‘Dove non mi hai portata’ di Maria Grazia Calandrone

‘Dove non mi hai portata’ di Maria Grazia Calandrone

 


Dove non mi hai portata
di
Maria Grazia Calandrone

(Einaudi, 2022)


Chi è l’autrice

E’ una poetessa, scrittrice, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica italiana. Dal 2010 scrive e conduce programmi culturali per Rai Radio 3. Ha collaborato con Uno mattina poesia (Rai 1) , con Rai Cultura e Cult Book (Rai 3).
Vive a Roma e pubblica articoli sul quotidiano Il Manifesto, sul Corriere della sera dove ha curato la rubrica culturale, e scrive per il settimanale Sette.
Figlia di Lucia Galante e Giuseppe Di Pietro di Palata (CB), all’età di otto mesi viene lasciata dai genitori all’ingresso di Villa Borghese, prima che i due si suicidino gettandosi nel Tevere.
Viene poi adottata da Giacomo Calandrone e Consolazione (detta Ione).

Di cosa parla il libro

1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo.

2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita.

 

Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell’epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d’amore.

Cosa ne penso

Candidata al Premio Strega 2023, questa è una storia vera, un fatto di cronaca di oltre mezzo secolo fa, raccontato dalla scrittrice, involontaria protagonista, come un romanzo.

Nel giugno del 1965 una bambina di otto mesi viene abbandonata a Villa Borghese. Il clamore mediatico è immenso, anche perché la madre Lucia viene ritrovata annegata nel Tevere.

La piccola, che subito dopo verrà adottata, è proprio lei, Maria Grazia Calandrone, che ha ricostruito con cura la storia di sua madre, che è poi la sua. La giovane Lucia, chiusa in un matrimonio non voluto, è costretta a subire la convivenza con un uomo violento e rozzo.

La sua è una vita disperata fino a quando incontra l’unico amore della sua breve vita, molto più anziano di lei e sposato. Da questa relazione, scandalosa per l’epoca, nasce Maria Grazia, la cui madre si trova a combattere con i pregiudizi dei suoi familiari e con la feroce ostilità del marito.

La sua scelta, probabilmente dettata da una infinita solitudine e dalla mancanza di risorse economiche e affettive, sarà quella di abbandonare la piccina, ma con una particolare cura ed attenzione, affinché venga trovata, identificata e presa in carico da qualcuno in grado di offrirle una vita migliore.

Una storia di disperazione, emarginazione e dolore, ma anche d’amore, narrata con delicatezza e precisione, appassionante come un romanzo, toccante e indimenticabile come la vita vera.


Recensione a cura di Fulvia Perillo, medico e scrittrice


 

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