“La collera della regina” esordio di Nicola Testa

“La collera della regina” esordio di Nicola Testa

Titolo: La collera della regina
Autore: Nicola Testa
Editore: Damster
Formato: EPUB

Nicola Testa

Chi è Nicola Testa

E’ laureato al Politecnico di Torino in Ingegneria edile.


Dopo il servizio militare ho cominciato il praticantato in vari studi di architettura. Date le scarsissime prospettive del settore (a meno di avere un babbo/zio con studio o una passione accecante – mi mancavano entrambi)” ci dice “ ho seguito un corso di programmazione (allora andava di moda il linguaggio java) e come sviluppatore ho cominciato a lavorare in diverse aziende, principalmente banche. Quattro anni fa sono poi emigrato a Zurigo dove lavoro attualmente, mentre la mia famiglia è rimasta a Biella dove ritorno nei fine settimana.”
“Come vedete, ho fatto di tutto. Mi manca di fare il farmacista – ma la cosa non è esclusa, visto che mia moglie è titolare di una farmacia e non le dispiacerebbe avermi con lei – e l’astronauta (questo no: già patisco la guida di mia moglie, figuriamoci uno shuttle).”


Gli amici gli riconoscono un certo salutare distacco dalle umane sorti e gli rimproverano una eccessiva lentezza. Lui risponde sostenendo, senza fretta, di essere in grado di cambiare idea in meno di un secondo.

Ama la montagna, ma anche il mare, il silenzio, le canzoni d’autore, le serate davanti a un tavolo con gli amici, tutto quello che dice e fa mio figlio, a parte quando è troppo tardi e lui avrebbe ancora idee per un paio di giornate intere…

Ha sempre avuto la passione di raccontare storie. Da bambino/ragazzino disegnava fumetti e per un certo periodo avrebbe anche voluto diventare fumettista, ma poi una serie di motivi (non ultimo un certo oscurantismo in ambito familiare) lo hanno allontanato da quell’ambizione, in qualche modo recuperata una quindicina di anni, cominciando a scrivere racconti.

 

Di cosa parla La collera della regina

Teatro della storia è l’abbazia di Lucedio situata a Trino vicino a Vercelli. Un grande complesso abbaziale ancora oggi ammantato da un’aura di inquietudine che l’atmosfera medievale e le numerose leggende, sorte intorno ad esso e al vicino cimitero di Darola, contribuiscano ad alimentare.

Il protagonista è Giovanni Lantero, professore di Storia medievale dell’università di Vercelli, che da sempre ha studiato e cercato di indagare su fatti misteriosi accaduti propri lì, pare ad opera di una terribile presenza, la cosiddetta Regina.

Decide così di lasciare la sua Nikon automatica ai piedi de Campanile in modo da poter accreditare le sue teorie.

Accade però un fatto non previsto. La sua macchina fotografica ferma su immagini il delitto di una giovane donna, ma questo Lantero lo saprà soltanto dieci anni dopo, quando la comunità verrà sconvolta da un altro misterioso delitto: quello di una ragazza nel vicino cimitero di Darola.


Secondo fonti vicine alla questura … l’autore del delitto della studentessa universitaria, avvenuto una settimana fa nei pressi del cimitero di Darola, sarebbe da ricercarsi all’interno degli stessi ambienti universitari. La scena del delitto, infatti, sembrerebbe ricalcare con straordinaria precisione un’antica leggenda sull’abbazia di Lucedio, riportata in luce di recente dall’equipe guidata dal professor Lantero e di cui la stessa studentessa uccisa faceva parte. Secondo gli inquirenti tale ritrovamento potrebbe aver generato un atto di emulazione, fenomeno ben noto agli psicologi e tipico dell’età giovanile. La polizia al momento non esclude alcuna ipotesi…


L’uomo però, pur sapendo chi è l’autore del delitto, deve scegliere tra denunciare il colpevole oppure tentare, grazie a lui, di risolvere gli enigmi che lo tengono attanagliato a quel posto e alla sua terribile Regina.

Cosa ne penso

Se si prendesse in considerazione soltanto il sottotitolo “Fritto mystery alla piemontese con note digestive dell’autore”, l’Incipit “Ovvero il preantipasto, ma non si pensi a un appetizer delicato, tutto fronzoli e colori, da ristorante di pretesa. Qui siamo di fronte più a un tomino elettrico o a un peperone in bagna caoda, tanto per preparare lo stomaco al lauto pasto che sarà” oppure le varie introduzioni/note dell’autore ai capitoli, si penserebbe subito a qualcosa di esclusivamente ironico, paradossale. Niente di più sbagliato.

La collera della regina è anche ironico. Cosa peraltro non usuale per il genere. Fondamentalmente però ci troviamo di fronte a un noir/thriller a tutti gli effetti. E’ sufficiente leggere la prima pagina, per capire cosa abbiamo davanti.


La pioggia attraversava in diagonale il fascio di luce della torcia. La puntò verso il basso per dare un’occhiata alla ragazza che giaceva a terra, rannicchiata tra l’erba fradicia del prato, le labbra socchiuse, lo sguardo fattosi opaco, i capelli lisci che le accarezzavano una guancia…
…Nel secchiello di legno c’era tutto l’occorrente: un seghetto giapponese ancora nella sua confezione di plastica trasparente, una mantella impermeabile, un paio di guanti di lattice e un trinciapollo. Raccolse il secchiello e la croce di legno che aveva sistemato sul fondo del bagagliaio, richiuse il portellone e tornò dalla ragazza.


In un noir che si rispetti il protagonista non è il crimine, ma l’ambientazione, e qui è ottima.

Grazie all’atmosfera densa carica di presagi e all’idea dell’antica leggenda che regala una costante inquietudine di fondo, la storia ti si appiccica addosso immediatamente ed è difficile staccarsene.

Il lettore, fin dal primo momento, si trova calato in un mondo fatto di sinistre presenze, misteri, energie inspiegabili e destabilizzanti, leggende che arrivano da secoli lontani e nulla di fronte al fascino magnetico e pericoloso di una Lucedio che non appare più abbazia, bensì creatura vivente.

 

E’ stato abile Nicola Testa anche a rendere partecipe chi legge al dilemma del protagonista, se rendere pubblico, o meno, il nome del colpevole del delitto avvenuto dieci anni prima. Questo innesca una notevole partecipazione emotiva e l’inquietudine e gli umani dubbi del professor Giovanni Lantero lo fanno un personaggio vero.

 

Con questo interrogativo sempre ben presente, la vicenda è raccontata con piglio efficace, a tratti graffiante, mentre la trama alterna con maestria indizi del passato a quelli del presente in un crescendo di colpi di scena fino ad un finale perfettamente in linea con il plot.

Un discorso a parte la merita l’originale impostazione dei capitoli e della storia tutta, alternata da gustosi inframezzi

 

Insomma, un’opera prima che si attesta su un livello decisamente alto. Un romanzo consigliato a tutti che intriga, appassiona e dispensa emozioni.


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