Recensione “L’ipotesi del male” di Donato Carrisi – Recensioni libri

L’IPOTESI DEL MALE

DI

DONATO CARRISI

(Editore Longanesi)

DI COSA PARLA

Ogni volta che Mila Vasquez mette piede nell’ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare gli scomparsi, quelli che sono svaniti nel nulla, nel buio. Anche perché la poliziotta ha i segni di quel buio sulla pelle, sull’anima. E per questo è la migliore in ciò che fa: ritrovare quelli che il mondo ha dimenticato. Ma se d’improvviso alcuni di loro tornassero con intenzioni malvagie? Come il mare, il buio li restituisce lentamente, per gradi. Prima gli oggetti delle loro vite passate, poi loro. A prima vista possono sembrare uguali a prima, ma non è così: il male li ha trasformati…

COSA NE PENSO

In molti attendevano l’uscita del nuovo thriller di Donato Carrisi e anch’io, pur non essendo particolarmente amante del genere, ero curiosa di leggerlo. L’ho finito in pochi giorni, nonostante le 432 pagine. Il plot segue un percorso ormai collaudato ed inaugurato con il “Suggeritore”, il suo primo grande successo e di cui questo romanzo “L’Ipotesi del male” è una specie di sequel : gli indizi esplodono, i sospetti si accavallano, la suspense cresce, i colpi di scena ne alimentano altri trascinando i lettori letteralmente “dentro” la storia. La sensazione che aleggia in tutti i romanzi di Donato Carrisi è quella del nero, del buio, che fa paura ma attrae. Questo è il suo punto di forza, insieme all’alta tensione che sapientemente sa creare e che, in questo nuovo romanzo, riesce a mantenere sempre alta.

Ne “L’Ipotesi del male” Mila Vasquez, la sua eterna protagonista, deve affrontare un argomento molto scabroso: le persone scomparse, quelle che spariscono all’improvviso, fagocitate dall’oscurità e di cui nessuno sa il perché. Alcune volte lo fanno volontariamente, costrette dalle loro ossessioni, spesso, dalle ossessioni di altri. Nessun cadavere, né omicidio, nessuna scena del crimine, tutto apparentemente sembra normale… ma certo che non lo è.

Chi nella vita, almeno una volta, non ha provato il desiderio di sparire, di fuggire lasciandosi ogni cosa alle spalle? Fortunatamente per alcuni è stato solo un pensiero fuggevole, per altri è divenuto invece una fissazione che lentamente ha cominciato a divorarli. Mila non è un profiler né un criminologo, ma nessuno meglio di lei riesce a mettersi sulle tracce delle persone scomparse e questo perché conosce perfettamente, sulla sua pelle, le zone buie che esistono in ognuno di noi e che sono capaci di inghiottirci : è lì che si annida il male. E, lei, è lì che vuole entrare, anche se sa che sarà un viaggio pericoloso, perché una volta dentro dovrà affrontare nuovamente se stessa e i suoi peggiori incubi. Ecco così che quando il capo della polizia, “Il Giudice”, la chiama per occuparsi del difficile caso di Roger Valin, un mite contabile che improvvisamente molti anni prima, a seguito della morte della madre, si è letteralmente eclissato, il suo primo istinto è dire no. La storia del “Suggeritore” le fa ancora troppo male e lei non vuole più farsi coinvolgere in quel modo. Ma il fascino sottile del male è troppo forte…

Ma oltre a risolvere gli enigmi di dove si trovano gli scomparsi, se sono ancora in vita, perché sono spariti, se lo hanno fatto volontariamente oppure costretti, Mila dovrà fronteggiare un’altra pericolosissima evenienza: il ritorno dalle tenebre di alcuni di loro. E di fronte a quelle persone all’apparenza identiche a prima della scomparsa, una domanda comincia a fare grande rumore nella testa della detective: quanto il male li avrà cambiati? E dove sono stati, e soprattutto, perché sono tornati? Molti, infatti, non tornano per riallacciare rapporti perduti, per riprendere un’esistenza spezzata…tornano per uccidere. E allora lei capisce che per fermare il male deve dargli una forma, deve attribuirgli un senso, deve formulare un’ipotesi convincente: l’ipotesi del male. Ma come fare per verificarla? Il dramma è che c’è soltanto una soluzione ed è quella di entrare nel buio. E così quando anche Valin riemergerà dall’oscurità, lei precipiterà di nuovo nei suoi peggiori incubi.

Donato Carrisi sa senza dubbio usare bene la penna, le pause, la sua scrittura è trascinante e non annoia, la paura palpabile. Forse, ed è l’unico appunto, avrebbe potuto puntare più sull’analisi della psicologia dei personaggi e meno sugli effetti scenici, come ha fatto nel suo primo romanzo che, a mio parere, rimane il migliore. Consiglio comunque la lettura de “L’Ipotesi del male” con il quale questo maestro del thriller riesce, ancora una volta, a trascinarci nel suo mondo dissociato e alterato, a diretto contatto con i fantasmi e le devianze della mente umana, coinvolgendoci fino a lasciarci senza fiato.

 

Condividi:

Post correlati

‘Carillon’ di Claudio Demurtas

'Carillon' di Claudio Demurtas


'Carillon' di Claudio Demurtas

Carillon di Claudio Demurtas (2024, Dialoghi Editore) Chi è Claudio Demurtas L'autore è nato a Mores in provincia di Sassari, ma vive a Cagliari fin dall’infanzia. Laureato in giurisprudenza, ha insegnato per molti anni Diritto ed Economia Politica negli Istituti Tecnici...

‘Shinku’ di Francesco Filippi

'Shinku' di Francesco Filippi


'Shinku' di Francesco Filippi

Shinku – Il colore della rabbia, del sangue e del riscatto di Francesco Filippi (Piemme, 2023) Chi è Francesco Filippi Laureato in Scienze dell’educazione, sceneggiatore, regista, animatore e docente, Francesco Filippi ha studiato cinema alla School of Visual Arts di New...

‘Che non si sappia’ nuovo romanzo di Ausilio Bertoli

'Che non si sappia' nuovo romanzo di Ausilio Bertoli


'Che non si sappia' nuovo romanzo di Ausilio Bertoli

 Che non si sappia   di Ausilio Bertoli (Bertone editore, 2023) Chiè Giuseppe Ausilio Bartoli Giuseppe Ausilio Bertoli vive tra Grumolo delle Abbadesse (Vicenza), dov'è nato nel 1945, e Limena, in provincia di Padova. Giornalista, insegnante, assistente universitario , è...

Lascia un commento