‘Sull’orlo dell’abisso’: intervista a Simone Lazzerini
Sull’orlo dell’abisso
di Simone Lazzerini
(2025, Giovane Holden Edizioni)
Chi è Simone Lazzerini
È nato nel 1993 a Orbetello, dove vive tuttora. Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria nel 2012, ha iniziato a lavorare nel settore turistico, occupandosi della gestione alberghiera durante la stagione estiva. Nel 2021 ha discusso la tesi di laurea triennale in Naturopatia, un percorso che lo ha arricchito sia a livello personale che professionale.
La scrittura è il suo rifugio, il modo per evadere dalla realtà e immergersi in mondi creati dalla sua immaginazione. Oltre a questo romanzo, ha pubblicato: Luce in fondo al tunnel (Bookabook, 2023).
Di cosa parla
Un invito anonimo. Una villa sperduta tra le colline della Toscana. Una notte in cui nulla è ciò che sembra. Antony Shepard, detective con troppi conti in sospeso, si ritrova intrappolato in un gioco oscuro che promette intrattenimento… ma pretende sacrifici. Basta un volo intercontinentale, un incubo troppo vivido, una lettera che cambia sotto i suoi occhi, perché il confine tra realtà e allucinazione si frantumi. Ogni dettaglio è una trappola. Ogni volto, un enigma. Ogni parola, un possibile inganno.
In un ambiente isolato e carico di tensione, dove la neve cade silenziosa e le maschere non sono solo carnevale, Antony dovrà mettere in gioco tutto ciò che è rimasto della sua lucidità. Tra simboli misteriosi, ospiti ambigui e presenze minacciose, il passato ritorna sotto forma di ossessione, e la linea tra predatore e preda si fa sempre più sottile. Nulla accade per caso. Nulla è lasciato al caso. E il tempo stringe: quando l’alba sorgerà, qualcuno non sarà più vivo per raccontarlo. Un viaggio claustrofobico nei recessi più oscuri della mente, dove la paranoia si confonde con la verità e la paura diventa l’unica compagna fidata.
Perché la villa non ospita una semplice festa. È il teatro di un rituale. E una volta entrati, uscirne non è più una scelta.
‘Leggere le pagine dei quotidiani siciliani è, purtroppo spesso, assai più appassionante di un romanzo giallo’ disse Andrea Camilleri durante un’intervista. Lei attinge dalla cronaca e dalla realtà per costruire i suoi romanzi? Come è venuta l’idea di questa storia particolare?
L’idea dei mie romanzi è nata dalla mia fantasia. Il primo, Luce in fondo al tunnel, ha visto la luce durante il periodo del lockdown. L’unico modo per evadere dalla realtà era quello di immedesimarmi nei libri che leggevo. Da lì, anche grazie alla mia direttrice dell’Accademia dove ho studiato per tre anni Naturopatia, ho deciso di scrivere. Probabilmente avevo già un’idea archiviata nella mente, mi serviva solo una piccola spinta. Come dice il grande Carrisi “perché a volte non è necessario che qualcuno ti finanzi o condivida il rischio d’impresa. A volte c’è semplicemente bisogno di qualcuno che creda in te“.
In Sull’orlo dell’abisso siamo di fronte a un detective che si ritrova vittima di un gioco oscuro che promette intrattenimento, ma è in realtà una trappola. Da dove è partito per la creazione del protagonista?
Tony (il protagonista Antony Shepard) è ormai diventato una parte di me, un personaggio al quale sono profondamente legato. L’idea di crearlo è nata guardando la serie tv Marvel Loki (sono un grande appassionato). L’attore, Tom Hiddleston, è uno dei miei preferiti e ho preso ispirazione proprio da lui. Tutto è cominciato da una semplice domanda “e se questo personaggio lo inserissi all’interno di una mia storia?”
Come nasce un thriller? Cosa affascina di questo genere letterario?
L’idea di un thriller, almeno per me, nasce dalla lettura di molti romanzi appartenenti a questo genere. Ciò che mi affascina di più è il fattore curiosità. Il non sapere fino all’ultimo chi si nasconde dietro tutto. Quella sensazione di arrivare alla fine di un capitolo e voler comunque continuare, perché la voglia di scoprire cosa accadrà dopo è troppo forte.
Proprio perché codificato e tanto amato dai lettori il thriller può essere un’arma a doppio taglio. Come si riesce a dare la sensazione di novità? A eludere il déjà vu? E quali gli errori da evitare?
Il Thriller è uno dei generi più letti, e anche io mi sono posto spesso questa domanda. Il rischio di trovarsi di fronte a una storia simile o già sentita è molto alto, ma credo che ogni romanzo lasci comunque al lettore qualcosa di unico, anche quando ricorda un racconto già vissuto. Ciò che ci resta dentro, alla fine, sarà sempre diverso.
A differenza di altri generi, il thriller spesso esplora e affronta temi come la violenza, la corruzione politica o le debolezze del sistema giudiziario e della polizia. Da questo punto di vista può avere una valenza sociale?
Sicuramente il thriller possiede una sua valenza sociale. Attraverso la finzione, spesso mette in risalto temi come la violenza, le ingiustizie o l’abuso di autorità, spingendo il lettore a riflettere non solo durante la lettura, ma anche sulla realtà che lo circonda.
Quando e perché si è avvicinato al mondo della scrittura?
Mi sono avvicinato al mondo della scrittura durante il lockdown, quando (come ho detto prima) l’unico modo per evadere era viaggiare con la mente. Mio padre mi consigliò di leggere La casa delle voci di Donato Carrisi. Da lì è nata la mia passione per i thriller e, di conseguenza, per la scrittura.
Come si sviluppa una buona tecnica di scrittura? Ci sono trucchi che si possono usare per migliorare? Crede nelle scuole/corsi di scrittura?
Sicuramente le scuole e i corsi di scrittura possono essere molto utili, ma credo che molto debba venire da dentro. L’aspetto più importante è avere il coraggio di buttarsi e provare. Se c’è una passione che vogliamo inseguire, la parola d’ordine è crederci e mettersi alla prova.
A parte la scrittura, quale forma d’arte sente più affine?
Sicuramente la musica. Ho suonato per molti anni nella banda di Orbetello e questa esperienza mi ha lasciato molto. Se mi sono innamorato della musica come forma d’arte, lo devo ai maestri, al presidente e ai compagni che mi hanno accompagnato per tanti anni in quel viaggio.
Senza svelare nulla, il finale si presta ad un seguito. Ha in programma future imprese del nostro detective?
Perché no? Di solito lascio l’ultima parola ai lettori: se desiderano scoprire di più sulle avventure di Tony, sarò felice di continuare a scrivere.
Intervista a cura di Dianora Tinti, scrittrice e giornalista.






