“Detroit 23/5”: la strage di Capaci

“Detroit 23/5”: la strage di Capaci

La casa editrice Noise Press, dopo aver pubblicato volumi come Black Knot, I am Spank e Akaimisaki, dà alle stampe un nuovo avvincente volume dal titolo Detroit 23\5 sceneggiato da Toni Sardina, sapientemente illustrato da Giovanni Alessandro e colorato da Michele Monte.


Ringraziamo Bailo Fausto per aver “chiacchierato” sia con lo sceneggiatore Toni Sardina che con il colorista Michele Monte (  a breve la sua intervista)


Intervista a Toni Sardina

Toni Sardina, sceneggiatore

Toni ci parli di lei e del suo incontro con il fumetto?

“Ho cominciato a leggere fumetti intorno ai 14 anni. All’epoca per me esisteva solo il manga, perché nei fumetti occidentali non riuscivo a trovare nulla che mi lasciasse qualcosa al livello emotivo o che mi facesse riflettere su un qualsivoglia argomento.

 

Proprio per via della distanza col Giappone, non ho mai neanche preso in considerazione l’idea di lavorare in questo settore. Per me il fumetto era solo un modo come un altro per intrattenermi.

 

Contemporaneamente però scrivevo, e pure tanto. Cose serie, disimpegnate, flussi di pensieri o qualunque altra cosa mi desse modo di esprimere me stesso. Mettevo sempre tutto nero su bianco su una pagina word, non diversamente da come si fa col proprio diario. A un certo punto, mosso dalla passione del manga Naruto, con un mio amico (anche lui scrittore amatoriale) decidemmo di creare un forum gdr su quel tema, laddove ebbi modo di inventare storie, personaggi e mondi, che usavo come maschere per mettere in scena qualunque cosa mi passasse per la mente.

Quell’hobby durò circa 4 anni, verso la fine dei quali quel limite tematico cominciò a starmi stretto. Volevo parlare di altro, in altri termini e con altri mezzi. Concluso il liceo, a 18 anni non avevo la benché minima idea di cosa volessi fare della mia vita e neanche di chi volessi essere. Pertanto scelsi praticamente a caso la via della giurisprudenza, una strada che ho interrotto per la sua assenza di stimoli della mia creatività. In balìa di me stesso, per la prima volta presi una matita in mano e cominciai a copiare per puro gioco quei manga che mi piacevano tanto.

Due mesi dopo ero tra i banchi di scuola della Grafimated Cartoon di Palermo, a mani basse il periodo più bello della mia vita. Lì ho imparato cosa significasse lavorare in questo settore, le sue possibilità e modalità, e con mio stupore, sono riusciti persino a farmi apprezzare i fumetti occidentali. Il resto è storia, una storia che sto scrivendo giorno dopo giorno assieme all’Outclass Art Studio, una realtà che ho fondato coi miei colleghi Giovanni D’Alessandro e Simone D’Angelo nel 2018 e a cui in seguito si è aggiunto il nostro colorista Michele Monte“.

Come nasce il titolo del fumetto?

L’unicità del titolo Detroit 23/05 non sta tanto nella città presa in esame (che potrebbe essere una qualsiasi altra capitale della malavita), quanto nella data a cui è affiancata: il 23 Maggio. Nel 1992, durante quel giorno, sull’autostrada di Palermo – città natale mia e di Giovanni D’Alessandro – si consumò la famosa strage di Capaci, dove il magistrato Giovanni Falcone perse la vita, ma anche dove idealmente morì la vecchia concezione che la Sicilia aveva della mafia. Tutto il fumetto è dedicato a quella data e vorrebbe esserne una metafora, nella speranza che anche chi non sia lettore di fatti di cronaca, possa in qualche modo ricollegarsi e interessarsi alla vicenda reale”.

Quando è entrato a far parte del progetto editoriale che ha consentito la realizzazione di Detroit 23\05?

