“Ombra Bianca” di Cristiano Gentili

Con orgoglio questa settimana pubblico l’intervista che ho fatto allo scrittore grossetano (ma è molto di più di uno scrittore…fidatevi!) Cristiano Gentili, uscita fra l’altro sul mensile Maremma Magazine di dicembre, sul genocidio degli albini africani.

Dopo questa esperienza Cristiano ha spedito più di quattromila e.mail a tutti gli uomini più importanti: politici, intellettuali, giornalisti… ma soltanto ( e ditemi se è poco!) Papa Francesco ha risposto al suo appello.
E lo ha voluto con sé, invitandolo come relatore ad un simposio internazionale sullo sviluppo sostenibile per l’Africa. Cristiano in quel momento era in Kosovo come osservatore elettorale (vivendo sotto scorta) e soltanto per intercessione del Pontefice è riuscito a liberarsi e a volare al Vaticano.
Lì è rimasto per tre giorni, ospite di Papa Francesco che lo ha ascoltato attento, partecipe e che, alla fine, ha letto con la propria voce, registrandola come un messaggio di speranza destinato a fare il giro del mondo, una delle più significative pagine del libro.

In bocca la lupo Cristiano, non fermarti, continua il tuo prezioso lavoro per rendere uguali tutti gli esseri umani.

“Ombra Bianca” di Cristiano Gentili

di Dianora Tinti

"Ombra Bianca"“…Gli abitanti di Ukerewe non sapevano perchè Babu non celebrasse più. Lui, da quando aveva conosciuto la vicenda di Adimu, si era chiuso nella sua stanza e non voleva saperne di uscire. Stava seduto su una vecchia sedia di paglia, immobile, senza la luce di nessuna lanterna a dissipare l’oscurità.”

Quando ho chiuso il romanzo, dopo aver letto l’ultima parola dell’ultima riga dell’ultima pagina di questo romanzo, sono rimasta per lunghi momenti ferma, come imbambolata. Mi faceva male tutto: le braccia, le gambe, il petto…
Perchè Ombra Bianca, la seconda opera del grossetano Cristiano Gentili, fa veramente male al cuore. Ma andiamo per ordine.

Dopo la laurea in scienze politiche a Siena, il dottorato e un master europeo, Gentili ha sentito il richiamo delle zone più calde del pianeta ed è andato ad aiutare i popoli colpiti da terremoti e conflitti: Argentina, Indonesia e Banda Aceh dove ha guidato la task force della sua agenzia aiutando la popolazione colpita dallo tsunami.
In Sudan ha vissuto tre anni, ha conosciuto i conflitti del Darfur e ha fatto sbocciare lì il primo romanzo/riflessione sull’omosessualità: “Io, Maria Bellofiore” per le edizioni Croce.
A 38 anni poi è partito dalla nostra cittadina per sprofondare nel ventre dell’Africa nera e scoprire come vivono i bambini albini della Tanzania, dimenticati dal mondo soltanto perchè colpevoli di avere la pelle chiara.

Una realtà raccapricciante che tratta del genocidio di questi innocenti africani con la pelle del colore della luna, abbandonati ed emarginati nel casi migliori, in genere torturati e poi uccisi anche dalle stesse famiglie. Cristiano Gentili è stato uno dei primi europei ad entrare in una comunità protetta per bambini con albinismo, con l’aiuto di un attivista per i diritti degli africani con albinismo, a vedere con i propri occhi una realtà da girone dantesco.
Poveri bambini, vittime innocenti di superstizioni, ignoranza e riti di morte. Tagliati e amputati da svegli: gambe ed ossa utilizzati come rimedi all’infertilità, membra e capelli intessuti nelle reti per aumentare la pesca, ossa sepolte per facilitare la ricerca dell’oro…Ha conosciuto la disperazione e il dolore di questi “Nessuno”, perchè per gli altri è come se non esistessero.

“Ho visto un bambino impazzito che trascorreva la sua vita dondolandosi a gambe incrociate col busto, sotto un albero” mi ha detto “e ho provato una infinita vergogna per il solo fatto di appartenere a una specie capace di tanto odio e cattiveria”.

