Fumetti: parla Laura Stroppi, autrice umoristica

Fumetti: parla Laura Stroppi, autrice umoristica

Laura Stroppi

Laura Stroppi nasce a Milano. Inizia a lavorare nel mondo del fumetto negli anni ’90, per la Casa editrice Macchia Nera, come collaboratrice ai testi e ai disegni del personaggio Lupo Alberto.

 

Nel 1996 inizia a pubblicare le storie a fumetti di un buffo e imbranato personaggio umoristico di sua invenzione, Ghigo lo Sfigo.

 

Laura vince diversi premi come autrice umoristica: due premi Fumo di China nel 1996 e nel 2001, un premio IF nel 1998 e il Premio Grandi Editori nel 2013.

 

 

Ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per la collaborazione.

Quando è nata il lei la passione per l’illustrazione?

“Fin da piccolina sono stata molto interessata al disegno e, in particolare, al disego umoristico che avevo occasione di ammirare su fumetti come Topolino ed Eureka. Parallelamente ero molto affascinata dai libri di fiabe illustrati, ne avevo moltissimi e passavo ore a guardarne e riguardarne i disegni”.

Quali sono stati i suoi esordi nel mercato della editoria italiana?

“Nel 1990, durante l’ultimo anno di liceo, ho iniziato a frequentare quella che allora era la casa editrice Macchia Nera, (pubblicava gli albi di Lupo Alberto e Cattivik) , come apprendista disegnatrice e autrice umorisitca. Ho successivamente disegnato diverse storie di Lupo Alberto”.

Come è nato il personaggio Ghigo lo sfigo?

“Ghigo nasce da una delle tante caricature che facevo ai miei compagni di liceo. L’idea di trasformarlo in un personaggio a fumetti dotato di vita propria fu di Bonvi. Ghigo vide la sua prima apparizione nel mondo editoriale nel 1996”.

Per la creazione di Ghigo si è basata su altri personaggi del mondo del fumetto?

“Non propriamente. In realtà ho sempre considerato il personaggio Ghigo semplicemente come come un mio alter ego, un modo di parlare della realtà attraverso il mio personale senso dell’umorismo.
Graficamente ha risentito di grandi disegnatori che io considero miei maestri. Parlo, nello specifico, di Silver, Giorgio Cavazzano e Jacovitti.

 

Con il tempo ho trasformato le storie di Ghigo, che prima erano lunghe alcune pagine oppure tavole autoconclusive, in veloci battute sulla scia delle strip americane. In questo l’influenza di Jhonny hart, uno dei miei autori preferiti, ha avuto un grande peso”.

Se potesse far apparire Ghigo lo sfigo in un classico della letteratura europea quale sceglierebbe?

Solo europea? In realtà Ghigo lo vedrei bene in un grande classico della letteratura fantascientifica americana. Il libro è “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams. E, secondo me, sarebbe perfetto nella parte di Marvin, l’androide paranoico, l’eterno scontento”.

Quale genere musicale rappresenta meglio il carattere di Ghigo?

L’opera di Rossini e in particolare tutte le overture che ha composto. Solo strumentali e molto varie. Un po’ com’è il carattere di Ghigo, taciturno e volubile”.

Progetti per il futuro?

“Ho diversi progetti per il futuro, non tutti coinvolgono Ghigo. Ma non amo parlare di cose di cui non ho ancora certezza assoluta.
Posso dire che ora mi dedico al nuovo libro di Ghigo che è appena uscito per “Sbamlibri”. Stiamo organizzando incontri e altre iniziative”.

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