“Parliamo del 2018. Detroit 23/05 è stato il primo proposal che abbiamo messo in piedi subito dopo la fondazione dell’Outclass Art Studio. Mancavano due mesi al Lucca Comics, così ci siamo rimboccati le maniche per capire cosa volevamo proporre e come. Non dimenticherò mai l’entusiasmo che abbiamo provato quando Detroit è stato selezionato per il colloquio da quasi tutte le case a cui l’avevamo proposto. Chi ha partecipato a quelle selezioni sa il livello di tensione che si avverte fino al momento in cui vengono affissi i nomi dei candidati scelti. Grazie a quei colloqui, di rientro in Sicilia avevamo per le mani diversi contatti e tanta voglia di dar luce al nostro fumetto, che alla fine, sebbene con un evidente ritardo a causa della pandemia, è stato pubblicato dalla Noise Press. Contemporaneamente in contemporanea ha deciso di stampare anche il nostro secondo fumetto: #UomoinCamicia.

La realizzazione della sceneggiatura quanto tempo ha richiesto?

Per quanto Detroit 23/05 possa sembrare semplice e caciarone, la sua gestazione è stata più lunga del previsto. Chi produce fumetti sa che una delle primissime domande da porsi è a chi è rivolto?

 

La risposta determina ogni cosa: la caratterizzazione dei personaggi, lo stile, le atmosfere, i toni, i dialoghi e tanto altro ancora. In Detroit avevamo intenzione di rivolgerci agli adolescenti e agli adulti per parlare seriamente di determinati argomenti, o meglio delle emozioni che potevano star loro dietro. Allo stesso tempo però volevamo divertirci e divertire. Sfortunatamente parlare di temi tanto delicati con impronta ironica rischia di dissacrare idee per cui tanta gente ha dato la vita, così, in qualità di sceneggiatore, ho fatto un passo indietro.

 

Quale mercato è migliore di quello americano per intrattenere in modo disimpegnato? Convinto che quello fosse l’involucro vincente con cui rivestire in modo leggero qualcosa di più profondo, ho estratto il meglio (o il peggio, a seconda dei punti di vista) da quei prodotti, aggiungendo però dei riferimenti a quegli eventi inerenti alla mafia a cui, specialmente noi palermitani siamo particolarmente sensibili. Con questa premessa e sotto l’encomiabile supervisione di Tommaso Lionello Vitiello (a cui devo ettolitri di birra), ho chiuso Detroit in circa due mesi, con qualche ritocco in fase di lettering”.

Come siete entrati in contatto con Noise Press?

“Come già detto, di ritorno dal Lucca Comics 2018 stavamo valutando le varie proposte, quando con una mail inaspettata gli editori della Noise Press ci hanno contattato. Credevano nel progetto e noi in loro, perché nei loro prodotti abbiamo sempre visto della qualità, dai disegni fino alla stampa effettiva degli albi. Ad oggi posso dire con assoluta onestà che Detroit 23/05 non poteva essere messo in mani migliori”.

Come sarà pubblicizzato il vostro fumetto?

“Purtroppo la pandemia non ha risparmiato neanche noi fumettisti che trascorriamo la maggior parte del tempo a lavorare da casa. Eventi, manifestazioni e presentazioni, oltre ad essere la miglior pubblicità, sono anche luoghi di inevitabile assembramento, cosa che in questo momento storico l’Italia non può permettersi.

 

E’ un gran dispiacere per noi autori rinunciare alle fiere, non tanto per ragioni economiche, quanto per non poter vedere dal vivo chi acquista il frutto della nostra fatica. Neanche a dirlo, faremo il possibile per coordinarci con l’editore affinché i nostri fumetti arrivino al pubblico, attraverso i social e il nuovo sito che di recente la Noise Press ha aggiornato per l’occasione. Fortunatamente gli store online, da Amazon a Feltrinelli ci vengono incontro. Semmai il mondo dovesse tornare alla normalità, col mio studio viaggeremo da un capo all’altro dell’Italia per recuperare le fiere e le presentazioni perdute”.

Progetti per il futuro?

“Per quanto mi piacerebbe produrre materiale esclusivamente nella nostra terra e per la nostra terra, a un certo punto, se hai intrapreso questa strada, ti rendi conto che spaziare all’estero potrebbe essere l’unico modo per continuare ad essere chi hai scelto di essere. Sia io che i miei colleghi dell’Outclass lo sapevamo fin dall’inizio, per questo è già da un po’ che stiamo lavorando per arrivare in America, Francia, Spagna e Russia con dei risultati che, spero presto, avremo modo di ufficializzare. Intanto stiamo chiudendo altri due fumetti che dovrebbero uscire in Italia in previsione dell’estate, apocalisse permettendo. Per il resto, siamo fiduciosi che questa sia la nostra strada”.


 

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