Oltre i cento passi di Giovanni Impastato

Oltre i cento passi di Giovanni Impastato

Francesca Marzilla Rampulla, Giuseppe Impastato e Dianora Tinti

Francesca Marzilla Rampulla, Giuseppe Impastato e Dianora Tinti

 

Ho avuto l’onore di presentare a Grosseto, insieme allo scrittore Carlo Legaluppi, il libro di Giovanni Impastato “Oltre i cento passi” e di conoscere, oltre a lui, Francesca Marzilla Rampulla.

 

Amica di Giovanni, ha ancora ricordi di Peppino, nonostante fosse all’epoca molto piccola, e ha scritto su di lui e il fratello molti articoli ed interviste.

 

Docente di lingua e letteratura francese presso un liceo linguistico statale di Palermo, collabora con il mensile “La Voce” e con il settimanale “Centonove” oltre a curare recensioni letteraraie ed artistiche. E’ sua la recensione che andrete a leggere di seguito.

 

Chi è Giovanni Impastato

Fratello minore di Peppino (nella foto a destra), ucciso dalla mafia nel 1978. Ha raccolto la sua eredità e portato avanti la lotta che il fratello aveva cominciato ad intraprendere.Pepino Impastato

E’ tra i fondatori della Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto alla criminalità organizzata. La sua voce accorata e sincera racconta il conflitto di chi ha vissuto la mafia e l’antimafia all’interno delle mura domestiche, e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità.

oltre i cento passiDi cosa parla

E’ la primavera del 1977 quando Peppino Impastato, insieme a un gruppo di amici, inaugura Radio Aut, una radio libera nel vero senso della parola.

 

Da Cinisi, feudo del boss Tano Badalamenti, e dall’interno di una famiglia mafiosa, Peppino scuote la Sicilia denunciando i reati della mafia e l’omertà dei suoi compaesani.

 

Una voce talmente potente che poco più di un anno dopo, la notte tra l’8 e il 9 maggio, viene fatta tacere per sempre. Ma pure questo è uno degli errori della mafia: pensare corto. Perché, anche se non era scontato, la voce di Peppino da allora non ha mai smesso di parlare, di lottare per la dignità delle persone, di illuminare la strada.

 

E una strada lunga, se si pensa che ancora oggi chi ha depistato le indagini sull’omicidio di Peppino ha fatto carriera, mentre chi invocava la verità non c’è più. Ma è una strada percorsa ormai da migliaia di persone.

 

Per la prima volta, Giovanni, fratello di Peppino, che ne ha raccolto il testimone, fa il punto della situazione delle mafie – e delle antimafie – in Italia, dall’osservatorio di Casa Memoria e del Centro Impastato, da quarantanni in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata.

Cosa ne pensa Francesca Marzilla Rampulla

Da quella notte, fra l’8 e il 9 Maggio dell’ormai lontano 1978, nella quale la mafia mise definitivamente a tacere la voce inarrestabile di Peppino Impastato, il geniale, poliedrico, coraggioso martire che ha immolato la sua vita sull’altare della giustizia politica e sociale, tanti accadimenti hanno contribuito a far conoscere le sue idee e le sue lotte contro il potere e le prevaricazioni mafiose e le connivenze delle parti malate dello Stato.

Si pensa, innanzi tutto, alla tenacia e al coraggio di sua madre, Felicia Bartolotta Impastato, affranta e lacerata dalla tragica morte dell’amato e ribelle figlio, ma ancor più colpita dall’ infamia che tale morte accompagnava e dal silenzio ostile di parte della comunità civile e religiosa.

Si pensa al coinvolgimento di suo fratello Giovanni, costretto dagli eventi ad attrezzarsi, caratterialmente e mentalmente, per affiancare la madre nell’impervio percorso di ricerca di verità e giustizia.

Si pensa all’instancabile lavoro di controinformazione, supportato da prove inconfutabili, degli amici storici di Peppino.

Si pensa al lavoro parallelo condotto, in modo scrupoloso ed organico, dallo storico Umberto Santino, fondatore, insieme alla moglie Anna, del Centro di Studi intitolato a Peppino Impastato, il cui ruolo è stato particolarmente significativo nella ricostruzione storica dei fatti.

 

Il film di Marco Tullio Giordana, “I cento passi” ha avuto poi il grande merito di far conoscere al mondo la straordinaria esistenza di

una scena del fim I cento passi

una scena del fim I cento passi

questo temerario giovane siciliano, che amava nutrire la sua mente con impegnative letture filosofico -politiche, liberandolo dai vincoli territoriali a cui era stato ingiustamente relegato.

 

Giovanni Impastato con il suo “Oltre i cento passi” (edito da PIEMME ed arricchito dalle illustrazioni dell’amico Vauro) scrive, in modo semplice, scrupoloso e puntuale, di tutte le iniziative ed incontri di “Casa Memoria”, che sembrano coincidere con un doloroso percorso di crescita e maturazione personale, caratterizzato dal fraterno, amorevole affetto che lo ha portato a farsi carico della pesante ma preziosa “eredità” ricevuta dalla sua complessa famiglia d’origine e a diventare altro da quello che, probabilmente, sarebbe diventato in assenza del tragico evento.

Ancora più meritevole quando Giovanni, con lodevole sincerità, riconosce di non possedere il carisma e la preparazione intellettuale del fratello. Ed è proprio questa sua consapevolezza e questa sua umiltà, che lo portano a dare la voce ad altri per meglio delineare il pensiero e l’azione del fratello, che lo rendono degno, a nostri occhi, della massima considerazione. Il titolo del libro, che aggiunge un avverbio a quello del film, sta, a nostro parere, a testimoniare tutto questo: Peppino continua a vivere attraverso il lavoro indefesso di Giovanni, che non ritengo arduo definire il “missionario laico” del “credo” del fratello, che non può essere circoscritto al paese natio, proponendolo come modello di coerenza ideologica e di coraggioso fare soprattutto a tanti giovani che si aprono alla vita in un contesto storico alquanto diverso ma altrettanto problematico, che però offre strumenti e mezzi comunicativi ben più potenti ed efficaci.

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