Intervista ad Elena Guerrini – Scrittori italiani

Riuscire ad incontrare Elena Guerrini non è stato facile… è sempre in movimento, in giro per l’Italia con i suoi spettacoli o a presentare il suo romanzo… Comunque ce l’ho fatta e sono proprio contenta di potere condividere con voi questa intervista che è anche una recensione al suo ultimo romanzo “Bella tutta! I miei grassi giorni felici”.

“Il problema dei pasticcini è che in bocca ci stanno meno di un minuto, e sui fianchi tutta una vita. La cosa che non sopporto delle diete è che proprio ti vietano i dolci. Ogni volta che mi metto a dieta, Santino, il pasticcere del mio paese, rischia di fallire. Io mi sento in colpa, mi viene l’ansia e ricomincio a mangiare i dolci. Se i dolci facessero dimagrire io sarei anoressica”.  E già da queste parole, ci possiamo rendere conto di ciò che ci aspetta…

Elena Guerrini, nata in Maremma ma ormai cittadina del mondo, è attrice, regista, scrittrice, autrice e mamma. Ed è, anche, una taglia extralarge. E’ una delle tante donne italiane che non entrano nei vestiti da anoressiche proposte dagli stilisti, ma che non per questo rinunciano a un piatto di pasta o ai dolci, anzi… Ha vissuto a Londra, Parigi e in molte importanti città d’Italia e possiamo tranquillamente dire che ormai ha svoltato! Dopo anni di duro ed intenso lavoro, spettacoli teatrali, collaborazioni con i migliori autori e registi, finalmente sta raccogliendo i frutti delle sue fatiche. Elena è sicuramente una donna particolare, un personaggio, su questo non ci sono dubbi, ma credo sia necessario andare al di là delle sue forme super, della sua simpatia, del suo modo diretto e anche un po’ rude di rapportarsi con gli altri per comprendere quanto sia brava e preparata. Ho assistito ad una sua esibizione e sono rimasta colpita da come sia riuscita a catalizzare l’attenzione del pubblico con la sua arte. Perché sia si parli delle sue performance teatrali, sia dei suoi monologhi portati in giro per i borghi e i teatri d’Italia, sia del suo libro “Bella tutta! I miei grassi giorni felici” edizioni Garzanti, sempre di arte si parla. Elena è spassosa ed ha il potere di farci sorridere, ma contemporaneamente riflettere. E’ un vulcano di idee . Io stessa ne sono rimasta meravigliata, quando l’ho incontrata.

1)  La tua vita ha sempre ruotato intorno al tuo peso. Hai provato tutte le diete, hai perso 310 chili e altrettanti ne hai ripresi… Quando hai capito che potevi essere felice anche senza essere una taglia 42?

L’ho intuito quando ho iniziato a lavorare in teatro, sul palco mi sentivo sempre bella e a mio agio,ma solo sul palco dove i costumi erano fatti su misura per te…,poi nella vita ,nei negozi mi trovavo nel camerino con i i vestiti che mi entravano solo in una gamba.

Ma l’ho capito profondamente quando sono rimasta incinta di mio figlio. C’è stato un attimo, lo ricordo perfettamente, mentre accarezzavo la mia pancia nel quale mi sono sentita finalmente bella sempre , dentro e fuori perfettamente in sintonia con me stessa.

2)    Quanto ti ha segnata un’adolescenza alla continua ricerca delle misure perfette?

Mi ha segnato moltissimo. Quando ero una ragazzina, imperversava il programma “Non è la Rai”, pieno zeppo di adolescenti magrissime e scattanti con a capo la mitica Ambra Angiolini, scattante ed elastica come nessun’altra…Un mito!  E’ chiaro che mi sentivo diversa, fuori posto. Volevo con tutta me stessa essere come loro, come lei… mi pesavo tutte le mattine convinta, ma proprio convinta, che soltanto le magre fossero giuste. Io invece ero out, non potevo piacere ai ragazzi e a quell’età, credimi, era un dramma. Sono stata in lotta con il peso per anni, provando tutte le diete compreso il digiuno, pur di essere bella, uguale alle altre, piacevole agli occhi del mondo, di una società che ci vuole tutte alte, belle, bionde e magre. Poi finalmente ho detto basta, basta ai sacrifici, alle rinunce e alle diete ed ho cominciato a vedermi sotto un’altra luce e ad accettare i miei chili di troppo, trasformandoli in qualcosa di speciale, qualcosa che mi rende unica. Poi, come ho detto prima, l’arrivo del teatro e poi di mio figlio ha completato la metamorfosi.