Ma chi ha letto, o leggerà, Ombra bianca ha trovato, o troverà, molto di più di un semplice reportage. Cristiano Gentili è stato abilissimo ad imbastire una storia verosimile senza appesantire il plot che anzi risulta arricchito e mai greve. Nonostante il tema che veramente può sconvolgere lasciandoci in balìa di un forte senso di impotenza, il romanzo si legge molto bene e anche la scrittura non è mai fine a se stessa, ma al servizio del lettore. Una lettura che non può lasciare indifferenti e che mi fa ammettere che anch’io, dopo aver letto la storia e conosciuta questa realtà terrificante, mi sono svegliata più volte nel cuore della notte con davanti la figura della piccola Adimu.

Lo scritore Cristiano Gentili

So che tu hai viaggiato moltissimo, specialmente dopo la laurea. Cosa ti ha spinto a lasciare Grosseto e ad intraprendere i tuoi viaggi? Cosa cercavi?
La curiosità ha sempre giocato un ruolo predominante nelle mie scelte. All’età di 21 anni con l’Erasmus a Londra mi si è aperto un mondo fino ad allora circoscritto alla Maremma. Sto ancora cercando qualcosa di indefinito ma vedrai che scoprirò d’averla sempre avuta più vicina di quanto pensassi…senza mai essermene accorto prima.

Come nasce questo libro?
Dalla volontà di far conoscere un’incredibile e attuale realtà e si alimenta con l’esigenza di fare qualcosa di concreto per gli africani albini in un futuro prossimo. Dal punto di vista narrativo l’ho trovato un argomento suggestivo e ricco di spunti metaforici.

Come sei venuto a conoscenza di questa realtà?
Nel 2011, in Darfur, durante un incontro con la popolazione locale dove stavamo assegnando dei piccoli appezzamenti di terra a vedove di guerra, un capo tribù replicò alla nostra decisone di attribuire i terreni alle donne, e ci chiese: “Come può una cosa possedere un’altra cosa?”. Rimanemmo senza parole. Non il mio collega che mi sussurrò: “Questa considerazione è più assurda di quanto accade agli albini africani”. Sulla via del ritorno in ufficio iniziai ad approfondire l’argomento fino ad allora a me totalmente sconosciuto.

Chi ti ha aiutato in questa, chiamiamola così, avventura?
Ho cercato una persona che mi potesse fare da guida e condurmi in aree rurali dove il fenomeno della discriminazione e persecuzione è maggiore. Per il tramite di un fotografo palestinese che aveva allestito una mostra fotografica sugli africani con albinismo in giro per l’Europa e sono entrato in contatto con Josephat Torner, 35mo figlio di un cristiano poligamo, senza nome fino all’età di un anno perché albino, il più importante attivista tanzaniano per i diritti degli africani con albinismo. È stato lui a farmi vivere quest’incredibile realtà africana. Ed è a lui che sono riconoscente per avermi fatto provare il turbinio di emozioni senza le quali Ombra Bianca non sarebbe potuto diventare quello che è adesso.

Qual’è il messaggio che vuoi trasmettere con il tuo romanzo?
Vorrei calare il lettore in una realtà lontana caratterizzata da usi, costumi, sapori, suoni, alternativi ai nostri, e farlo immedesimare in un “bianco” in Africa, nell’Africa autentica, accompagnandolo in luoghi dove non arrivano gli echi chiassosi del turismo, dove non ci sono resort né safari per viaggiatori in cerca di esperienze esclusive a pagamento.
Nel romanzo racconto di loro, gli africani “bianchi”, ma anche di noi, bianchi in Africa, in un contesto fuori dal nostro vivere quotidiano. E affronto il tema della ricerca esasperata del denaro e del potere…perché, incredibile a spiegarsi in poche parole, ma esiste un collegamento tra il denaro e gli africani albini.

Dove si può acquistare Ombra Bianca?
In libreria e sul sito ufficiale www.ombrabianca.com al prezzo di 10€. Oppure in formato ebook in tutte le librerie on line.
Il romanzo ha vinto l’undicesima edizione del Premio “Insieme nel mondo” per la narrativa edita, si è classificato terzo al Premio Internazionale “Thesaurus” e quarto al Premio Nazionale Calabria Basilicata, senza contare le ottime recensioni ricevute su Amazon e altri importanti canali web e blog, compreso il mio Letteratura e Dintorni.

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