abbia conosciuto la donna che lo avrebbe reso padre e che avrebbe ridato un senso alla sua vita.

 

Tutto il romanzo è un lungo flash-back, intervallato da qualche ritorno al presente, con le domande del figlio all’ormai ottantenne Giovanni. Da quando, giovane e di belle speranze, aveva iniziato a lavorare in banca, grazie all’aiuto della madre, poi la carriera malgrado non avesse studiato, la sua dedizione al lavoro, l’infelice matrimonio con Rosetta, che tuttavia non riesce a lasciare, malgrado l’amore per la bella Gigliola. Un sentimento che l’uomo lascia sfiorire anno dopo anno senza avere il coraggio di andare fino in fondo.

 

È, invece, al momento di andare in pensione, quando gli viene affidato un lavoro tanto noioso quanto di estrema responsabilità, svolto in solitudine nel caveau della banca, dove Giovanni matura e mette in pratica il piano del suo riscatto.

Che cosa ne penso

In questo nuovo romanzo di Carlo Sorgia ci sono tutti gli elementi ai quali ci ha abituato con i suoi romanzi: la natura, la bellezza del paesaggio, i sentimenti come l’amore e l’amicizia. C’è anche il giallo, la suspense, l’intrigo e, anche se la storia parta dalla fine per dipanarsi come un lungo flash-back, c’è un finale a sorpresa.

L’ultima fatica di questo prolifico autore è appena uscita in libreria e il nostro blog ha avuto il piacere di scriverne la prima recensione. Dunque una responsabilità non da poco, ma resa più leggera dalla piacevolezza della storia, scorrevolezza della scrittura, ottima caratterizzazione del protagonista, al quale perdoniamo anche una bontà quasi stucchevole e che tuttavia non lo rende mai antipatico.
Anzi, fin dalle prime righe non si può fare a meno di prenderne le parti, perché è vittima inconsapevole della sua onestà, della sua correttezza verso i colleghi, gli amici, i parenti e persino la moglie Rosetta, un’autentica strega che si fa sposare con l’inganno per poi rendergli la vita un inferno.

Giovanni, però, è un uomo di altri tempi, che sente tutto il peso delle responsabilità e delle convenzioni. Non lascia la moglie, né cede all’amore per Gigliola, che, perseverante al pari di lui, continua ad amarlo anno dopo anno. Non cede nemmeno quando, ormai invecchiati, lui e Gigliola si concedono una seconda fuga, che come la prima resta non consumata e per di più svela crudelmente tutto il disastro dell’età su corpi un tempo giovani e belli.

L’uomo, intanto, porta avantila sua vita in banca: non si tira mai indietro di fronte a nuovi incarichi, a volte anche gravosi e scansati dagli altri, si lascia prendere in giro, non sempre bonariamente, dai colleghi. Insomma dedica tutte le sue energie e il suo tempo al lavoro, preferibile allo stare a casa con la moglie. L’unico lusso che si concede è una fiammante Alfa Romeo rossa decappottabile – seppure di seconda mano –  precisa, con la quale percorre ogni giorno i tornanti che lo portano da Villa Assunta a Bosa, dove ha sede la banca.

Ma niente è come sembra. Giovanni, come Gigliola, come altri personaggi, nasconde una parte di sé che si svela solo negli ultimi capitoli, come in ogni giallo che si rispetti. Ed ecco allora che il ritmo della storia aumenta mentre si susseguono vorticosamente le situazioni più strane e tutto a lui sembra andare tutto storto.

 

Il lettore, ormai completamente dalla sua parte, lo segue con apprensione: un uomo disperato sopraffatto dagli eventi.

Riuscirà a prendere quel volo per il Brasile che potrebbe cambiargli l’esistenza? Ce la farà ad incontrare la donna che lo attende al di là dell‘Atlantico? Chissà. La vita non smette mai ci riservarci sorprese.


Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista


 

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