 3)    Elena, tu sei nata e cresciuta in campagna. Da tuo nonno contadino hai imparato i segreti della terra e delle piante… Questo tuo bagaglio culturale è stata forse la molla che ti ha spinto verso il teatro? Il tuo spettacolo teatrale “Orti insorti” (che poi è stato anche un libro,  un manifesto ambientalista e che ha fatto più di 200 repliche in tutto il mondo) è infatti il primo in Italia dove gli artisti vengono pagati con il baratto. Il biglietto d’ingresso non è monetario, ma una bottiglia di vino, del formaggio etc. Come ti è venuta questa idea?

A dire la verità per il mio lavoro di attrice sono stata lontana dalla Maremma per una quindicina d’anni. Ho girato l’Italia, abitato a Parigi , a Bologna e a Milano e ho lavorato molto con il teatro sperimentale. Sono tornata in Maremma, precisamente a Manciano, quando ero incinta di mio figlio. L’inattività però non faceva per me, così ho continuato a lavorare andando per i poderi a recuperare raccontando e facendomela raccontare la storia di mio nonno contadino, Pompilio Guerrini. Il primissimo l’ho fatto sulle scale di casa mia, con un pubblico di una trentina di persone. Da lì in poi, visto il successo, ho continuato non solo nei poderi, ma anche nei teatri di tutta Italia.

5) Come funziona di preciso?

E’ molto semplice: quando con “Orti Insorti “ mi esibisco nelle piazze, nei poderi, insomma all’aperto, le persone vengono ognuna con la propria sedia come nelle veglie serali di tradizione maremmana ,e invece di pagare il biglietto, portano qualcosa da mangiare: formaggio, vino, olio, pomodori, verdura, marmellata, frutta… Anche nei teatri, quando è possibile, faccio la stessa cosa , chiedo l’ingresso a baratto , poi se il teatro mi da un cachet ,devolviamo il baratto per beneficenza . I primi 2 anni del mio ritorno in Maremma ho vissuto quasi senza soldi ma solo con il baratto, ma mi sentivo ricchissima,pensa che per un anno e mezzo sono andata avanti senza fare la spesa! Un vero e proprio circolo economico che però nasce senza soldi, e scaturisce dagli incontri e dalla generosità del dono.

Ringrazio questa esperienza e questo luogo che mi ha ispirata,e’ dopo questa esperienza che ho ideato e dirigo da 6 anni a Manciano il Festival: “A Veglia a teatro col baratto” si svolge a Settembre nei vicoli e nelle piazzette del centro storico,e tutti gli artisti vengono pagati con il baratto, ci sono stati nomi del calibro di Marco Paolini, Moni Ovadia, Giuliano Scabia ,Vladimir Luxuria e altri , c’è sempre molto pubblico che arriva con la sedia in una mano e il dono nell’altra,gli artisti sono felici di esibirsi qui dove c’è un pubblico genuino e poi quando van via hanno l’auto carica di prodotti locali e gli occhi pieni dei nostri bei panorami.

4)    Hai lavorato con il Teatro Valdoca, Pippo Delbono, Pupi Avati, Alfonso Arau,  hai pubblicato con Garzanti e rilasciato interviste per molti importanti giornali e riviste e sei stata ospite di famose trasmissioni televisive.  A questo punto mi viene da chiederti qual’è la tua professione principale: organizzatrice, regista, attrice o scrittrice?

Io sono laureata in Metodologia della critica dello spettacolo al Dams di Bologna ed ho alle spalle una buona formazione culturale, oltre che una lunga esperienza in questi campi. Mi ritengo un’artista a tutto tondo. Già dai tempi in cui lavoravo con Pippo Delbono ci insegnavano ad essere attori/creatori. Credo nel teatro totale, non riesco a scindere le cose.

Il mio sogno sarebbe dirigere un teatro in Maremma,con stagioni innovative e sperimentali , fare la regista e l’attrice e aprire una scuola di alta formazione di arte teatrale e poetica, dove si formano attori , registi ,drammaturghi e organizzatori . Ce ne sono pochissime in Italia.

Verrebbero studenti da tutto il mondo e porterebbe linfa alla cultura e all’economia di tutta la provincia.Sarebbe un sogno che si realizza averla in questo territorio dove si vive bene ,per evitare che l’unica alternativa per i giovani sia andare via.

5)  “Bella tutta! I miei grassi giorni felici” Edizioni Garzanti è il titolo del  romanzo  (autoironico, irriverente, un po’ zozzo con punte di erotismo che è tratto dal suo un fortunato monologo teatrale recitato da lei stessa sui palcoscenici di mezza Italia, ndr) con il quale hai raggiunto un grande successo. Come sei riuscita a pubblicare con una casa editrice come Garzanti?

Beh, direi come hanno fatto loro a trovare me! Vedi, queste case Editrici hanno sempre persone che fanno scouting… che cercano con attenzione, vagliano le novità in circolazione. Il direttore editoriale Oliviero Ponte di pino ha visto lo spettacolo a Milano e mi ha contattato condividendo il mio progetto nel quale ovviamente tutti hanno creduto molto.

6)    Credi che il tema ti abbia facilitato?

Posso dire francamente che in me, nel monologo e nel romanzo non c’è mai compiacimento per le mie forme. E’ stato un dramma nell’adolescenza ,ma devo ringraziare questo se ho sviluppato altre doti e capacità Soltanto quando sono riuscita ad amarmi e ad accettare tutti i miei chili con disinvoltura, disertando i dietologi, buttando bilancia e manuali di dieta mi sono vista, alleluja!, bella. Bella con i miei chili e il mio corpo super, over, bella anche se tanto diversa dagli stereotipi di donna che ci fanno ingoiare tutti i giorni i media. Insomma, mi sono sentita proprio “bella tutta” e non soltanto “bella dentro”, come spesso si dice di quelle ragazze bruttine, ma tanto simpatiche. E così “Bella tutta!” è diventato un monologo teatrale, portato in giro per l’Italia e poi un libro,che incoraggia molte adolescenti.

7)    A chi ha detto che questo libro è un inno all’ obesità e che tu hai sfruttato le tue forme per ottenere la notorietà, tu cosa rispondi?

Bella tutta!” non è l’apologia del grasso,l’obesità va curata e non basta un libro o uno spettacolo,come vanno curati i disordini alimentari creati dalle diete, anoressia e bulimia. Bella Tutta è un invito, a tutte le donne, a vedersi belle con i propri difetti , la perfezione non esiste e non mi piace. Direi che è una ironica, spietata critica della società moderna con i suoi assurdi canoni di bellezza. Ogni donna ha il diritto/dovere di accettarsi e di essere bella, bella tutta. Secondo me la parola grassa dovrebbe essere soltanto una qualità, un modo di essere, come bionda o magra,alta o bassa.  “Bella tutta!” è la risposta ribelle a chi ci vuole tutte omologate, simili a Barbie, con lo stesso sorriso di plastica (non a caso, il tormentone di qualche anno fa “Barbie girl”, che recita testualmente “I’m a Barbie girl, in a Barbie world, life in plastic, it’s fantastic”, è una delle canzoni che accompagnano lo spettacolo teatrale). Il mio augurio e che, dopo aver letto questo libro, le donne imparino a volersi bene per quello che sono e gli uomini ad amarle in tutta la loro bellezza autentica… dal primo all’ultimo chilo!!!

8)    Qual è il tuo concetto di bellezza?

Prima di tutto essere belle vuol dire accettarsi, amarsi, ed allora anche i difetti possono diventare risorse, caratteristiche che ci contraddistinguono rendendoci uniche. Il bello è soggettivo, è ciò che ci piace, che ci procura gioia. Credo in un equilibrio tra cuore, bellezza esteriore, bellezza interiore e bellezza segreta.La bellezza autentica è quella che hai se sai di averla e non imiti nessuno.

9)    Secondo te gli uomini sono più attratti dalle donne “rotonde” o dalle magre?

In generale, credo dalle donne intelligenti. Poi, giustamente, ognuno ha i propri gusti. Di una cosa comunque sono certa e cioè che gli uomini per noi donne devono rappresentare il dessert, perchè prima viene l’armonia con noi stesse. Quindi ce ne dobbiamo fregare di che cosa vogliono loro,poi a volte noi pensiamo di piacere magre..e invece.

Tra amiche il complimento piu’ bello che ci facciamo è “ Come sei dimagrita!”,da un uomo vorrei sentirmi dire “ Ti amo cosi’ come sei”

10)    Perché i media ci sommergono di figure femminili ai limiti dell’anoressia?

Me lo sono chiesto tante volte. Di uomini ce ne sono di tutti i tipi: grassi e magri, con i capelli bianchi e colorati, brutti e belli e vanno in televisione…ma di donne no. Il problema è degli sponsor che usano quei corpi per vendere i prodotti dimagranti.E’ una censura della pubblicità, dannosissima perchè inculcare nelle ragazze l’idea di una magrezza eccessiva e forzata incide negativamente sulla loro personalità in via di formazione. Per contrastare questo messaggio faccio moltissimi spettacoli ,letture e presentazioni del romanzo nelle scuole medie e superiori in tutta Italia, e incontro gli studenti, parliamo molto proprio del c.u.b. o. il canone unico di bellezza omologata , mandato dai media in cui loro non si riconoscono.

11)    Tu come hai vissuto, e vivi, l’amore? Sei sposata/fidanzata/single?

Come ho vissuto, in passato, l’amore e i primi approcci, credo sia venuto fuori da quello che ho detto prima e cioè che i primi passi sono stati duri. Credo di essere stata io a distorcere la realtà, perchè in seguito ho saputo che invece le mie rotondità, insieme ad un carattere esplosivo, attiravano molto i ragazzi. Peccato, occasioni perse… Ora comunque sono serena, ho un compagno che mi capisce e che amo ed un figlio meraviglioso. Posso dire di essere finalmente realizzata da questo punto di vista.

12)     Un sogno che vorresti realizzare…

Il mio sogno, la mia più grande sfida è quella di essere un esempio e un faro per i giovani con la mia esperienza. E poi mi piacerebbe dirigere un teatro in Maremma, la mia terra. Con questo ringrazio per questa bella intervista e concludo con una citazione che mi sta particolarmente a cuore:

” In definitiva la felicità risiede in un forte senso della propria identita’.

Non si fonda sulle apparenze esteriori nè sulla vanità.

Essa dipende da come vi sentite dentro,è una profonda eco nella vostra vita.

Vivere con gioia ,motivati da un grande senso di missione,e realizzare i nostri obbiettivi: questa è la felicità.”

Daisaku Ikeda.

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10 Comments

  1. dianora tinti 3 July 2013
    Rispondi

    E voi cosa ne pensate??? Siete d’accordo con la filosofia di vita dell’autrice???

  2. Elena 3 July 2013
    Rispondi

    Una donna da ammirare! Forte! Simpatica! Libro interessante e assolutamente da leggere, spero quanto prima 🙂

  3. Lina 3 July 2013
    Rispondi

    Molto bello questo articolo e che donna/artista interessante e positiva. Credo che meriti di essere conosciuta di più e di sicuro leggerò il suo libro. Dopo aver letto l’intervista mi sono resa conto, ancora una volta, che spesso il titolo e la copertina fuorviano il lettore perchè non corrispondono al contenuto ed al messaggio del romanzo. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa l’autrice.

  4. dianora tinti 3 July 2013
    Rispondi

    Sono d’accordo con voi Elena e Lina…Elena Guerrini è senza dubbio un personaggio particolare e molto interessante. Fra l’altro il libro, che parte con l’essere autobiografico, finisce poi per trasmettere un messaggio importante, soprattutto per le ragazze più giovani che spesso sono prigioniere di stereotipi sterili e dannosi.

  5. Irene 3 July 2013
    Rispondi

    Bellissima intervista davvero 🙂 mix di donne meravigliose. Comprerò il libro

  6. lorella bocchia 4 July 2013
    Rispondi

    Donna/artista senz’altro originale, mi ha colpito soprattutto nelle sue veglie serali, il suo ingresso a baratto. Persona poliedrica, donna, madre, artista affronta la vita con semplicità e franchezza. Acquisterò il libro!

  7. Lella Sansone 4 July 2013
    Rispondi

    E’ stato divertente leggere questa intervista. In un certo senso mi ci sono identificata. Fare delle proprie debolezze dei punti di forza è grandioso. Accettarsi così come si è è di fondamentale importanza per vivere meglio. Anch’io acquisterò il libro.

  8. dianora tinti 4 July 2013
    Rispondi

    Credo che al di là di tutto sia proprio l’accettarsi la cosa principale, non è un percorso facile, ma soltanto dopo aver fatto pace con noi stessi possiamo riuscire a dare il meglio di noi, anche a chi ci sta vicino…

  9. lalla di lorenzo 5 July 2013
    Rispondi

    Conosco l’autore finale a cui E. Guerrini attinge, sono del movimento buddista laico internazionale un divenuto poi ente religioso è nell’intervista si sentono forti echi di questa religione/ filosofia mi piace il suo approccio di donna forte e contadina genuina che non rinnega le sue origini e le mixa sapientemente con il teatro e la cultura accademica che sia tonda è un opzional in + molto ironica e intelligente….l’idea del baratto e i contadini che vanno allo spettacolo con la sedia è l’immagine bella della Maremma da cui non dovremmo scappare… La bellezza è un atteggiamento bello verso se stessi….volersi bene…e qui alieggia tutto intorno…grazie a voi Elena e Dianora!!!!

  10. dianora tinti 5 July 2013
    Rispondi

    Il nostro scopo è quello di continuare a coinvolgere e a interessare…ma senza la collaborazione di voi tutti, lettori e appassionati, non potremmo esistere…quindi grazie a te Lalla che con i tuoi commenti pertinenti e azzeccatissimi hai colto l’essenza di ciò che volevamo dire di Elena Guerrini. Anch’ io mi sto interessando ad Daisaku Ikeda, e lo condivido quando dice che le parole sono tra gli strumenti più potenti, in grado di trasformare lo stato vitale e addirittura di avere una funzione terapeutica.

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